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Difficoltà delle Fondazioni di origine bancaria? Aggregazioni in vista

  • Pubblicato il: 26/07/2013 - 16:44
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Redazione

Venezia. «La Patreve delle Fondazioni di origine bancaria? Un'idea sulla quale lavorare solo se la Fondazione Cassamarca la fa propria». Giuliano Segre, presidente delle Fondazione di Venezia e coordinatore della Consulta delle dieci fondazioni di origine bancaria del Triveneto, commenta così la proposta del sindaco trevigiano Giovanni Manildo. «Le Fondazioni - spiega Segre - nascono poco più di venti anni fa dalla privatizzazione delle banche, e operano nel proprio territorio di riferimento. Certo, la prospettiva metropolitana che interessa la città di Venezia, allargata ai territori di Padova e Treviso, sulla quale da almeno quarant'anni si discute, impone una riflessione su quello che proprio la legge istitutiva delle fondazioni indica come territorio di riferimento. Ma è un ripensamento valido per le dieci città metropolitane che nasceranno in Italia e che merita di essere affrontato organicamente a livello dell'ACRI, l'associazione che raggruppa le 88 fondazioni di origine bancaria del nostro Paese. In questa fase, può nascere solo all'interno dell'organo di indirizzo della Fondazione Cassamarca una ipotesi di collaborazione più stretta e strutturata con Padova e/o Venezia».

Altro discorso è quello del commissariamento. «Come presidente della Consulta (e anche a Venezia ho sempre agito così) ho il dovere di difendere le fondazioni dalle ingerenze formali del mondo politico, per quanto di alta provenienza. Ė bene ricordare che le Fondazioni svolgono la loro attività e operano le loro scelte libere da condizionamenti esterni che ne possano limitare l’autonomia. Il rapporto con gli attori locali, pubblici e privati, è improntato sullo spirito di collaborazione, nel reciproco rispetto delle autonomie e prerogative decisionali. Nessuno, al di fuori dell’Autorità di Vigilanza del ministero del Tesoro, e su autorizzazione politica del Ministro Saccomanni, può intervenire sulla sovranità delle fondazioni: lo dice con fermezza la legge stessa. Ognuno è artefice del proprio futuro, e questo è valido anche per Cassamarca, ma dobbiamo essere in grado di affrontare e - se possibile, risolvere - i problemi prima che ci siano interventi esterni, da chiunque provengano».