Torino sezionata, nelle sue fragilità e potenzialità
Torino. Dal 10 febbraio fino al 2 aprile 2012 la Fondazione Merz ospita una mostra dedicata al fotografo ceco Josef Koudelka, organizzata e prodotta in collaborazione con l'agenzia fotografica Magnum Photos. Le curatrici della mostra, Lorenza Bravetta e Maria Centonze, presentano il lavoro di Koudelka attraverso una selezione di scatti, documenti e pubblicazioni. Questa mostra dedicata alla fotografia contemporanea riflette l'attitudine della Fondazione Merz, lavorando sul dialogo tra le opere di Mario Merz e il pensiero contemporaneo. Nel 2011, durante un convegno a Lugano dal titolo «Archivi e Fondazioni. L'arte italiana tra attualità e storia», il presidente Mariano Boggia ha sintetizzato l'obiettivo e la politica della Fondazione Merz dicendo che «Lo scopo della fondazione è proprio quello di essere un luogo di coagulo del pensiero dell'artista, inteso come pensiero aperto e non come luogo e monumento alla sola conservazione delle opere dell'artista. (…) Vuole quindi essere un luogo che ospita il pensiero artistico contemporaneo. Il programma della Fondazione mette quindi insieme diversi obiettivi. Dà una casa ai lavori di Mario, ma è una casa aperta che ospita anche altri artisti, che sono invitati a venire a vedere la Fondazione e immaginare come entrare in questa casa e lasciare un'opera insieme ai lavori di Mario».
«Josef Koudelka/Traces» presenta per la prima volta 12 fotografie panoramiche in bianco e nero che fanno parte del progetto Piemonte, commissionato a Koudelka dalla Regione Piemonte nel 2004 in occasione dei Giochi Olimpici Invernali 2006. Secondo il commento di Maria Centonze «negli scatti sul Piemonte (…) è come se, in qualche modo, la presentazione di queste immagini porgesse la visione inequivocabile dello stato delle cose. Proprio qui sta la forza di questo lavoro, i vigneti di «La Morra» e il cementificio di Robilante, gli ex stabilimenti Fiat tristemente vuoti, e i fasti celebrativi dell’architettura di piazza Carlo Alberto». Le fotografie non sono incorniciate e appese alla pareti, ma sono stampate su un supporto rigido e appoggiate direttamente alle pareti, conquistando uno spazio fisico di interazione con lo spettatore e con le opere di Mario Merz, i cui materiali grezzi richiamano le architetture e i paesaggi violentemente urbanizzati fotografati da Koudelka.
In mostra anche tre video a partire dal famoso «Invasion», che racconta la primavera di Praga. Nel suo sforzo di proteggere la trasparenza d’informazione, l'agenzia Magnum Photos ha prodotto alcuni tra i più importanti e drammatici reportage degli ultimi decenni. Fu proprio grazie all'intervento della Magnum presso le autorità britanniche che Koudelka poté ottenere un visto con cui uscire dalla Repubblica Ceca e fare richiesta di asilo politico. Gli altri due video in mostra sono «Gypsies» (1975), studio fotografico sui Gitani della Slovacchia e della Romania, e «Chaos» (1999) serie di scatti con fotocamera panoramica che documentano paesaggi duramente modificati dall’uomo. Lorenza Bravetta di Magnum Phots ha raccontato come l’agenzia abbia supportato Koudelka nella selezione delle immagini e della colonna sonora e nel montaggio dei video.
In mostra anche una selezione dei più importanti libri pubblicati nel corso della sua carriera, da «Exiles» edito da Alinari nel 1988 a «2006 Koudelka: Camargue» pubblicato da Actes Sud nel 2006. Nella sala espositiva tre libri “a fisarmonica” - «The black triangle: The Foothills of the Ore Mountains. Fotografie 1990-1994» del 1994, «Lime Stome» del 2001 e «Mission Photographique Transmanche» del 1989 - sono distesi su lunghi tavoli a suggerire una dimensione narrativa, uno sviluppo temporale nella lettura delle immagini.
Nelle scorse settimane Comune e Regione hanno annunciato una serie di operazioni culturali mirate all’internazionalizzazione del territorio; in quest’ottica lo sguardo di Kouldelka sulle fragilità e potenzialità del Piemonte è una tappa .
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