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Città in trasformazione

  • Pubblicato il: 11/05/2012 - 10:54
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FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Acri

Parma. «Una volta qui era tutto un prato!»: è questa l’esclamazione che utilizziamo di solito quando ci rendiamo conto di come la città in cui viviamo si stia trasformando sotto i nostri occhi. A Parma questa meraviglia del nuovo, non sempre piacevole, che a volte si scontra con i ricordi sembrano averla presa molto sul serio, così nei mesi scorsi hanno invitato i concittadini a un’inedita mostra voluta dalla Fondazione Cariparma – e realizzata in partnership con la Galleria Nazionale di Parma, l’Archivio di Stato e la Biblioteca Palatina – che ha ricostruito come è cambiata la città dal Ducato del XVI secolo ai giorni nostri.
È stato un ampio evento espositivo che ha presentato circa 60 tra dipinti, disegni e incisioni, 50 fotografie d’epoca e 30 scatti contemporanei, 80 riproduzioni di stralci catastali ottocenteschi. Il cuore della mostra è stato il dialogo tra dipinti e fotografie: gli scorci della città e dei suoi dintorni fissati sulle tele da pittori di cinque secoli sono stati affiancati da foto d’epoca e scatti contemporanei dei medesimi luoghi.
Questo incontro di immagini ha permesso ai visitatori di vivere una sorta di emozionante viaggio nel tempo, che ha fatto loro riscoprire sotto una luce tutta nuova i luoghi della quotidianità.
La trasformazione della città si è realizzata progressivamente lungo tutto l’arco dei secoli, ma un periodo di brusca accelerazione fu quello di passaggio dal Ducato al Regno d’Italia: una trasformazione epocale, che segnò sia la vita sociale ed economica, sia il vero e proprio aspetto della città. Questo passaggio fu ben avvertito da molti artisti locali che focalizzarono l’attenzione sugli angoli urbani e paesaggistici più caratteristici. Scorci non necessariamente monumentali, ma sempre testimoni di un senti mento nostalgico o della ricerca di suggestive ambientazioni per scene di vita quotidiana.
Oltre ad indugiare sulle fortunate scene di genere e sulla tradizionale registrazione di aspetti pittoreschi, l’intento di questi artisti fu anche quello di registrare i mutamenti che la città viveva: vistosi come quelli dei nuovi monumenti risorgimentali, oppure striscianti e inarrestabili come quelli innescati dalla speculazione edilizia.
 
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da Fondazioni, periodico delle fondazioni di origine bancaria di Acri, Marzo - Aprile 2012 Anno XIII