Nuova governance per il Rejna Sofia. Nasce la Fondazione
Spending review in Spagna. A un taglio superiore al 25% del contributo governativo, il Rejna Sofia, uno dei più grandi musei del mondo, reagisce cercando un maggiore coinvolgimento della società civile, costruendo un network internazionale con i privati. Per poter rispondere con flessibilità, con regole gestionali efficaci e quindi attrarli ed accoglierli, il Museo Nazionale rivede la sua organizzazione e si dà una nuova governance, sulla quale sta lavorando da tempo. Il 23 novembre si è insediato il Consiglio, presieduto dalla Regina Sofia. Intanto il cantiere delle partnership internazionali è stato avviato e il direttore, Manuel Borja-Villel, sta viaggiando nel mondo per incontrare i più grandi collezionisti. Dalla Grande Mela ha portato a casa già un grande risultato con il deposito di sette lavori di Claes Oldenburg dalla collezione Sonnabend. Oltre venti i partner potenziali, in primis dal Portogallo e dell'area latino-americana. Qualche nome: gli Steinbruch dal Brasile, Álvaro Saieh Bendeck dal Cile, Ricardo Espirito Santo dal Portogallo. La capacità di concludere accordi è tangibile. A marzo il museo ha siglato una partnership con la Fundación Colección Patricia Phelps de Cisneroso di Caracas, sia per lo sviluppo di progetti che per il prestito a lungo termine di una collezione che rappresenta il meglio dell'arte latino-americana del XX secolo, composta da artisti venezuelani, argentini, brasiliani, uruguaiani. Un patrimonio funzionale a una diversa lettura della storia dell'arte rispetto al patrimonio del museo. Un buon inizio.
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