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Pubblico e privato. Più semplice a dirsi che a farsi

  • Pubblicato il: 17/12/2013 - 10:23
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Redazione

Milano. Quando nel 2012 l’allora Ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi destinò 23 milioni di euro al progetto Grande Brera (sui 70 milioni stanziati dal Cipe nel marzo 2012 per «interventi prioritari nel settore dei beni e delle attività culturali-sedi museali di rilievo nazionale» cfr. n. 324, ott. ‘12, p. 25), pensò di dar vita al contempo a una Fondazione pubblico-privato, sul modello  del Museo Egizio di Torino, per reperire le risorse necessarie (oltre 108 milioni di euro)  per portare a termine i lavori.  Molte le polemiche dal mondo dell’arte, come se dovessero essere privatizzati i beni e non la loro gestione. La conseguenza è che nessun privato si è fatto avanti (a causa, si dice, della complessità del procedimento previsto dal Ministero), benché all’inizio ci fosse la disponibilità di Fondazione Cariplo e Camera di Commercio. Al tutto si aggiunge il fatto che il nuovo ministro, Massimo Bray, non è certo un fautore delle privatizzazioni (come insegna il caso del Teatro alla Scala, risolto il 19 ottobre scorso con una deroga al decreto Valore Cultura, e l’accettazione, ma solo per la specificità del caso, della presenza di alcuni privati nel Cda), appare evidente che il percorso della Fondazione Grande Brera si è arrestato. Non si arrestano i lavori. Come precisa Caterina Bon Valsassina, direttore regionale del MiBACT e deus ex machina dell’operazione «il finanziamento ottenuto corrisponde a poco più di un quinto dei costi di realizzazione dell’intero progetto Grande Brera. La delibera Cipe prevedeva però la pubblicazione dei bandi di gara entro la fine del 2013 per le opere immediatamente cantierabili, pena il definanziamento. Di qui, in qualità di stazione appaltante e responsabile unico, ho posto in gara, in proporzione adeguata alla situazione, tre lotti di lavori per i tre complessi architettonici individuati nell’accordo del 2010 tra MiBACT, Ministero della Difesa e MIUR. Una scelta “pragmatica”». Il che potrà finalmente offrire alla Pinacoteca di Brera spazi per le esposizioni temporanee (ora assenti), in vista soprattutto di Expo 2015 (cfr n 336, nov.2013 pag. 22).

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