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'Cultura libera' VS conservazione: forse è possibile

  • Pubblicato il: 23/09/2016 - 09:47
Autore/i: 
Rubrica: 
CULTURA DIGITALE
Articolo a cura di: 
Emanuela Gasca

Per il settimo anno consecutivo, il quinto in Italia, nel mese di settembre siamo invitati ad immortalare il nostro patrimonio culturale nell’ambito dell’iniziativa Wiki Loves Monuments - WLM. Nato nel 2010 nei Paesi Bassi, l’evento ha ricevuto gli anni seguenti l’appoggio della Commissione Europea e del Consiglio d’Europa riscuotendo sempre più successo a livello di partecipazione dei cittadini che intervengono al concorso proponendo le immagini scattate da loro. Oltre ad aver interessato numerose realtà culturali coinvolgendo più di 50 stati, WLM rappresenta oggi un processo bottom – up che è testimone di uno dei dibattiti più attuali del momento: il rapporto tra patrimonio e digitalizzazione. In questo caso questo binomio viene letto dal punto di vista della riproduzione fotografica dei monumenti in un panorama legislativo e istituzionale in cui si riflette molto sulla tutela, ma in cui c’è ancora molto da dire sulla valorizzazione intesa come fruizione fisica e virtuale dei nostri beni culturali. Conservazione, digitalizzazione e diffusione della “cultura libera” sono solo alcuni dei temi di cui abbiamo discusso con Giuliana Mancini, Executive Director Wikimedia Italia cogliendo l’occasione di approfondire WLM nell’ambito delle altre progettualità di Wikimedia Italia. Proponiamo questa conversazione nella nostra rubrica “Cultura Digitale” in quanto crediamo che questa iniziativa rappresenti un elemento importante nel dibattito internazionale sui temi della digital transformation che abbraccia una varietà di visioni e strategie assolutamente attuali, dalla formazione, alla sensibilizzazione dei cittadini, alla comunicazione.

 
Per analizzare in modo puntuale l’iniziativa Wiki Loves Monuments, è necessario inquadrare il progetto in un panorama più ampio legato, in Italia, a Wikimedia Italia – WMI. Nata nel 2005 da un gruppo di volontari wikipediani, WMI è un’associazione di promozione sociale e ha l’obiettivo di diffondere i principi della cultura libera tramite i progetti Wikimedia, progetti a contenuto aperto[1].
La caratteristica principale di WMI è lavorare con un ruolo di facilitatore per liberare la conoscenza. Giuliana Mancini – Executive Director Wikimedia Italia – evidenzia questo aspetto definendolo un processo «che nasce dal basso, dalle persone e torna alle persone in quanto chiunque può scrivere Wikipedia. Oggi infatti – continua Mancini - Wikimedia Italia con i suoi 400 soci sparsi in tutta Italia, lavora fianco a fianco delle istituzioni culturali con l'obiettivo di portare l'enciclopedia ma soprattutto i valori che stanno dietro l'enciclopedia tra le istituzioni, tra le persone diffondendo valori come la condivisione e la cultura libera».
WMI in realtà non lavora solo in contesto italiano ma si colloca nel panorama più ampio delle attività di Wikimedia Foundation – WMF - che ha riconosciuto WMI come “capitolo” nazionale di riferimento.
Diffusione, crescita, sviluppo e distribuzione di contenuti educativi è la mission di WMF che si configura come organizzazione no profit che ha l’obiettivo di diffondere gratuitamente al pubblico l'intero contenuto di questi progetti wiki-based. Queste stesse priorità stanno anche alla base di WMI che condivide la stessa filosofia open di WMF, il suo omonimo internazionale.
Non solo. Tra le formule vincenti di WMI per sensibilizzare i cittadini verso questi temi ci sono anche eventi informali – aperti ai soci del gruppo ma anche ai simpatizzanti – e edithaton, maratone di scrittura di voci di wikipedia, mapping party o wikigite, ovvero gite e percorsi guidati per “mappare” il territorio con OpenStreetMap[2] o per scattare fotografie che poi potranno andare ad arricchire l'enciclopedia e molti altri eventi.
In questo contesto nelle attività di WMI troviamo conferma che digitalizzazione, formazione e digital skills sono elementi strettamente interrelati.
Giuliana Mancini sottolinea infatti come «la richiesta di corsi per istituzioni educative e culturali è via via aumentata durante gli anni. WMI lavora molto con le scuole e le università in quanto Wikipedia è un progetto estremamente educativo per i ragazzi: è un’iniziativa collaborativa ed insegna la necessità di un punto di vista neutrale. La formazione, però, non si limita agli studenti ma si rivolge anche agli insegnanti: lo scopo, in questo caso, è quello di invogliarli a riversare le loro conoscenze sull’enciclopedia in modo da condividerle con tutti o, ad esempio, ad autoprodurre materiali didattici in modo condiviso usando le piattaforme wiki».
Collaborazione non solo con gli istituti scolastici ma anche con le istituzioni culturali.
«I musei, gli archivi e le biblioteche stanno diventando sempre più nostri interlocutori strategici perché la collaborazione con queste istituzioni ci permette di arricchire con contributi di qualità l'enciclopedia e di colmare un gap di conoscenze altrimenti assenti nell'enciclopedia stessa, grazie alle conoscenze tecniche e specialistiche e all'esperienza di operatori del settore». Mancini ricorda inoltre che «il rapporto con il mondo bibliotecario e dei musei si è rafforzato nel momento in cui sono state valorizzate le potenzialità di Wikisource[3] - la biblioteca digitale della famiglia Wikimedia - e di Wikimedia Commons[4], “l'archivio centrale” di file multimediali per i progetti Wikimedia».
In quest’ottica anche alcuni musei si sono fatti promotori dell'idea di bene comune digitale attraverso il libero accesso digitale alle proprie collezioni, raccogliendo la sfida di WMI  per la libera condivisione del sapere. Il tutto grazie alla collaborazione con ICOM, l’Internation Council of Museum, e con Museimpresa che hanno permesso di coinvolgere realtà come il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci il Milano o il Museo Galileo di Firenze per la condivisione di migliaia di immagini digitalizzate ».
 
Questa contestualizzazione era necessaria per inquadrare Wiki Loves Monuments,  il concorso fotografico che si svolge nel mese di settembre che ha come obiettivo quello di valorizzare il patrimonio culturale italiano online, creando un immenso archivio fotografico di immagini nel quale il soggetto degli scatti è il “monumento”, inteso nella vasta accezione datagli dall’UNESCO, in cui sono compresi anche i paesaggi naturali.
«WLM ed in particolare l’edizione del 2011 è entrata nel Guinness World Records come il più grande concorso fotografico al mondo con 168.208 immagini inviate da più di 5.000 partecipanti - ricorda Giuliana Mancini. Ha ricevuto inoltre negli anni l’appoggio della Commissione Europea e del Consiglio d’Europa riscuotendo sempre più successo a livello di partecipazione dei cittadini.
Per organizzare il concorso Wikimedia Italia coinvolge numerose istituzioni pubbliche e private in merito alla possibilità di creare una lista di monumenti fotografabili. WMI ha così avviato di recente un dialogo costruttivo con il Ministero dei Beni e le Attività Culturali e del Turismo e con il Parlamento, volto a rivedere le norme disciplinanti la riproduzione dei beni culturali. Fine comune è consentire al patrimonio italiano di esprimere liberamente tutto il suo potenziale a livello culturale, creativo ed economico anche attraverso il ricorso ad una piattaforma web mondiale come Wikipedia.
Queste premesse sono necessarie per comprendere gli effetti indiretti del concorso – sottolinea ancora Mancini. Infatti, la raccolta delle autorizzazioni e delle immagini consente di realizzare una mappatura capillare del territorio e la creazione di un database dei monumenti presenti in Italia; inoltre, contribuisce a incrementare la consapevolezza nei confronti dei monumenti presso il pubblico e presso gli stessi proprietari».
Non solo localizzazione dei luoghi, ma anche documentazione dei beni culturali, soprattutto quando questi luoghi vengono colpiti da sismi o catastrofi naturali, per esempio. Proprio con questo spirito infatti WMI ha dedicato nel 2015, un premio speciale del concorso al tema del recupero della memoria dei luoghi colpiti dal sisma nel 2012, insieme a APT Emilia Romagna, Segretariato Regionale del Mibact per l'Emilia Romagna, Euronics e Canon.
 
Per concludere abbiamo chiesto a Giuliana Mancini il suo punto di vista rispetto alla diffusione dei temi legati alla digitalizzazione nel medio lungo periodo.
«I temi della digitalizzazione saranno sempre più pressanti, perché la consapevolezza delle sue potenzialità ha ormai attecchito a molti livelli. Le richieste future, secondo me, andranno sempre di più nella direzione di una maggiore condivisione in maniera libera della conoscenza – che rappresenta uno dei cardini della nostra attività - e questo non potrà che passare dalla digitalizzazione, dalla libera partecipazione e dal fare rete».
 
La lettura del concorso WLM e le altre progettualità di WMI fanno riflettere sulla potenzialità della digitalizzazione che, da un lato presuppone un forte lavoro di coinvolgimento delle istituzioni, e dall’altro prevede una forte partecipazione dal basso, da parte cioè di coloro che condividono la “cultura libera”. In questo processo bottom up sono parte attiva i cittadini che, come nel caso del concorso WLM, si avvicinano ai beni culturali proponendone attraverso le fotografie una lettura personale.
Interessante anche che questa condivisione avvenga proprio attraverso gli strumenti wiki con i quali ci confrontiamo giornalmente. Questi ultimi non sottintendono solamente accorgimenti tecnici legati all’utilizzo delle nuove tecnologie, ma presuppongono importanti ragionamenti strategici e di policy con gli enti territoriali e culturali del territorio.
 
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[1] Giuliana Mancini ricorda che il progetto più conosciuto è l'enciclopedia libera Wikipedia, oggi stabilmente valutata come il 5° o 6° sito più visitato al mondo con mezzo miliardo di visitatori unici al mese

[2] OpenStreetMap è un progetto che punta a creare e rendere disponibili dati cartografici, liberi e gratuiti a chiunque ne abbia bisogno. Il progetto è stato lanciato perché la gran parte delle mappe normalmente si pensano libere, hanno, in realtà restrizioni legali o tecniche, impedendo quindi alle persone il loro uso per scopi produttivi, creativi (fonte: https://openstreetmap.it/).

[3] Wikisource è un progetto che permette alle biblioteche che possiedono digitalizzazioni di opere pre-novecentesche di renderle disponibili online. La piattaforma consente di ottenere copie dei testi sia nella loro versione visiva originale sia, grazie alla trascrizione fatta da volontari e appassionati, una versione testuale più facilmente leggibile per tutti e da cui può essere tratto anche un formato EPUB: un ottimo strumento dunque per biblioteche e archivi che vogliono “aprire” i propri tesori e non solo guadagnare in visibilità, ma anche ottenere trascrizioni digitali di libri in loro possesso. Numerosi sono i soci di Wikimedia Italia che lavorano nelle biblioteche e negli anni abbiamo creato partnership con enti quali, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura o l'ICCU, solo per fare qualche esempio.

[4] I musei e gli archivi che condividono le immagini digitalizzate delle loro collezioni attraverso gli strumenti wiki garantiscono visibilità alle stesse e ne tutelano l'integrità, facendo circolare sul web immagini “ufficiali” di qualità e condividendo cultura in maniera libera.