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Art malus. La musica è cambiata ma attenzione: tax free per pochi non per tutti

  • Pubblicato il: 17/06/2014 - 11:17
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Irene Sanesi con la collaborazione di Barbara Boganini

Il recente Art bonus sta già suscitando le prime reazioni politicamente corrette. «Miglioriamo l’art bonus» (Il Sole 24Ore Domenicale), «Si invocano azioni strategiche e non misure urgenti” (Artribune), “Un decreto cultura elogiato come rivoluzionario pur non potendo definirsi tale…» (Tafter). Il decreto comunque, è pensiero unanime, rappresenta un primo passo importante verso il cambio di rotta nel rapporto con i privati.
Questo rapporto risulta dal dettato normativo privilegiato per gli enti pubblici nell’ambito della manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali, mentre ne restano escluse le istituzioni di impianto privatistico, per esempio le fondazioni e associazioni riconosciute. Il Sole24Ore nel Domenicale del 15.6 raccoglie l’istanza del Presidente del FAI, Andrea Carandini, che sottolinea come molte istituzioni, pur di natura giuridica privata, svolgano in via sussidiaria una funzione pubblica e rendano alla collettività un servizio in termini di salvaguardia e fruizione del patrimonio.
Ma non solo.
Il decreto ha espressamente menzionato le Fondazioni Lirico-sinfoniche, non prevedendo fra i beneficiari dell’agevolazione, le Associazioni musicali, molte delle quali rappresentano il patrimonio diffuso nello stivale e la ragion d’essere di orchestre civicamente distinte.
Rileggendo l’art. 1 della legge 800/67, tuttora vigente ancorché in molte parti superata, recita: “Lo Stato considera l’attività lirica e concertistica di rilevante interesse generale, in quanto intesa a favorire la formazione musicale, culturale e sociale della collettività nazionale. Per la tutela e lo sviluppo di tale attività lo Stato interviene con idonee provvidenze.” Una norma, quella del 1967 a cui va riconosciuto il merito storico di rivelarsi un ottimo strumento di promozione musicale, creando una fitta rete di istituzioni che hanno dialogato con il luogo di appartenenza e accompagnato la crescita culturale italiana. Da un Art Bonus che si apre al crowdfunding volendo anche favorire le piccole donazioni, avremmo atteso come opportuno l’inserimento tra i beneficiari delle Istituzioni e Associazioni musicali che trarrebbero così reale sostegno alle proprie attività, a partire dai territori a cui appartengono.
In tale direzione va infatti la legge regionale della Toscana (L.R. 45/2012) per l’agevolazione IRAP, che non opera distinzioni tra i soggetti destinatari se non –appunto- la territorialità.
Se l’obiettivo del Decreto è quello di promuovere una fiscalità aderente alle caratteristiche del patrimonio culturale del nostro paese, fortemente diffuso e strettamente legato ai luoghi, sarà bonus nella misura in cui riuscirà ad allargare la platea dei beneficiari in un percorso più ampio di riforma del sistema cultura.

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IRENE SANESI (Presidente Commissione “Economia della Cultura” UNGDCEC, Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) con la collaborazione di BARBARA BOGANINI, Sovrintendente della Camerata Strumentale Città di Prato.