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Da un «Palazzo d’oro» il sicuro protettorato per l’arte

  • Pubblicato il: 26/07/2013 - 13:01
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SPECIALI
Articolo a cura di: 
Redazione
Palazzo Contarini

La Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone ha di recente pubblicato un volume intitolato «Venti anni 1992-2011», curato da Giuseppe Bergamini, uno dei massimi esperti di arte friulana, e dal teologo monsignor Luciano Padovese, per diversi anni vicepresidente della Fondazione, in cui si fa il punto della situazione sui primi vent’anni di attività e sulla mission istituzionale della Fondazione. Si tratta di una realtà profondamente radicata nel territorio delle province di Udine e Pordenone e aperta al dialogo con le istituzioni, che interviene attivamente per favorire la crescita economica, culturale e sociale della collettività attraverso il sostegno a soggetti non profit nella realizzazione di progetti che fanno capo ai settori rilevanti, tra i quali si annovera, per il triennio 2011-2013, quello dell’artee della cultura.
In questo ambito si inserisce il convinto sostegno che la Fondazione offre con continuità all’Azienda speciale Villa Manin di Passariano, la fastosa dimora di Ludovico Manin, ultimo doge di Venezia. Centro conservatore e propulsore di cultura, Villa Manin è considerata, da appassionati, artisti, operatori e galleristi, un vero e proprio punto di riferimento per la salvaguardia e la fruizione di opere d’arte non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale. Sono state allestite al suo interno esposizioni di rilievo, tra le quali si ricordano, negli ultimi anni, le mostre dedicate a «Munch e lo spirito del nord. Scandinavia nel secondo Ottocento» (2010-2011) e all’«Espressionismo» (2011-2012). Un contribuito altrettanto significativo è stato concesso alla grande esposizione, conclusasi da poco, dedicata a Giambattista Tiepolo, uno dei maggiori esponenti del Settecento veneziano attivo anche in Friuli, intitolata «Giambattista Tiepolo. Dal vecchio e nuovo mondo».
È il presidente Lionello D’Agostini a ricordare che «promuovere le arti e coltivare il patrimonio della Comunità è un dovere, una vera e propria mission statutaria per la Fondazione Crup, che da sempre supporta le realtà, come Villa Manin, attive sul territorio e impegnate a valorizzare la cultura attraverso manifestazioni di grande impatto e valore artistico».
Alle attività espositive la Fondazione offre un sostegno continuo e costante a lungo termine: come dimostrato di recente partecipando alla realizzazione della mostra «Giorgio Celiberti. Diario (1947-2013)», un’antologica di 200 opere inedite che dal primo giugno rende omaggio al grande artista friulano, celebrando la sua lunga e apprezzata attività e cercando di realizzare, almeno per qualche mese, il suo sogno nel cassetto, quello di fare in modo che «l’arte sia alla portata di tutti».
Il sostegno della Fondazione Crup a una realtà d’eccellenza come Villa Manin assume un significato ancor più ampio e concreto poiché, in virtù di tale contributo, la cultura diventa volano dell’economia locale e la Fondazione stessa punto di riferimento per gli operatori culturali attivi nelle province
di Udine e Pordenone, principale territorio di riferimento dell’Ente.

La Fondazione Crup ha già da alcuni anni avviato una collaborazione con il Centro Regionale di Catalogazione e Restauro di Villa Manin di Passariano, che fa capo al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che raccoglie, attraverso la catalogazione partecipata, i beni delle collezioni pubbliche e private, contribuendo al Catalogo Unico Nazionale dei Beni Culturali.
Grazie a questa collaborazione la Fondazione ha censito e catalogato il proprio patrimonio artistico composto da oltre 500 opere tra dipinti, sculture, opere grafiche, oreficerie, oggetti d’arte sacra e arredi, appartenenti al territorio, opere di artisti noti come Giovanni Martini, Palma il Giovane, Giulio Quaglio, Nicola Grassi, Napoleone Pellis, Fred Pittino, Afro e Mirko Basaldella, ma anche di artisti «minori» che, come ricorda Giuseppe Bergamini, sono «silenziose attestazioni delle piccole e grandi vicende che hanno accompagnato, generazione dopo generazione, uomini e luoghi».

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da Vedere in Friuli Venezia Giulia, n.1 luglio-agosto 2013, Umberto Allemandi &co.