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Le fondazioni d’impresa europee, indipendenti ma non sconnesse

  • Pubblicato il: 15/12/2017 - 00:02
Rubrica: 
FONDAZIONI D'IMPRESA
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Numeri, trend, strategie, link agli SDGs: nel secondo appuntamento dello European Corporate Foundations Knowledge Exchange  le fondazioni d’impresa europee si sono incontrate per continuare il confronto sulle opportunità e sulle criticità nella relazione con l’azienda fondatrice.  Ne parliamo con Carola Carazzone, Segretario Generale di Assifero, che rilancia l’appuntamento del prossimo anno a Palermo, capitale italiana della cultura 2018.

Il 21-22 novembre le fondazioni d’impresa europee si sono incontrate a Zurigo al Swiss Re Centre for Global Dialogue  per il secondo European Corporate Foundations Knowledge Exchange (ECFKE) organizzato da DAFNE (Donors and Foundations Networks in Europe), l’associazione di terzo livello che riunisce le 24 associazioni di fondazioni europee (per l’Italia ci sono Assifero e ACRI) e SwissFoundations, l’associazione che riunisce le fondazioni erogative svizzere.
 
 
Dopo un primo appuntamento a fine 2016 su invito di DAFNE e CFF (Centre Français des Fonds et Fondations) nel prestigioso campus INSEAD a Fontainebleau, quest’anno 96 partecipanti di 11 paesi
(Belgio, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Polonia, Spagna e Svizzera) si sono riuniti di nuovo per promuovere lo scambio di buone pratiche e condividere le sfide, le opportunità e le criticità che questo tipo di istituzioni si trova ad affrontare. Come riassume bene il titolo dell’incontro, l’obiettivo era Addressing
the good, the bad and the unspeakable.
 
Il focus del dibattito è stato ancora una volta la relazione tra le fondazioni e l’impresa fondatrice sia in termini di assets (risorse, reputazione, strategia e operation, brand) che di strategia in un contesto sempre più amplio come quello tracciato dagli SDGs (Sustainable Development Goals) dell’ONU.
 
I partecipanti italiani di quest’anno (le fondazioni di Eni, Bracco, Snam, Lang, Enel, Costa Crociere) erano capitanati da Carola Carazzone, Segretario Generale di Assifero (l’associazione di fondazioni italiane che conta 80 associati, di cui 20 corporate), a cui abbiamo chiesto di raccontarci il suo punto di vista sull’incontro.
 
 
Negli ultimi anni la crescita del settore delle fondazioni italiane (secondo il censimento Istat del 2013 oggi ce ne sono 6mila) ha contribuito ad accrescere il trend evolutivo di tutto il settore non-profit.  Il rapporto sulle Corporate Foundations del 2009, curato da Sodalitas, Fondazione Agnelli e Altis, parla di 131 fondazioni d’impresa. Quale è la reale situazione oggi?
 

Come Assifero nel 2016 abbiamo fatto una prima mappatura in collaborazione con l'Università Bocconi nell'ambito del progetto “Dai un senso al profitto" individuando una settantina di fondazioni d'impresa operative.
In questo momento è però veramente difficile avere dei dati precisi. Con la Riforma del Terzo Settore spero che fra un paio di anni potremo avere un Registro Unico Nazionale che permetterà di ottenere un quadro più trasparente e completo.
Più che i numeri oggi in Italia è interessante osservare le tendenze: nel nostro Paese le fondazioni d'impresa sono nate tutte negli ultimi 10 anni. Quasi ogni mese ne nasce una.
Anche se le aziende cominciano a ragionare in modo sempre più articolato in termini di sostenibilità e CSR, sia in Italia che in Europa è molto diffusa la scelta da parte delle imprese di costituire una fondazione per rendere più strategica la propria charity e il proprio impegno sociale. La fondazione è uno strumento con molti plus, è permanente e dà lustro.  
Essendo comunque istituzioni giovani, la maggior parte delle fondazioni corporate italiane sono piccole e spesso non hanno ancora uno staff dedicato. Rischiano di essere quindi istituzioni erogatrici che non hanno ancora definito una vera e propria strategia d’impatto. In questo modo alleviano i sintomi ma non affrontano le cause.
 
Com’è nata l’idea del European Corporate Foundations Knowledge Exchange?  Com’è evoluta la riflessione dalla prima edizione del 2016 al recente incontro di Zurigo?
 
All’interno di DAFNE, partendo dalla consapevolezza delle enormi potenzialità delle fondazioni d'impresa ma anche dei loro punti di debolezza, dopo una serie di scambi di idee, abbiamo deciso di alzare il livello della riflessione organizzando nel 2016 un primo incontro a numero chiuso all'INSEAD, la più prestigiosa business school europea.
 
Le prime due edizioni si sono incentrate su alcuni temi chiave: la natura, l'indipendenza e la governance delle fondazioni d'impresa rispetto all'impresa fondatrice oltre che sul ruolo specifico delle fondazioni nel contesto europeo in termini di impatto sociale.
 
Per capire l’importante cambio di prospettiva bisogna considerare che, a  differenza di altre istituzioni che hanno effettivamente bisogno di stare in rete, una fondazione d‘impresa è quasi un piccolo regno che può vivere nella sua autarchia, con le sue strategie, i suoi obiettivi, le sue valutazioni d’impatto, i suoi finanziamenti.
Passare da una visione meramente erogatrice a una volontà di affrontare in logica di rete le trasformazioni sociali, culturali, economiche e ambientali di oggi è segno di una visione proiettata verso il futuro.
 
Quali sono le riflessioni nate nel panel dedicato sull’Agenda 2030 che hai moderato?
 
Credo che l'Agenda 2030 si possa definire come la più importante agenda globale che sia stata fatta dal Piano Marshall.
Le fondazioni corporate possono essere uno strumento fondamentale per contribuire a raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile perché, a differenza di politiche di governo di breve/media durata, possono pianificare a una strategia di lungo periodo.
Uno degli obiettivi del panel era sollecitare le fondazioni d’impresa europee a fare propria l’Agenda e a investire nel lungo termine per il raggiungimento di quei 17 obiettivi, superando la logica dei piccoli progetti e investendo in strategie di cambiamento più sistemico.
 
Quali sono le fondazioni straniere che possono rappresentare in questo momento un modello di gestione e strategia?
 
Tra le fondazioni estere più interessanti citerei Fondation Cartier (Francia), Novo Nordisk Haemophilia Foundation (Svizzera), C&A Foundation
(Svizzera), Lloyds Bank Foundation (UK), Cartier Philanthropy (Svizzera), Kering Corporate Foundation (Francia).
 
Dove si svolgerà l’ECFKE del 2018?
 
Abbiamo vinto la candidatura per ospitarla in Italia, grazie al fatto che il 2018 per noi sarà l’Anno Europeo del Patrimonio culturale e grazie anche alla partnership avviata nel 2016 da Assifero con il Premio Cultura+ Impresa, segno dell’impegno nel nostro Paese nel considerare la cultura come potente strumento di inclusione e trasformazione della società.
La sede sarà Palermo, capitale italiana della cultura 2018. Nel 2019 ci sposteremo in UK.
 
 
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