Gli enigmi di Maurits Escher
Reggio Emilia. La Fondazione Palazzo Magnani dal 19 ottobre al 23 febbraio del prossimo anno allestirà la rassegna «L’enigma Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria». Un appuntamento, dedicato appunto all’artista e grafico olandese scomparso nel 1972, curato dal noto matematico Piergiorgio Odifreddi, con lo storico dell’arte Marco Bussagli, il collezionista Federico Giudiceandrea e Luigi Grasselli, docente e pro-rettore dell'Università di Modena e Reggio. Dire Escher vuole dire immagini enigmatiche e ricerca sull'infinito e l'impossibile. Non si può che usare questi termini per definire le composizioni più note di Maurits Cornelis Escher, venuto alla luce il 17 giugno 1898 a Leeuwarden. Quelle costruzioni visive impossibili, esplorazioni dell'infinito che tanto devono agli arabeschi dell’Alhambra trecentesca di Granada o alle stampe di Piranesi, da decenni «stregano» molti studiosi e ancor più appassionati. L’immagine «Nastro di Mobius» (1963), insieme a «Mani che disegnano» (1948) sono senz’altro che le due produzioni più note e entrambe saranno visibili ai visitatori di Palazzo Magnani. Qui saranno esposte 130 opere provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni nazionali tra cui la Galleria d’arte moderna di Roma e la Fondazione Wolfsoniana di Genova oltre che da importanti collezioni private. A Palazzo Magnani saranno riunite xilografie e mezzetinte che tendono a presentare le costruzioni di mondi impossibili, le esplorazioni dell'infinito, le tassellature del piano e dello spazio, i motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti. Ecco perché la scelta di realizzare una esposizione che mette insieme forme e modelli artistici con le regole della geometria. Il tutto per «spiegare» il mondo. Non a caso l’artista usò queste parole: «Con le mie stampe, cerco di testimoniare che viviamo in un mondo bello e ordinato e non in un caos senza forma, come sembra talvolta. I miei soggetti sono spesso anche giocosi: non posso esimermi dallo scherzare con le nostre inconfutabili certezze». In mostra anche una serie di autori che hanno ispirato l’artista o ne sono stati ispirati: Dürer, Piranesi, Koloman Moser, Dalì, Balla, Vasarely, Keith Haring. La mostra è inoltre concepita da Fondazione Magnani come uno strumento e una «macchina didattica» che consente di entrare dentro la creatività di questo artista. Per approfondire l’autore la Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio promuove un ciclo di conferenze condotte da esperti. Venerdì 11 ottobre alle ore 17.30 l’aula Magna dell’ateneo in via Allegri 9 si svolge «La forma della simmetria: dai mosaici dell'Alhambra ai mondi di Escher» con i relatori Luigi Grasselli, prorettore e Antonio F. Costa Gonzáles, matematico. Venerdì 8 novembre alle 17.30 l’aula ospiterà «Escher: le due facce del genio, fra matematica e storia dell'arte». Si tratta di una conversazione sul rapporto tra arte-scienza con Piergiorgio Odifreddi, del comitato scientifico e collaboratore di Repubblica, e Marco Bussagli, storico dell’arte. Seguirà un terzo incontro in corso di definizione su «Escher visto da vicino. L'uomo e l'artista nel racconto di un appassionato collezionista». Relatore Federico Giudiceandrea insieme ad altri ospiti. Alla mostra sono inoltre previste visite guidate per il pubblico e un corso di aggiornamento per insegnanti riconosciuto dall'Ufficio scolastico provinciale.
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