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Una città in cerca di network

  • Pubblicato il: 16/02/2015 - 14:23
Autore/i: 
Rubrica: 
SPECIALI
Articolo a cura di: 
Serena Massimi

L'interessante analisi di Davide Ponzini del Politecnico e degli altri autori dell'Università di Bergamo e del Centro studi Silvia Santagata Ebia, che evidenzia la necessità di promuovere un coinvolgimento di vari attori pubblici e privati nella definizione di una strategia di lungo periodo al fine di stimolare un salto di qualità dell'offerta culturale milanese, non può che essere fortemente condivisa.
È necessario che una progettazione di carattere strategico e di lungo periodo venga realizzata con l'obiettivo non tanto di fornire una direzione all'offerta culturale metropolitana in se stessa, quanto di creare un'occasione di riflessione sulle ambizioni della città a svolgere un ruolo rilevante e trainante nel settore culturale.
 
Si potrebbe affermare che, nella percezione comune, la valorizzazione del tessuto economico locale, lo sviluppo del potenziale delle imprese e delle produzioni che hanno dato slancio alla città negli ultimi anni siano state la priorità dell'azione pubblica e privata e che il potenziamento dell'offerta culturale sia passato in secondo piano.
 
Anche a livello internazionale Milano è considerata un'eccellenza nel campo degli affari, la cui attrattiva, anche turistica, è spesso legata alla vitalità e all'offerta proposta dal mondo della moda e del lusso. Per riprendere un passaggio dell'analisi degli autori, che sollecitano la definizione di politiche economiche e sociali complementari a quelle culturali, la percezione comune, anche se non necessariamente corretta, è che sia stata l'offerta culturale a essere trainata da quella economica.
 
In realtà l'offerta culturale milanese è vasta e molto variegata. Nel paragone con altre capitali della cultura europea ciò che sembra mancare è uno sforzo condiviso di comunicazione della ricchezza di questo patrimonio e di questa offerta.
 
Facilitare l'accesso all'informazione, promuovere meccanismi di condivisione tra i vari attori e di comunicazione verso l'esterno, creare dei percorsi sul territorio che, dando luce e risalto alle singole proposte, attirino l'attenzione del pubblico su una massa critica di iniziative che esiste ed è di grande livello, rendere facilmente percepibile e fruibile a tutti - anche a coloro che per turismo o per lavoro sono di passaggio nella città - il suo potenziale culturale sono tutti spunti per un approfondimento e una riflessione di carattere strategico pubblico e privata.
 
E' il momento di investire sulla creazione di network, anche tra gli attori privati, non solo con l'obiettivo di instaurare un dialogo con le istituzioni pubbliche. Il superamento delle logiche individuali attuali, giustamente evidenziate dallo studio del Politecnico, è una priorità per dare nuovo slancio all'attività culturale e creare nuove opportunità che facciano ricomprendere Milano a pieno titolo tra le mete rilevanti della cultura europea.
 
Per fare ciò è anche necessario che la città sia ancora più aperta a stimoli e a collaborazioni a livello internazionale e che la valorizzazione dell'offerta culturale del territorio non si trasformi in chiusura verso contaminazioni ed esperienze diverse.
 
L'UniCredit Pavilion, il nuovo spazio polifunzionale che il Gruppo UniCredit sta costruendo in piazza Gae Aulenti a Milano, vuole essere un ulteriore tassello di questo più ampio disegno e sarà aperto anche a proposte esterne, a collaborazioni e sperimentazioni in ambito culturale ed economico. La versatilità e la polifunzionalità degli spazi disegnati dall'architetto Michele De Lucchi faciliteranno l'incontro e la contaminazione tra vari linguaggi e forme espressive con l'obiettivo di stimolare, attorno a proposte artistiche, culturali o iniziative di carattere economico, un'ampia partecipazione delle persone e del territorio.
 
 
Serena Massimi è Head of UniCredit Pavilion Development and Management