Il Piemonte riscopre i suoi pittori grazie alla Fondazione Ferrero
Alba. Dal 27 ottobre 2012 al 27 gennaio 2013 la Fondazione Ferrero apre le sue sale all'allestimento di Danilo Manassero per la mostra «Carlo Carrà 1881-1966», curata da Maria Cristina Bandera e organizzata in collaborazione con la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte.
Il comunicato stampa sottolinea come la Fondazione Ferrero sia «attenta a favorire - con coerenza e costanza - la crescita del territorio e a promuoverne i valori anche all’esterno, mediante la diffusione della conoscenza dei più autorevoli esponenti dello scenario culturale piemontese» e lavorando in questo senso ha organizzato negli anni passati due importanti mostre, «Dal Duecento a Caravaggio a Morandi: la collezione di Roberto Longhi» nel 2007-8 e «Morandi. L’essenza del paesaggio» nel 2010-11. La mostra su Carrà è stata presentata contestualmente alla discussione di «Quaderno 13», indagine condotta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo per quantificare il valore economico degli investimenti culturali. Lo studio ha sottolineato anche il risvolto finanziario delle mostre organizzate dalla Fondazione Ferrero, che sono riuscite ad attirare migliaia di turisti sul territorio.
In occasione della retrospettiva su Carrà il legame tra l'artista e il territorio è condensata nella lettura che l'albese Roberto Longhi ha dato dell'opera di Carrà nel suo saggio del 1913 sui futuristi. Diciotto anni dopo l'ultima mostra monografica su Carrà - organizzata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1994 - l'analisi di Roberto Longhi si presta a una rilettura e a nuovi approfondimenti attraverso un’analisi antologica dell’intero percorso artistico di Carrà. Il progetto espositivo prevede infatti una selezione di 76 opere – provenienti da istituzioni nazionale e internazionali nonché da grandi collezioni private - che esplorano tutte le fasi creative del pittore, dalle prime opere «divisioniste», ai capolavori del Futurismo, l’«antigrazioso», la Metafisica, il «Realismo mitico», i paesaggi degli anni Venti, le composizioni monumentali degli anni Trenta e una selezione di nature morte. Come ha sintetizzato la curatrice Maria Cristina Bandera «Attraverso una rigorosa selezione delle opere in mostra, molte delle quali ormai vere e proprie icone dell’arte del ’900 il pubblico potrà tornare a scoprire il lungo percorso compiuto da Carlo Carrà, protagonista dei grandi movimenti delle avanguardie italiane e interprete di un nuovo linguaggio altamente narrativo e di grande suggestione».
La Fondazione Ferrero ha inoltre finanziato la produzione di un film documentario della regista Clarita Di Giovanni intitolato «Solo me stesso», propedeutico alla visita alla mostra, per offrire, accanto alle opere, uno spaccato sulla vita dell’artista.
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