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Nuove forme di partecipazione dei pubblici della cultura: Open raddoppia

  • Pubblicato il: 15/04/2016 - 13:47
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Rubrica: 
BANDI E CONCORSI
Articolo a cura di: 
CS

Al via la seconda edizione del Bando OPEN della Compagnia di San Paolo per favorire la crescita di domanda culturale. Parliamo di sviluppo di progetti di audience engagement, con Piero Gastaldo, Segretario Generale
 
 
 
Torino. Audience development e audience engagement, sono diventati i nuovi mantra. Ma di cosa stiamo parlando? Si parla di audience development quando un progetto o iniziativa delle istituzioni culturali si focalizza sulla capacità di costruire forti relazioni con pubblici vecchi e nuovi e di audience engagement quando, in questo quadro, si progettano modalità di coinvolgimento e di partecipazione attiva e diretta volte a migliorare la comprensione, l’appagamento e la crescita relativamente all’esperienza culturale.
 
Ma perché il tema è così ricorrente?  «I dati sui consumi culturali in Italia stanno evidenziando segnali preoccupanti di un generale aumento della distanza tra i pochi che praticano e vivono la cultura e quanti ne sono esclusi», ha dichiarato Piero Gastaldo, Segretario Generale della Compagnia di San Paolo.
«Le motivazioni – continua - sono da ricondurre a diverse cause: mancanza di interesse e coinvolgimento personale, poca disponibilità di tempo, dinamiche in qualche modo anche legate alla crisi economica in atto. La nostra Fondazione ha deciso di consolidare il proprio impegno nell’ambito dell’audience engagement nella convinzione che la partecipazione culturale costituisca un motore di crescita e di sviluppo oltre che di competitività del territorio».
 
Il fatto che le Fondazioni di origine bancaria abbiano come beneficiari diretti soggetti quali enti pubblici, enti privati non profit, associazioni, cooperative sociali, imprese sociali, ha portato nel tempo a concentrarsi maggiormente sul versante della loro produzione culturale, sulla conservazione e sulla valorizzazione. L’interlocutore è sempre il produttore e non il consumatore di cultura. Questo capita generalmente un po’ ovunque: anche lo Stato e gli enti locali spendono maggiormente sull’offerta e solo residualmente sviluppano politiche e destinano denari sullo sviluppo della domanda.  Ma, evidenzia Gastaldo, «L’allargamento delle basi sociali di partecipazione e l’inclusione di nuovi pubblici possono rappresentare obiettivi di policies per sperimentare forme alternative e complementari di welfare culturale e per sviluppare al contempo mercati potenziali in grado di assorbire domanda di nuova impresa culturale». I meccanismi di condivisione e di co-generazione di contenuti e informazioni, l’attivazione di reti e di comunità territoriali in grado di generare valore socio-culturale oltre che economico, la ricerca di nuove soluzioni in grado di migliorare l’accessibilità culturale ai pubblici difficili da raggiungere, rappresentano infatti «motori» importanti di innovazione sociale e di ideazione di nuovi servizi e prodotti. L’enfasi sulla partecipazione implica un riconoscimento dell’audience come interlocuzione attiva e protagonista che viene stimolata, consultata e possibilmente coinvolta (anche attraverso gli strumenti digitali) nell’ideazione, nella programmazione e nella realizzazione dell’esperienza stessa. Viene così coltivato e valorizzato il potenziale creativo delle diverse comunità che gli operatori sono in grado di intercettare.
Da queste considerazioni nasce la nuova edizione del Bando Open, strumento concepito dalla Compagnia per progettualità  innovative di Audience Engagement, da presentare entro il 15 luglio 2016.

La Fondazione attende non solo contenuti culturali stimolanti e attrattivi, ma anche e soprattutto pratiche e sperimentazioni mirate a cercare nuovi pubblici e soddisfare al meglio le esigenze dei pubblici esistenti, instaurando un rapporto di coinvolgimento attivo tra creatori e fruitori, tra offerta e domanda. Si rivolge alle organizzazioni più innovative nel campo della cultura: operatori di varia natura, aperti alle nuove modalità di fruizione e di engagement, alle sfide del digitale e alla ricerca di nuovi pubblici.
I progetti dovranno dimostrare di lavorare su diversi obiettivi: contribuire ad allargare il paniere dei consumi culturali, sfruttare elementi di accessibilità, le opportunità digitali, promuovere network e reti operative tra soggetti di natura eterogenea, tra territori diversi, contribuire a definire nuove professionalità e favorirne la dimensione imprenditoriale.
Come per l’edizione precedente, oltre al contributo economico, ai vincitori di OPEN 2016 verrà offerto un percorso di affiancamento, monitoraggio e valutazione del progetto, da svolgersi durante la sua realizzazione.
 
L’azione della Compagnia intende allinearsi con quanto sta avvenendo a livello europeo, dove il tema è affrontato con un orientamento prospettico definito e una concreta programmazione di azioni. Nei documenti preparatori, così come nei programmi maggiormente focalizzati sulla cultura e nel piano di lavoro 2015-2018 della Commissione Europea, viene infatti sottolineata la centralità del pubblico e della partecipazione culturale come motore di crescita e di sviluppo in termini di coesione oltre che di competitività dei territori. La visione europea, così come le visioni più mature e innovative a livello internazionale, puntano quindi a superare una concezione tradizionale e passiva di consumo e di fruizione culturale, a favore di una dimensione più articolata. In questa visione sono compresi nuovi modelli di esperienza e di pratica culturali basati su relazioni interattive, sul coinvolgimento attivo dei pubblici e su approcci partecipativi e inclusivi nella progettazione, con un’accezione più attiva di chi consuma cultura: nella scelta dei contenuti, nei processi di produzione, nella governance, nell’uso delle nuove tecnologie. Afferma Gastaldo che,  «volendo contribuire al dibattito e alle azioni messe in campo per contrastare la  tendenza di flessione dei consumi culturali, abbiamo ritenuto che essere coerenti con le politiche europee non potesse che dare maggior forza e impatto ai progetti finanziati e/o pianificati».
 
La Fondazione si è strutturata organizzativamente per coltivare questa prospettiva. Con la recente istituzione dell’Area Innovazione Culturale, la Compagnia di San Paolo ha voluto avviare nuove riflessioni sul lato della domanda del comparto culturale e più in generale sulla valenza sociale dell’azione culturale, creando così uno specifico filone di intervento incentrato sui concetti di partecipazione e inclusione culturale.  Considera Gastaldo che «da una prima fase di definizione e focalizzazione del tema, a partire innanzitutto da una ricognizione delle politiche e delle azioni esistenti a livello locale, nazionale ed europeo, si è ricostruito un contesto che non pare ancora caratterizzato da strategie condivise e da azioni definite orientate verso questi obiettivi.  Sui temi dell’audience development abbiamo quindi  deciso di iniziare a lavorare con alcune istituzioni più strutturate i cui progetti hanno per natura una forte valenza partecipativa e formativa del pubblico a cui sono rivolti. Sul fronte dell’audience engagement lo scorso anno abbiamo lanciato una prima edizione sperimentale della call, Open, la cui finalità era appunto quella di sperimentare nuove forme di partecipazione alla cultura per ampliarne e diversificarne la domanda».  
 
L’intervento  ha consentito di delineare sul tema uno scenario del Nord-Ovest, territorio di riferimento della Compagnia.  Racconta Gastaldo che «sono pervenuti 141 progetti: da Torino il 43%, dalla sua provincia il 10%, dal resto del Piemonte il 28% (di cui 9% CN, 7% AL, 5% NO, 3,5% AT, 2,5% VC), da Genova e provincia l’8%, dal resto della Liguria il 3%, dal resto d’Italia l’8%. I contributi richiesti sono stati di oltre 6 milioni e mezzo di euro e  13 i  progetti selezionati con un impegno complessivo di investimento dell’Ente per quasi 500 mila euro. Le domande si sono caratterizzate per varietà di ambiti di applicazione: dall’opera al cinema passando per l’arte pubblica, le politiche urbane, il paesaggio, il turismo, la radio, le performing arts, la lettura, i musei. Il tessuto in generale è dunque vitale, con un grado di risposta maggiore da parte di associazioni ed enti diffusi rispetto a  istituzioni culturali più consolidate».
Il lavoro di stimolo e disseminazione prosegue con la nuova edizione del bando.
 
Il testo integrale del bando è consultabile sul sito www.compagniadisanpaolo.it; per maggiori informazioni scrivere a innovazioneculturale@compagniadisanpaolo.it
 
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