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Democrazia, libertà e cultura: la filantropia secondo la Open Society Foundations

  • Pubblicato il: 16/11/2015 - 00:15
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
Elena Lombardo

«Potremmo dire che rappresentare una vera ‘open society’, nella quale libertà di espressione e democrazia sono essenziali e nessuno detiene il monopolio della verità, richieda una fervida immaginazione. Concepire un mondo simile è il punto di partenza per il lavoro delle Open Society Foundations. E spesso, sono le arti a farsi manifesto di questa visione, prendendo in prestito i nostri obiettivi ed ideali»[1]

 
La storia in breve
La Open Society Foundations (OSF) è una rete di fondazioni creata dal filantropo George Soros (Budapest 1930), hedge fund manager, chairman del Soros Fund Management LLC e magnate della finanza. Nel 1970, insieme a Jim Rogers, Soros fu co-fondatore del Quantum Fund (1970) che gli garantì per un decennio un rendimento annuo superiore al 40% spingendolo, nel 1979, a dedicarsi attivamente alla filantropia.
Soros diete vita alla sua prima fondazione non americana in Ungheria nel 1984, contribuendo alla transizione e uscita dal comunismo dei paesi est europei tra il 1984 e il 1989. Prima della caduta del muro di Berlino, Soros costituì altre due fondazioni in Polonia ed in Russia, espandendosi successivamente in altri paesi dell’est Europa e dell’Asia centrale per sostenere la nascita di governi democratici nei paesi post sovietici.
Nel 1991, l’istituzione della Central European University, centro di ricerca e analisi delle politiche internazionali indirizzato alla promozione dei principi democratici nel mondo, costituì il primo passo verso lo sviluppo di un programma interamente dedicato all’educazione, oggi colonna portante delle strategie e degli investimenti delle OSF. A partire dal 1993, la fondazione finanziò aiuti umanitari per decine di miglia di dollari durante gli anni di guerra nei paesi dell’ex Jugoslavia ed in particolar modo a Sarajevo dove investì nella creazione di infrastrutture per garantire l’accesso a reti elettriche, gas e acqua potabile.
«La nostra comprensione del mondo è per natura imperfetta e ciò che è imperfetto può essere migliorato»[2], con questa consapevolezza, e con l’ambizione di poter contribuire attivamente alla costruzione di società migliori e democratiche, Soros ha sviluppato un modello filantropico unico che dal 2010 è presente in ogni area geografica del mondo.
 
 
 
Filantropia e cambiamento
Nel corso degli ultimi trent’anni, la Open Society Foundation ha finanziato per oltre 12 miliardi di dollari progetti di varia natura: 1.6 miliardi sono stati destinati al supporto dello sviluppo democratico dei paesi dell’est Europa e dell’ex unione sovietica; circa settecento milioni di dollari sono stati investiti nel settore della salute ed in particolare in programmi dedicati a patologie come l’AIDS, tubercolosi, lo sviluppo di palliative, la prevenzione e i diritti dei malati.
Oltre 200 milioni di dollari sono stati investiti nella lotta alla discriminazione e quasi 3 miliardi di dollari in progetti per la difesa dei diritti umani, con particolare attenzione per le donne, le minoranze etniche, religiose e le categorie sociali marginalizzate.
Sono stati finanziati programmi educativi per più di 2 miliardi di dollari mentre 1.5 miliardi sono stati destinati alla promozione di riforme negli Stati Uniti negli ambiti dell’immigrazione e della giustizia.
La spesa della Open Society Foundations nel 2014 è stata complessivamente di 827 milioni di dollari secondo un modello dichiaratamente orientato all’impatto sociale, alla collaborazione con i singoli paesi, e allo sviluppo di risorse e competenze locali.
Per queste ragioni le aree di intervento delle Open Society Foundations nel mondo riguardano problematiche globali ma in stretta relazione con le criticità e necessità riscontrate a livello territoriale.
AfriMAP- The Africa Governance Monitoring and Advocacy Project, definisce indicatori di progresso e sviluppo sociale attraverso variabili relative al rispetto dei diritti umani, democrazia e legalità.  Grazie alla collaborazione con partner nazionali e organizzazioni locali, il progetto consente operazioni di monitoraggio della società civile e lo sviluppo di report dettagliati rispetto alle problematiche amministrative e governative dei paesi africani di riferimento.
Progetti formativi a vari livelli, promuovono la tutela dell’infanzia attraverso la sensibilizzazione delle comunità locali e lo sviluppo professionale in ambito didattico: una lotta alla riduzione della disuguaglianza sociale e alla discriminazione che passa attraverso l’ampliamento dell’accessibilità al sistema educativo, con l’obiettivo, tra gli altri, di fornire ai paesi in via di sviluppo le competenze e risorse necessarie alla formazione dei leader di domani.
Il rispetto dei diritti umani e la riduzione della disuguaglianza sociale non vengono promossi solo attraverso il sostegno all’educazione, ma anche attraverso la tutela del diritto di informazione e di libera espressione. In questa prospettiva, la OSF sostiene il giornalismo indipendente grazie ad un programma dedicato sia all’aumento dell’accessibilità all’informazione che alla creazione di un ambiente sicuro che consenta la libera investigazione giornalistica e la condivisione della conoscenza.
 

Perché investire in arte e cultura?
La OSF riconosce e promuove l’importanza dell’espressione artistica e creativa nella costruzione di società libere, giuste e democratiche e lo fa garantendo il sostegno a progetti culturali in grado di riportare al centro del dibattito e delle azioni politiche la tutela diritti umani, la lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze ed il superamento dei conflitti.
Intesa come piattaforma di condivisione, confronto e comprensione reciproca, l’esperienza culturale diventa strumento di libertà, energia e motore per un cambiamento sociale positivo e possibile: come hanno dimostrato le sedi Serba e Kosovara della OSF affrontando il tema della riconciliazione tra i due paesi attraverso la coproduzione di Romeo e Giulietta, spettacolo teatrale metafora del conflitto e della sua insensatezza.
Con gli stessi obiettivi, grazie al Documentary Photography project, OFC ha sostenuto in Armenia una mostra fotografica pensata per alimentare il dibattito politico relativo alle scuse ufficiali presentate dal governo armeno in occasione del 100º anniversario del genocidio che scosse il paese tra il 1915 e il 1916. Mentre ad Haiti ha contribuito alla produzione di un festival teatrale rivolto alla sensibilizzazione, dialogo e partecipazione del pubblico giovanile: un’occasione per discutere le grandi sfide, problematiche, lotte e successi della popolazione haitiana.
Per ritornare alla domanda di partenza, questi progetti e molti altri raccolti dalla OSF in questo video ci raccontano perché l’arte, oggi come in passato, è importante per la società e perché la filantropia deve prendersene cura.
 
“It is the forces outside of governments, from journalisms to artists, to human rights advocates, who help a society hear others, see others and recognize claims of justice as legitimate.”
Chris Stone (OSF, President)
 
[Arts allow us]
 “To show our autonomy, to be able to become ourselves. Arts provide the opportunity to have the experience that we are independent human beings.”
István Rév (OSF, Global Board Member)
 
“Art represents a form of individual expression that is a sort of bulwark for any democratic society.”
Leonard Bernardo (OSF, Regional Director EURASIA)
 
 
 

[1] Traduzione: “You could say it takes a wild imagination to picture a truly open society—one where freedom of expression and democracy are paramount, and where no one holds a monopoly on the truth. Envisioning such a world is the starting point for the Open Society Foundations’ work. And often, it is the arts that make manifest that vision, lending form to our goals and ideals.”
 Fonte: https://www.opensocietyfoundations.org/voices/role-arts-and-culture-open-society

[2] https://www.opensocietyfoundations.org