Fondazione Cirulli: dal futurismo al boom economico
La Fondazione Cirulli a Bologna con la sua Collezione del Novecento italiano. Lo “Spazio Simon Gavina” rinasce come sede dell’arte e design in Italia
La Fondazione Cirulli in occasione di Arte Fiera ha presentato il suo progetto working progress per la Collezione d’arte e design, che verrà ospitata a San Lazzaro di Savena nello spazio progettato nel 1960 dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni come atelier creativo per Dino Gavina.
Massimo e Sonia Cirulli, infatti, hanno deciso di creare una Fondazione proprio con questo scopo: la valorizzazione, in ambito nazionale e internazionale, dell’arte e della cultura visiva italiana del XX secolo attraverso una rilettura dal taglio inedito e multidisciplinare della sua eredità culturale, la creazione di un centro internazionale per la promozione dello studio e della divulgazione della cultura creativa italiana da inizio Novecento agli anni ’70, dalla nascita della modernità e del Made in Italy fino al boom economico.
E non poteva esserci sede simbolicamente più significativa di quella che per anni ha rappresentato la genialità di Dino Gavina, il celebre imprenditore e maestro del design italiano. L’apertura ufficiale avverrà in contemporanea con Arte Fiera 2018, con un progetto espositivo realizzato attraverso una selezione delle opere curata da alcuni membri del Comitato Scientifico della Fondazione, connotato da una forte proiezione internazionale (da Pier Paolo Antonello a Silvia Evangelisti, da Nicola Lucchi ad Ara H. Merjian a Jeffrey T. Schnapp).
La Fondazione raccoglie infatti oltre 200 mila opere, da Lucio Fontana alle fotografie di Berengo Gardin Mollino e Ghergo ai dipinti di Licini Balla Depero Sironi Munari, dai progetti originali di Sottsass e Giò Ponti agli straordinari disegni di Bob Noorda per la comunicazione dei pneumatici Pirelli ai manifesti pubblicitari di Prampolini e Testa.
Un vasto e articolato patrimonio che i Cirulli hanno progressivamente acquisito, a partire dagli anni Ottanta a New York, dove Massimo - già consulente di Banche italiane per il mercato americano - ha condiviso con alcuni amici e sviluppato la passione del collezionismo d’arte, costruendo nel tempo una vasta rete di rapporti internazionali. Come uomo d’impresa ha voluto caratterizzare la propria collezione con una particolare ed originale attenzione ai media, alla cultura materiale, per cogliere l’evoluzione dell’arte italiana del Novecento come sistema culturale complessivo (quadri, sculture ma anche manifesti, fotografie, fotomontaggi, oggetti di design, libri, riviste, disegni architettonici) in modo da meglio comprendere lo spirito del tempo nei contenuti e nelle contaminazioni dei linguaggi delle varie forme dell’espressione artistica.
Il cuore del progetto sarà un ampio spazio museale («una sorta di Wunderkammer dell’arte italiana») che racconterà la nascita dello stile italiano e gli artisti che hanno reso grande il Made in Italy nel mondo, con una mostra permanente delle opere della Fondazione e mostre temporanee che «saranno di primissima qualità, di richiamo internazionale, con prestiti dai più importanti musei e collezioni del mondo». A completamento dell’offerta, la Fondazione avvierà progetti culturali (mostre, eventi, pubblicazioni) incentrati sulla trasversalità dei molteplici ambiti disciplinari ed anche scambi con istituzioni internazionali e realtà private italiane (musei, fondazioni, archivi storici, atenei e aziende).
L’obiettivo è quello di dare vita ad una narrazione stimolante e coinvolgente dell’arte italiana del Novecento in tutti i suoi aspetti, che non si rivolga solo agli addetti ai lavori, ma sia interessante per un più vasto pubblico perché, dice Massimo Cirulli, «l’arte è pop, popolare, trasversale, per tutti». Sviluppando il racconto del Novecento italiano con l’originale trasversalità di una collezione che coinvolge diverse espressioni, dall’arte figurativa, al disegno progettuale di architettura e design, alla grafica, alla fotografia. Un percorso attraverso dieci temi: architettura, industria, moda e design, costume e società, propaganda, velocità e volo, cultura, sport e tempo libero.
Così il maggior archivio privato di arte italiana del XX secolo («il secolo della modernità in cui nasce e si sviluppa la creatività italiana come oggi la conosciamo») diverrà uno spazio culturale polivalente dedicato ad una visione complessiva della “modernità”, collocandosi – è l’ambizione e l’orizzonte del progetto - «nel panorama globale come luogo simbolo per lo studio, la conservazione e la conoscenza della cultura visiva italiana, vista con una sensibilità contemporanea».
www.fondazionecirulli.org