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Il festival di antropologia culturale Dialoghi sull'uomo alla terza edizione: save the date Pistoia 25/27 maggio

  • Pubblicato il: 11/05/2012 - 14:01
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Articolo a cura di: 
Neve Mazzoleni
Giulia Cogoli

Pistoia. Al Festival dell’antropologia culturale, dal 25 al 27 maggio si parlerà della pratica del dono, centrale nella costruzione delle relazioni sociali, riproponendo le fondamentali riflessioni del grande antropologo francese Marcel Mauss.
Un tema molto sentito in questo momento critico, dove prevale un forte individualismo. L'approccio alternativo alla società del consumo ripartirà dalla solidarietà, dalla cooperazione, fino alla gratuità e libertà del gesto del dono, non sottoposto a coercizione o logiche di potere. Anche per il settore culturale, che ha subito gravissimi tagli nei finanziamenti necessari al suo mantenimento, questo argomento è provvido di spunti, soprattutto per attori come le Fondazioni, impegnati nel supporto dei territori.
Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Prof. Ivano Paci ha voluto il Festival «Dialoghi dell'Uomo» quattro anni fa, quando ha chiamato Giulia Cogoli, ideatrice del Festival della Mente di Sarzana, per prestare la sua consulenza su un format simile a quel modello, ma declinato alla città di Pistoia.
Dopo uno studio di fattibilità che ha analizzato la recettività del territorio e le novità culturali, la  tematica è stata individuata nella prospettiva della ricerca dell'antropologia culturale, argomento ancora poco approfondito in Italia.
Giulia Cogoli cosi’ ha raccontato la nascita del progetto «Quattro anni fa è partito uno studio di fattibilità, anche se i tempi erano cambiati nel frattempo. I festival erano proliferati notevolmente e c’erano un altissimo tasso di natalità/mortalità degli stessi. Abbiamo avuto l’esigenza di tornare a riflettere sul format festival, sul senso e sull’oggetto del festival. Appoggiandomi agli studi fatti da Guerzoni, mi sono accorta che esiste una grossa forbice tra i festival data dalla professionalità degli organizzatori e dalla lungimiranza di chi li promuove. I festival hanno necessità di consolidarsi nel tempo: il progetto ha bisogno di avere un respiro che permettere al festival di creare un suo percorso e una sua crescita. Pistoia è una città bellissima e accogliente, poco conosciuta e scarsamente frequentata dai turisti, una città comoda perché raggiungibile con l’autostrada e il treno,  condizioni favorevoli per la fruibilità e ospitalità alberghiera. Il grosso dello studio è stato fatto sulla tematica.
La prima edizione si è concentrata sull'identità, per la seconda il corpo, per questa edizione il dono. La Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia sostiene completamente l'evento con un investimento di circa 350mila Euro.
Il Comune ha aderito al progetto, senza contributo economico, ma di risorse umane e logistica. Da una presenza di 9000 visitatori, agli 11mila del 2011, la partecipazione è in crescita. Molte presenze da extra-regione e un target prevalente femminile con molti partecipanti con profili di alta scolarità. Fra il capitale umano coinvolto gli studenti e gli insegnanti sono numerosi,  donando volontariamente il loro tempo ed entusiasmo per coordinare le giornate di dialogo. Dalle parole di Cogoli emerge una lettura sul successo del fenomeno: «In Italia esiste una forte richiesta di approfondimento culturale che solo in minima parte è soddisfatto. Nella tv pare essere totalmente scomparso l'approfondimento culturale, il mondo universitario è molto chiuso e quest’esigenza è solo parzialmente soddisfatta dalla rete. A questa richiesta culturale si unisce un bisogno di confronto, di partecipazione e di condivisione, che la rete non offre e socialmente è venuta meno, in particolare con la crisi della politica. Il ruolo dei festival è perciò doppio: da una parte offre approfondimento e confronto culturale culturale, dall’altro lato è occasione di scambio e partecipazione, di cui vi è una fortissima esigenza».
 
Per la terza edizione del Festival dal titolo «Dono, dunque siamo. Donare, scambiare, condividere per una società più equa», grandi nomi internazionali si alternano fra i 19 eventi programmati: si apre con la lectio magistralis dello psicoanalista Luigi Zoja «Dono e obbligo. Una riflessione sul contributo sociale», per seguire con l’introduzione alla tematica generale a cura di Marco Aime, partendo dalla lezione del grande antropologo Marcel Mauss a cui tutti nel '900 si sono ispirati per parlare di dono e scambio, in termini di fondamento di  gran parte dei nostri rapporti, nel gioco dono-scambio-reciprocità, in una perenne alternanza di squilibrio ed equilibrio, che mantiene vive le relazioni tra gli individui. Fra gli altri ospiti il sociologo Zygmunt Bauman, l’antropologo Mark Anspach, gli scrittori Daniel Pennac e Stefano Benni, Padre Enzo Bianchi della comunita’ di Bose, le filosofe Laura Boella e Elena Pulcini, gli economist Stefano Zamagni e Luigino Bruni. In chiusura, uno scoppiettante Alessandro Bergonzoni con un nuovo reading appositamente scritto sul dono. A commento della contestualizzazione di questa terza edizione, Giulia Cogoli dichiara: «In un momento di crisi gravissima come quella che sta attraversando il nostro paese, e più in generale il cosiddetto “sistema occidentale”, sembra utile porsi da un’angolatura antropologica per analizzare il perché del primato dei rapporti economici nella nostra società. Diviene dunque importante ed urgente parlare del “dono” in una società in cui l’immaginario è totalmente condizionato dall’ideologia del mercato e in cui sembra impossibile uscire dagli schemi dominanti, dove i rapporti fra esseri umani sono subordinati ai rapporti fra uomini e cose, e dove i valori che orientano l’agire non sono più basati su legami sociali ed etici».
Un invito di grande visione alla responsabilità che ognuno di noi deve agire nella società, con la libertà di un gesto di gratuità come il dono.
 
 
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