Trento festeggia il MuSe
Trento. Il nuovo Museo delle Scienze ha celebrato l’inaugurazione con 24 ore di festeggiamenti non stop (dalle 18 di sabato 27 luglio alle 18 del giorno seguente) comprendenti musica, performance, attività rivolte a tutti. 70 milioni investiti dalla Provincia di Trento (attraverso la Patrimonio del Trentino spa), altri 9 per arredi, allestimenti interni e serra, una previsione di costo complessivo annuo di gestione attorno ai 10 milioni.
Probabilmente l’edificio non sarà ricordato come uno dei capolavori museali di Piano, sebbene si avvalga della certificazione Leed Gold: il profilo spezzato tenta, senza grande fortuna, di richiamare i monti circostanti, e la composizione dei volumi inclinati non trova particolari rispondenze nella distribuzione degli spazi interni, i quali presentano soluzioni di dettaglio e rivestimenti piuttosto ordinari, a catalogo. L’impressione, con l’allestimento ancora quasi completamente da venire durante la nostra visita a un mese dall’apertura, è quella di trovarsi all’interno di uno spazio commerciale, fatta eccezione per la serra vetrata. Più interessante è invece, lì a fianco, lo sviluppo terziario a residenziale del nuovo quartiere delle Albere che occupa (con abbondanti dosi di verde) la gran parte dei quasi 12 ettari del comparto ex Michelin, di cui si è fatta tabula rasa. Il disegno urbano - così come l’architettura, sempre griffati Rpbw -, rivela già, nella sua apprezzabile unitarietà di linguaggio e nonostante non sia ancora completato, un piacevole senso di vita vissuta e di città reale, quasi sedimentata nel tempo: uno stimolante ossimoro. Non altrettanto felici, invece, le soluzioni distributive delle unità immobiliari, collocate a costi non certo popolari su un mercato che pare rispondere senza grandi entusiasmi.
Tornando al Muse. della collezione del vecchio museo (in via Calepina) in realtà ben poco fa parte dell’allestimento permanente perché il nuovo concept, illustratoci dal direttore Michele Latzinger, si concretizza in una struttura a contenuto naturalistico ma anche tecnologico e scientifico. Un museo «questionante, più che divulgativo, interpretativo, in grado di porre diversi interrogativi alle nuove generazioni sul futuro del pianeta». Un percorso verticale dal quarto piano al primo livello ipogeo propone al visitatore un itinerario che partendo dalla formazione dei ghiacciai, scende attraversando la fauna e la flora alpina, la geologia, delle Dolomiti, la preistoria, l’origine della vita. Al contempo una «traiettoria» orizzontale interseca temi quali le prime esplorazioni in alta quota, rapporti ecosistemici, rischi ambientali e loro prevenzione, sviluppo tecnologico e rapporto con il paesaggio, spazi sensoriali hands-on per bambini da 0 a 5 anni, dna e biotecnologie. Al MuSe il ghiaccio si tocca, l’acqua d’un torrente di montagna scorre narrando il percorso che la porterà a diventare fiume a fondovalle, la fauna alpina fluttua nello spazio vuoto a tutt’altezza sospesa da cavi in acciaio, gli scheletri di dinosauro (riprodotti in resina) si alternano a quello (originale) d’una balena, si attraversa una serra tropicale montana (realizzata in collaborazione con la sezione scientifica del museo che da 10 anni opera in Tanzania) ed è possibile accedere ai laboratori di ricerca. Obiettivo: raddoppiare il numero dei visitatori attuali raggiungendo la quota di 200mila annui; inevitabile sinergia con la Trentino Marketing Spa, il Mart, il mondo dell’imprenditoria e dell’innovazione (il 27 s’inaugura anche la mostra temporanea organizzata da Telecom e dedicata alle smart cities); superamento dell’attrattività provinciale per allargare il target d’utenza all’intero Nord Italia (Brescia, Bergamo, Venezia e, ovviamente, il bacino d’oltralpe). Ma il direttore Latzinger che immagina il MuSe all’interno di un virtuoso circuito turistico culturale, con aperture notturne settimanali prolungate anche fino alle 23, avverte: «Non sarà un kindergarten né un parco a tema bensì un museo trilingue, che leghi globale e locale, dalla preistoria ad oggi e con il messaggio finale ben chiaro: il futuro sei tu».
Regione prolifica per la costruzione di spazi museali ex novo, il Trentino negli anni a venire dovrà però confrontarsi comunque con le restrizioni nel settore culturale. La vera sfida del Muse, dall’indubbia capacità attrattiva, sarà la sua sostenibilità. Mentre ci allontaniamo, poco distante, Palazzo delle Albere appare silente. Promessa la fine dei lavori d’adeguamento impiantistico in concomitanza con l’inaugurazione festosa del nuovo museo, è oggi chiuso. Nulla si sa né in merito alle tempistiche della sua riapertura né a una destinazione d’uso certa.
da Il Giornale dell'Architettura., edizione online, 19 giugno 2013