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Scolpito nel marmo

  • Pubblicato il: 08/02/2013 - 20:16
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva
Henry Moore alle cave © Fondazione Henraux

Querceta (LU). Nasce dalla volontà di Paolo Carli, attuale Presidente della Henraux S.p.A., l’idea di recuperare e dare continuità al progetto e alla straordinaria esperienza di Erminio Cidonio, Amministratore unico della società negli anni cinquanta e sessanta del Novecento, attraverso la creazione di una Fondazione che porti il nome dell’azienda stessa. Azienda che, fin dalla sua nascita nel lontano 20 gennaio 1821, ha lavorato all’estrazione, trasformazione e commercializzazione del marmo: ancora oggi possiede numerose cave di marmo dislocate in varie località dei Comuni di Seravezza e di Stazzema, tra cui le più importanti sono situate nel Monte Altissimo.
La Fondazione Henraux, formalmente costituita nell’aprile 2011 con la Provincia di Lucca e i Comuni di Seravezza, Stazzema e Forte dei Marmi come soci fondatori, oltre all’azienda fondatrice, ha come obiettivo principale rilanciare la scultura e la lavorazione artistica del marmo, provando a riprendere il percorso che portò alla nascita di un polo internazionale della scultura, presso l’azienda a Querceta, quando, nel 1956, arrivò lo scultore inglese Henry Moore, che doveva realizzare in travertino una sua scultura di grandi dimensioni. In quel momento, con la realizzazione nel 1959 della monumentale opera Reclining figure, si aprì un periodo straordinario per la storia dell’azienda, con la creazione di quel centro internazionale di scultura che vide la presenza negli stabilimenti Henraux dei maestri più noti e celebrati in ambito mondiale le cui opere sarebbero dovute confluire nel Museo Henraux di scultura contemporanea.
Il progetto non giunse mai a compimento per mutate strategie aziendali, ma contribuì ad un deciso rilancio del marmo e alla valorizzazione dell’azienda, e consentì la formazione di una importante raccolta di opere di scultori contemporanei, che fu acquisita durante gli anni d’oro della gestione di Erminio Cidonio.
Ora però la nuova fondazione, nei programmi a medio-lungo termine, ha anche l’istituzione e l’allestimento di un museo d’impresa, con lo scopo di documentare e illustrare la lunga e complessa storia dell’azienda. L’atelier del marmo e della scultura sarà dunque il centro nevralgico della Fondazione: è qui che scultori, architetti e designer potranno sperimentare le diverse tecniche di lavorazione e impiego del marmo. L’obiettivo sostanzialmente è quello di fare dell’atelier un luogo di ritrovo di scultori e di artigiani, di creare un vero e proprio polo culturale, dove realizzare, secondo quanto affermava il Presidente Paolo Carli, «…quella che qualcuno ha definito ‘l’università del marmo’ come sintesi dei saperi degli operai, dei tecnici e degli artisti».
L’attuale collezione si è già arricchita di nuovi lavori è destinata ad arricchirsi ulteriormente nel corso dei prossimi anni, sia per la presenza in Henraux di maestri contemporanei come Tony Cragg, Giovanni Maria Manganelli, Renzo Maggi, Rinaldo Bigi, di giovani scultori di talento come Giovanni Balderi, sia per le acquisizioni che deriveranno dal Premio Internazionale di Scultura Henraux, intitolato a Erminio Cidonio, che avrà carattere biennale e sarà riservato a giovani scultori under 40.
La Fondazione, inoltre, intende perseguire i suoi obiettivi soprattutto attraverso l’organizzazione di manifestazioni, iniziative, mostre, eventi culturali, come quello inaugurato presso l’aeroporto Galileo Galilei di Pisa nel maggio 2011 dal titolo «Volarearte», con esposte nei giardini e in alcuni spazi interni dell’aeroporto numerose opere dello scultore Giovanni Maria Manganelli. Come la mostra «It is, it isn’t» di Tony Cragg (giugno – settembre 2011), realizzata in collaborazione con l’Associazione San Cristoforo di Lucca e che ha visto esposta, tra le diverse opere, proprio la scultura monumentale,  realizzata in Henraux, che da il nome alla mostra. E, per arrivare a ieri, come l’installazione prodotta per Mimmo Paladino in Santa Croce, nei giorni di Florence 2012, una croce di marmo con cui i cittadini hanno potuto interagire durante la costruzione.
Chi ben comincia…anzi, chi ben ricomincia, è a metà dell’opera!

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