Verso l’anno europeo del patrimonio culturale
Iniziamo a prepararci per l’Anno europeo del patrimonio culturale nel 2018. La proposta della Commissione europea è ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio e la sua adozione si prevede per inizio 2017
A Ravello Lab quest’anno si sono accesi i motori per il 2018, Anno europeo del patrimonio culturale1. La proposta della Commissione europea, dopo il parere del Comitato Cultura e Educazione del Parlamento Europeo e del Comitato delle Regioni, atterra infatti il 22 novembre sul tavolo del Consiglio dell’Unione europea. L’iniziativa gode di forte sostegno. Lanciata dal Consiglio dell’Unione europea nel 2014 sotto presidenza Italiana2, è stata subito sostenuta dal Parlamento europeo3, dal Comitato delle Regioni4 e dalla società civile5. Anche il Senato italiano ha espresso pieno sostegno all’iniziativa6. Commissione, Consiglio e Parlamento cominceranno a breve l’ultima fase di negoziazione, puntando all’adozione per i primi del 2017. E’ quindi tempo di iniziare a prepararsi.
Ma perché proporre in Europa un anno del patrimonio culturale, e non piuttosto un anno della cultura? Non c’è il rischio che puntare sul patrimonio ci porti a riproporre schemi del passato? A guardare nostalgicamente indietro? A rialzare i muri dei “silos”, le tradizionali frontiere settoriali, che si stavano faticosamente sgretolando? E non si rischia un Anno che si limiti ad una serie di eventi? Che appena chiuso il sipario e spente le luci tutto torni com’era?
La proposta della Commissione fuga ogni dubbio: l’Anno europeo deve piuttosto essere un’occasione per promuovere approcci più olistici e integrati al patrimonio culturale, incentrati sulle persone, inclusivi e lungimiranti. Asse portante sarà il programma Europa Creativa, che supporta la cooperazione europea nei settori culturali e creativi e sostiene azioni mirate come le Giornate europee del patrimonio, il Premio dell’Unione europea per il patrimonio culturale / Premio Europa Nostra e il Label europeo del patrimonio culturale. Ma la Commissione propone che l’Anno europeo sia un’occasione per mettere in pratica l’”approccio integrato”, usando in modo sinergico le diverse risorse che l’Europa mette a disposizione per il patrimonio culturale, dai Fondi Strutturali a Horizon 2020, da Erasmus+ a COSME, a Europa dei Cittadini, a integrazione delle misure nazionali e locali.
Una scelta, quella dell’approccio integrato, che si fonda su tre anni di intenso dibattito, che ha coinvolto istituzioni comunitarie, amministrazioni e società civile7, che ci fanno oggi guardare al patrimonio culturale europeo diversamente, ed è supportata dalle evidenze. Le centinaia di studi di impatto analizzate nel rapporto Il patrimonio culturale conta per l’Europa8, confermano che per massimizzare i benefici degli investimenti sul patrimonio per l’economia, la cultura, la società e l’ambiente non è sufficiente limitarsi al restauro e alla conservazione di edifici o siti; bisogna “contaminare” gli interventi con misure diverse e sinergiche. Guardare al patrimonio come scrigno di soluzioni per sviluppare l’economia circolare, migliorare l’efficienza energetica e tutelare l’ambiente. Tenere conto della diversità umana, garantendo a tutti l'accessibilità fisica e culturale nei luoghi della cultura. Guardare alla creazione e alla conservazione come elementi di un unico ciclo. Coinvolgere le comunità e gli ecosistemi creativi nella rigenerazione del patrimonio, offrendo loro occasioni per riprogettare il proprio futuro. Stringere alleanze fra istituzioni culturali e presidi della salute e del welfare mettendo a frutto gli effetti della partecipazione culturale sul benessere individuale e collettivo. Costruire un ponte fra ricerca e formazione, innestando innovazione e saperi tramandati. Promuovere l’innovazione nel rispetto dei valori creati dalle comunità nel tempo, generando valore aggiunto per l'ambiente, la qualità della vita e la qualità sociale.
Ma perché l’approccio “trasversale” e “trans-settoriale” alle politiche per il patrimonio culturale funzioni, serve una governance il più possibile condivisa e partecipata, che coinvolga tutti i portatori di interessi, comprese le autorità pubbliche, i privati, le organizzazioni della società civile, le ONG e il settore del volontariato, anche appartenenti a sfere di competenza politiche diverse. La Commissione quindi ha inserito fra gli obiettivi quello di promuovere modelli innovativi di governance multilivello e di gestione del patrimonio culturale, proseguendo il lavoro avviato da gli esperti delle Amministrazioni nazionali che stanno lavorando alla governance partecipativa del patrimonio culturale. E grazie ad un bando del Programma Horizon 20209 su “approcci partecipativi e innovazione sociale nella cultura” la ricerca afferrerà presto il testimone per approfondire il tema, e portare risultati nel 2018.
Gli obiettivi dell’Anno europeo descritti nella proposta guardano oltre al settore culturale, alle politiche dell’ambiente, istruzione, agricoltura, sviluppo rurale, sviluppo regionale, coesione sociale, affari marittimi, turismo, agenda digitale, ricerca e innovazione, comunicazione. Promuovere il patrimonio culturale quale fonte di ispirazione per la creazione e l'innovazione contemporanee. Incoraggiare strategie di sviluppo locale che sfruttino il potenziale del patrimonio culturale, anche promuovendo il turismo culturale sostenibile. Promuovere la ricerca e l’innovazione, ma anche, disseminarne i risultati e favorire l'utilizzo da parte di tutti i portatori di interessi. Promuovere la ricerca e lo scambio di buone pratiche sulla qualità nella conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale in Europa. Portare attenzione alla rivoluzione digitale che sta stravolgendo modelli di accesso, di trasmissione delle conoscenze e le catene del valore. Sensibilizzare all'importanza del patrimonio culturale europeo tramite l'istruzione e l'apprendimento permanente, concentrandosi in particolare sui giovani e sulle comunità locali. Guardare al patrimonio come cardine della nuova strategia sulla cultura nelle relazioni esterne dell’unione10, terreno dove incoraggiare il dialogo interculturale, la riconciliazione e la prevenzione dei conflitti.
Nel settembre scorso, con una sentenza storica11, la Corte Penale Internazionale dell’Aia ha condannato il responsabile della distruzione del patrimonio Unesco in Mali per "crimini di guerra" commessi contro "monumenti di carattere storico e religioso”. Ma il Mali ci ricorda anche che i famosi manoscritti di Timbuctou, si sono salvati grazie alla straordinaria mobilitazione della comunità locale che ha reagito perché le proprie radici non fossero estirpate, nascondendoli nelle loro case. L’anno europeo sarà anche un occasione per sensibilizzare sul patrimonio come bene comune, e quindi responsabilità comune, spostando un po’ di attenzione dalla proprietà all’appartenenza, perché siamo piuttosto noi ad appartenere a un luogo, e non il contrario, ed è nutrendo e coltivando questo legame che si attiva il senso di responsabilità dei cittadini e delle comunità verso il patrimonio culturale.
Ma il patrimonio, come una cartina di tornasole, rivela anche alcuni nodi irrisolti nella nostra società. Siti, canti, opere d'arte, documenti, musiche, riti, conservano infatti la memoria di guerre, inondazioni, terremoti, invasioni, sopraffazioni, fallimenti commerciali, che fanno parte della storia del nostro continente. Promuovere l'anno del patrimonio, quindi non vuol dire solo dare vita ad una celebrazione lunga un anno, ma anche sollevare temi controversi, dai beni confiscati alle popolazioni nel corso dei conflitti che hanno insanguinato il nostro continente alle distruzioni del patrimonio delle minoranze. Vuol dire da un lato migliorare la cooperazione per combattere il traffico illecito, ma dall’altro che qualcuno guadagna su questo traffico.
Ma se è vero che il patrimonio è teatro di scontro identitario, è anche vero che gli ideali, i principi e i valori insiti nel patrimonio culturale europeo sono per tutti noi una fonte condivisa di memoria e, identità, una risorsa sulla base della quale sviluppare il dialogo, il dibattito democratico e l'apertura tra culture. La ricerca umanistica finanziata da Horizon 202012, in particolare il progetto Cullturalbase che sta mettendo in luce dibattiti e controversie connessi al patrimonio e alle identità europee, ci sta ricordando che che nessuna scintilla, per quando intensa, da sola provoca una guerra. Per questo è fondamentale approfittare dell’anno europeo per costruire un nuovo storytelling europeo. Una nuova narrativa che permetta di ricucire dialoghi interrotti, parlare a chi non si sente rappresentato, riconoscendo che se vogliamo che i nostri spazi pubblici siano rispettati, bisogna davvero che siano accessibili, culturalmente e, fisicamente, e aperti al modo in cui le diverse culture li usano. Perché la valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale passa per la riappropriazione da parte della società dei suoi valori culturali, economici e sociali. Ma questo è possibile solo se il patrimonio schiude a tutti le porte della memoria collettiva che custodisce.
Il patrimonio contiene quindi tutti gli elementi per riflettere su quale Europa vogliamo, e verso quale futuro vogliamo andare, ricordando che questo è un continente che si e dilaniato e che solo 60 anni fa ha iniziato a costruire un nuovo progetto di pace. Certamente l’approccio integrato è complesso, ma rende la partita più interessante, perché l’iniziativa diventa di tutta l’Unione.
L’“Esprit de Ravello”, la dichiarazione che campeggia all’ingresso del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali a Villa Rufolo, auspicava nel 1984 il superamento della rigida segmentazione delle discipline universitarie, verso un approccio ’approccio pluri/interdisciplinare, che da allora è il carattere distintivo delle attività del Centro. Per l’attuazione di quella dichiarazione, “e per la valorizzazione degli sforzi di ogni paese”, l’unica garanzia di riuscita era individuata allora in “un’intensa cooperazione europea”.
Come ogni anno Ravello Lab ha rinnovato in pieno questo spirito, offrendo una piattaforma di confronto fra le policies nazionali ed europee, e contribuendo a mettere a punto nuove rotte per la valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale europeo. L’incontro di quest’anno ha dimostrato che, anche in Italia, l’Anno europeo del patrimonio culturale può consentire di mettere a sistema le tante sperimentazioni che stanno adottando un approccio più integrato e partecipato alla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale, costruendo ponti fra diverse discipline, facendo dialogare diverse comunità, contaminando creativamente politiche apparentemente distanti, mettendo la cultura nel cuore dei modelli di sviluppo. Per contribuire a trasformare insieme l’Europa in un laboratorio di innovazione, sempre più capace di valorizzare la straordinaria diversità culturale europea. Nello spirito di Ravello Lab.
Foto: l’Esprit de ravello
© Riproduzione riservata
1 Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un Anno europeo del patrimonio culturale Bruxelles, 30.8.2016 COM(2016) 543 final 2016/0259 (COD) http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52016PC0543...
2 Conclusioni del Consiglio sulla governance partecipativa del patrimonio culturale (2014/C 463/01) http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52014XG1223(01)&from=IT
3 Risoluzione del Parlamento europeo dell’8 settembre 2015 verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa (2014/2149(INI)
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P...
4 Opinione del Comitato delle Regioni Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l’Europa (2015/C 195/04) http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A52014IR5515
5 http://www.europanostra.org/news/757/
http://www.ne-mo.org/news/article/nc/1/nemo/european-commission-presents...
6 https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/991617.pdf
7 http://www.ilgiornaledellefondazioni.com/content/uniti-nella-diversit%C3%A0
8 Il patrimonio culturale conta per l’Europa https://issuu.com/europanostra/docs/chcfe_report_executivesummary_it
9 https://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportuniti...
10 http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52016JC002...
11 http://www.repubblica.it/esteri/2016/09/27/news/l_aia_condanna_il_devast...