Un Sos tira l’altro
Bologna. Periodo complicato per alcuni dei principali monumenti bolognesi, bisognosi di restauro e fonte di polemiche con susseguenti appelli a intervenire da parte del direttore regionale Mibac per l’Emilia Romagna Carla di Francesco, dell’assessore comunale ai Lavori pubblici Riccardo Malagoli e del presidente della Fondazione del Monte Marco Cammelli. La lista dei problemi è lunga. La preziosa fontana del Nettuno, realizzata da Giambologna nel 1563-66 su una base architettonica progettata da Tommaso Laureti, necessita di un intervento immediato (i problemi: infiltrazioni d’acqua, muschi sul marmo, vasca molto danneggiata) ma servono 700mila euro di cui il Comune non dispone.
Le due torri, simbolo della città, sono transennate perché oltre tre mesi fa dalla mensola della «rocchetta», ossia dalla parte più bassa della torre degli Asinelli si è staccato un grosso pezzo di arenaria, probabilmente a causa del gelo invernale.
Tra l’altro il blocco di pietra è incredibilmente scomparso tanto che i carabinieri hanno lanciato un appello per la restituzione ricordando che si tratta di furto aggravato trattandosi di un monumento pubblico. Ma c’è dell’altro in questo cahier de doléances purtroppo ben motivato.
Alcuni preziosi portici, altro simbolo di Bologna, da quelli di San Luca a quelli relativi alla chiesa di Santa Maria dei Servi, realizzati tra fi ne XIV e inizio XVI secolo, sono a rischio di cedimenti parziali.
La città sta peraltro predisponendo un ampio dossier relativo ai 40 chilometri di portici per avanzare una candidatura alla lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: vi stanno lavorando il Comune, l’Università, il centro Gina Fasoli e la società Tecnicoop. Tornando ai mali bolognesi, alcuni piccoli crolli si sono verificati nell’edicola dell’arca tombale trecentesca del giurista Rolandino de’ Passaggeri, dagli studiosi attribuita alternativamente alla mano di Giovanni Pisano o a quelle di Giovanni da Viviano e Pietro di Corrado. «La situazione nel centro storico di Bologna, spiega il direttore Mibac Carla di Francesco, richiede molta attenzione perché molti monumenti sono realizzati in pietra arenaria. Si tratta di un materiale molto fragile e per questo occorrerebbero controlli e poi interventi periodici evitando in questo modo di dovere arrivare a quelli straordinari, più costosi. I portici di San Luca e dei Servi sono stati fatti dalla metà degli anni ’80». Il problema è appunto la mancanza di denaro: «Noi finanziamo la nostra parte, spiega il presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Marco Cammelli, ma occorre programmazione: gli enti locali e gli uffici statali della tutela insieme a noi privati dovrebbero avviare una ricognizione sul patrimonio in modo che sia possibile stabilire priorità». Intanto il Comune sta realizzando alcuni bandi specifici per raccogliere finanziamenti privati e così intervenire.
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da Il Giornale dell'Arte numero 333, luglio 2013