Roma. Firouz Galdo è un affermato architetto romano, con l’ossessione della riflessione. È architetto dell’arte, avendo eseguito progetti per Palazzo delle Esposizioni, per la sede romana di Gagosian, per la Fondazione Giuliani e per la Collezione Cerasi Barillari. Ora un libro e una mostra illustrano la sua filosofia della soglia, intesa come varco tra dimensioni e condizioni, come luogo del flusso, a partire dal primo grande passaggio dal grembo materno verso la vita. «Attese» è il titolo sia del libro che della mostra, con un riferimento non celato alle opere di Fontana, che fece del varco l’emblema di una spazialità che apriva l’arte a una condizione infinita. Tale condizione è esplorata da Galdo con un pensiero che si alimenta delle indagini di filosofi, artisti, poeti, psicanalisti, scrittori, architetti e musicisti, da Walter Benjamin a Bill Viola, da Rilke a Winnicott, da Joyce a Calvino, Borges, Satie e a Carlo Scarpa. Il libro, edito da Luca Sossella, sarà presentato a MaXXI B.A.S.E. mercoledì 28 marzo alle 18 da Gregorio Botta, Paolo Conti, Lea Mattarella, Sarantis Thanopulos e Luca Sossella. Una settimana dopo, mercoledì 4 aprile alle 19, alla Galleria Marte di vicolo del Farinone 32 a Roma, sarà la volta delle «Attese» in forma tridimensionale. Sono sculture-soglia o case-transiti che l’architetto ha realizzato in legno, ceramica, gomma, cera (nella foto). Qui la soglia assurge a garanzia di connessione tra spazi, per una loro composizione in una unità superiore. L’«attesa» è la condizione psicologica della soglia interiorizzata. Afferma infatti Galdo: «Ogni volta che varchiamo una soglia si modifica qualcosa dentro di noi». All’inaugurazione della mostra (aperta fino al 4 maggio, lu-ve 15-19), Sergio Rubini leggerà brani dal libro.

da Il Giiornale dell'arte, edizione online, 19 marzo 2012

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