Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Sicilia, i siti Unesco «feriti, sfruttati, dimenticati». La denuncia di Legambiente

  • Pubblicato il: 16/03/2012 - 09:35
Autore/i: 
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
Tina Lepri
Legambiente

Catania. Inquietante sin dalle prime parole il dossier di Legambiente, redatto dal direttore regionale della Sicilia, Gianfranco Zanna: «Sembra che ci sia un tragico e terribile destino per i siti dichiarati dall'Unesco "Patrimonio dell'Umanità". Appena ottengono questo ambito, importantissimo riconoscimento entrano in disgrazia. Si abbatte su di loro una maledizione fatta di incuria e abbandono».
Il dossier continua e rivela i danni della cattiva gestione, dell'abusivismo edilizio e della cementificazione che aggrediscono i cinque siti Unesco della Sicilia. La Valle dei Templi è devastata da 600 case abusive nella zona «A», quella di «massima tutela»; una passerella di legno e acciaio sta per essere costruita sul fiume Anapo a Pantalica; le isole Eolie, altro gioiello dell'Unesco, sono sempre minacciate da una aviopista a Vulcano e da un megaporto a Lipari: «Una follia», dice Legambiente, anche se per il momento il dilagare del cemento nelle Eolie è bloccato dal piano paesistico regionale. Eppure l'elenco delle speculazioni, dell'indolenza, della superficialità che aggrediscono i siti Unesco non accenna a diminuire. Grave il caso Siracusa considerata «interamente bene dell'Umanità». Nelle previsioni del piano regolatore della città, scrive Legambiente, l'area a est del Castello Eurialo viene occupato da 5 comparti edilizi. Un grave e ulteriore avanzamento delle costruzioni proprio a ridosso delle Mura Dionigiane per oltre 200mila metri cubi e con destinazioni che cancellano il progetto del parco urbano e compromettono la tutela del Castello e dello stesso Parco Archeologico. Per tutelare il patrimonio Unesco (e magari tutto il patrimonio artistico) in Sicilia occorre, dichiara Legambiente: «Coordinare gli interventi tra Regione ed enti locali, ce ne sono anche a costo zero. E soprattutto recuperare e cominciare a spendere bene i fondi europei anziché perdere tutte le risorse e piangerci addosso».

© Riproduzione riservata

da Il Giornale dell'Arte , edizione online, 11 marzo 2012