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Congdon, l'americano che capiva Venezia

  • Pubblicato il: 04/05/2012 - 11:11
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Lidia Panzeri
William Congdon

Venezia. «Venezia, scriveva nel 1950 a un amico William Congdon, è sempre il luogo, più d’ogni altro al mondo, fatto per essere dipinto». Congdon (Providence, Rhode Island 1912-Milano 1998) giunge nella città lagunare nel 1948 e, pur con interruzioni, vi soggiorna fino al 1960. Senza alcun timore reverenziale per i tanti artisti che si erano cimentati nella rappresentazione della città. Anzi affermando di essere sicuro di aver superato lo stesso Guardi. Casomai il termine di paragone lo stabilisce l’amica Peggy Guggenheim quando afferma: «William Congdon è l’unico pittore, dopo Turner, che ha capito Venezia, il suo mistero, la sua poesia , la sua passione».
Questa sua vicenda veneziana è ora ripercorsa in una mostra che l’Università di Ca’ Foscari organizza in occasione del centenario della sua nascita. «William Congdon a Venezia (1948–1960): uno sguardo americano» a cura di Silvia Burini e di Giuseppe Barbieri in collaborazione con la William G. Congdon Foundation Milano-Washington e in programma dal 5 maggio all’8 luglio.
Americano, perché pur essendo Congdon artista appartato, difficilmente inquadrabile, risente pur sempre di quella rivoluzione che va sotto il nome di Action painting, affine al suo senso drammatico e passionale della vita. Che si riflette, soprattutto, nella prima serie delle sue vedute, quella in cui sono rappresentati i luoghi di culto: da piazza San Marco a Palazzo Dario. Dagli anni ’50 è il confronto con la Venezia più monumentale, una città di pietra, paragonabile solo a New York. La fase finale, invece, vede un progressivo attenuarsi del colore, per approdare alla luminosità del bianco. Tra le quaranta opere esposte anche il Crocefisso 1b, l’icona più famosa dell’ artista, dopo la sua conversione al cattolicesimo. A introduzione proiezioni di vedute di Turner, Caffi, Renoir, Monet e dei veneziani Music, Vedova, Tancredi, Guidi.

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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 3 maggio 2012