«Ogni cosa a suo tempo»
Bergamo. Giunto al suo quinto e ultimo capitolo espositivo, il progetto biennale «Ogni cosa a suo tempo» si conclude con la doppia personale dedicata agli artisti Francesco Arena e Dan Rees (dall’8 settembre al 7 ottobre 2012), per la cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi.
Come nei precedenti appuntamenti – che hanno visto protagonisti Adrian Paci, Andrea Kvas, Daniel Knorr, Riccardo Beretta, David Adamo, Ettore Favini, Navid Nuur e Alis/Filliol –, i Matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, normalmente non accessibili al pubblico, diventano location d’eccezione di una mostra per cui gli artisti sono chiamati a «esplorare le relazioni tra opera, tempo e luogo».
Il titolo, tratto da un verso del Qoelet, «racchiude l'idea di un tempo non diviso in passato, presente e futuro ma stratificato in una continuità che colloca gli eventi in relazione tra loro – come affermano i curatori. Così la Basilica, costruita, modificata, sviluppata nel corso di cinque secoli, come si vede dalla sovrapposizione degli stili (dal romanico al barocco) e dall’operare dei diversi artisti (Lorenzo Lotto, Luca Giordano, etc.) che hanno contribuito a creare la sua aura attuale».
L’idea iniziale del progetto? «Agire su uno spazio che, nelle continue trasformazioni, non era più accessibile: i Matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore, un luogo incredibilmente suggestivo e ricco di memorie. La seconda spinta che ci ha mosso - una volta tracciato il legame tra artista e luogo - è stata quella di non lasciare che tutto finisse nel periodo della mostra, come spesso succede. Per questo un lavoro di quasi tutti gli artisti è stato tenuto in città e farà parte di un nuovo spazio espositivo, messo a disposizione dalla MIA - Congregazione della Misericordia Maggiore, che via via si arricchirà con le varie mostre».
Quali sono le novità previste per il prossimo anno? «Oltre all'apertura di questo nuovo spazio, sono in cantiere altri due progetti. Il primo si collega al bisogno di testimonianza permanente insieme al concetto di effimero, una delle caratteristiche dell'arte contemporanea. Permanenze effimere, questo il titolo, sarà un progetto che coinvolgerà 7 artisti chiamati a sviluppare opere d'arte effimere, basate sulla luce, sull'aria, sul suono, che potrebbero diventare parte integrante della Basilica di Santa Maria Maggiore. Inoltre, sempre negli spazi dei Matronei, vorremmo avviare un progetto dedicato esclusivamente ad artiste dopo che, in questi cinque capitoli espositivi, i luoghi sono stati elaborati solo da artisti uomini».
«Ogni cosa a suo tempo» è un progetto promosso dalla Fondazione MIA - Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, in collaborazione con Gamec, The Blank Bergamo Contemporary Art e Fondazione Credito Bergamasco. Determinante è stata la generosità dei dieci artisti coinvolti e delle gallerie di riferimento che hanno sostenuto lavori a volte particolarmente «impegnativi», consentendo la realizzazione di ben 5 mostre in due anni con un budget di soli 12 mila euro.
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