Verso la Biennale: Cuba e l'anarchia della narrazione
Venezia. «Mai prima d'ora era esistito un carattere tanto incerto quanto generalizzato dell’arte». Da qui parte la riflessione critica di Jorge Fernandez Torres e Giacomo Zaza, curatori del Padiglione della Repubblica di Cuba alla prossima Biennale di Venezia. La mostra, “La perversione della classicità: anarchia delle narrazioni” - questo il titolo -, sarà allestita negli spazi del Museo Archeologico Nazionale, in Piazza San Marco. Sette artisti cubani dialogheranno con altrettanti artisti internazionali per un confronto «interculturale» sulla natura e «la visibilità che genera oggi il museo». «La mostra crea una genealogia in cui i contesti sono generati da ciascuno dei lavori presentati. Le esperienze avvengono nell’archeologia fugace del presente e nella responsabilità confusa di qualsiasi costruzione politica che trascenda le singole nazioni (…) – per usare le parole dei curatori. In simbiosi con i reperti delle condizioni mentali e ideologiche delle civiltà (…), la pratica contemporanea inventa un “museo” disconnesso da ogni esegesi funzionale e storicista».
Gli artisti coinvolti sono Sandra Ramos con “90 Miles”, presentata in occasione dell’ultima edizione della Biennale dell’Havana, diretta dallo stesso J. F. Torres; Liudmila & Nelson con la videoproiezione “Absolute Revolution – la Isla”; il regista d’avanguardia Pedro Costa con il doppio video “Minino Macho – Minino Femea”, un focus sulla vita ai margini del potere economico-sociale. Oltre a Magdalena Campos & Neil Leonard (musicista e raffinato compositore) che presenteranno un’installazione sonora; Antonio Eligio Fernández; Lázaro Saavedra con un’installazione dedicata a Marx; Glenda Leon con “Music of Spheres”. Insieme alla pittrice italiana Francesca Leone, figlia del noto regista Sergio; lo scultore portoghese Rui Chafes che nel ’95 ha rappresentato il Portogallo alla Biennale di Venezia; l’azionista viennese Hermann Nitsch con opere elaborate a partire da performances realizzate a Cuba; il “poverista” Gilberto Zorio con "Marrano che gira" e "Stella di Giavellotti"; il cinese Wang Du con i suoi 30 busti di Osama Bin Laden, e infine H.H. Lim. Dell’artista originario della Malaysia, naturalizzato italiano, saranno in mostra due opere: "Daily World Music" e "C’est la vie", quest’ultima realizzata appositamente per il padiglione cubano e ispirata alla storia politica, sociale e ideologica di Cuba.
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