Gli zingari di Koudelka e la New York di Leiter
Milano. Due mostre molto diverse, ma entrambe di grandissima qualità, sono proposte fino al 16 settembre da Fondazione Forma: una, in collaborazione con Magnum Photos, espone in prima mondiale il progetto «Zingari» di Josef Koudelka, uno dei cicli fotografici più noti e influenti del XX secolo, progettato dall'artista nel 1970, poco prima di lasciare la Cecoslovacchia (Koudelka è nato in Moravia nel 1938; vive e lavora tra Parigi e Praga), ma rimasto lungamente inedito. Riproposto da Contrasto, il volume riunisce 109 immagini, ora splendidamente ristampate per la mostra sotto gli occhi dell’autore ed esposte rispettando l’ordinamento del libro. In quegli scatti Koudelka fissa la vita delle comunità gitane dell'ex Impero austroungarico accentuandone la teatralità dei rituali, la gioia chiassosa delle feste e la melanconia dettata dalla consapevolezza del chiudersi dell'età del nomadismo.
Di segno totalmente diverso, grazie al suo sguardo da «fotografo di strada» sedotto dal pulsare della vita metropolitana, negli anni in cui le metropoli vivevano la loro gloria, è la personale di Saul Leiter «Le luci di New York». Rabbino mancato, perché folgorato nel 1947 da una mostra di Cartier-Bresson, Leiter (nato a Pittsburgh nel 1923, vive a New York dove tuttora lavora) ha sempre praticato contemporaneamente la pittura, suo primo amore, e la fotografia. Ma è proprio con questa che ha raggiunto i risultati più felici, creando immagini sofisticate eppure semplici, «belle» («cerco di rispettare certe nozioni di bellezza, benché per alcuni si tratti di concetti vecchio stile») eppure mai manierate, in cui un dettaglio rende unico anche il momento più banale. La mostra, in collaborazione con la galleria newyorkese Howard Greenberg, riunisce una scelta di splendide fotografie inedite in bianco e nero e a colori, quadri e una serie di polaroid dipinte.
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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 25 giugno 2012