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Quel Novecento così buio e così entusiasmante

  • Pubblicato il: 18/01/2013 - 01:14
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Cagnaccio di San Pietro Donna allo specchio 1927  Verona Fondazione Cassa di Risparmio di Verona

Forlì. «Arte e vita», il fulcro del titolo della prossima mostra dei Musei di San Domenico («Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre» il titolo completo dell’appuntamento previsto dal 2 febbraio al 16 giugno), è un binomio molto diffuso nella pubblicistica. E naturalmente è un discorso complesso perché se è vero che il catalogo delle biblioteche italiane fornisce oltre 150 voci librarie con quel titolo è anche vero che tra gli esempi recenti ci sono una biografia dell’editore d’arte Neri Pozza («Neri Pozza, arte e vita» il titolo pubblicato a Vicenza lo scorso anno da Giorgio Pullini) e la ristampa, uscita nel 2011, di un testo di Giovanni Testori: «Davanti alla Croce : parola, arte e vita» a cura di Fulvio Panzeri. Insomma i due termini messi insieme sono delicati e i curatori della rassegna forlivese (Fernando Mazzocca con Stefano Grandesso, Maria Paola Maino, Ulisse Tramonti, Anna Villari), organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, hanno avuto un certo coraggio accademico nell’inserire la terminologia in una panoramica dedicata all’arte degli Anni Venti-Trenta-Quaranta del Novecento. Come in ogni occasione espositiva al San Domenico il comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci, è partito da uno «spunto locale», in questo caso legato al fatto che quegli anni in Romagna lasciarono una impronta indelebile sulle città, soprattutto dal punto di vista urbanistico e architettonico. L’analisi parte infatti dal primo dopoguerra e giunge sino al 1943 quando la caduta del fascismo (ricordiamo che Mussolini nacque a pochi chilometri da Forlì) pose fine a un periodo di grande vitalità, caratterizzato dal cosiddetto «ritorno all’ordine» dopo gli anni delle Avanguardie storiche. Lo riassunse bene il letterato Massimo Bontempelli, fondatore della rivista “900”: «Il Novecento ci ha messo molto a spuntare. L’Ottocento non poté finire che nel 1914. Il Novecento non comincia che un poco dopo la guerra». Il ritorno all’ordine, naturalmente, non era semplicemente un azione contraria a un periodo fervidamente d’avanguardia, quanto una ripresa di canoni stilistici che creavano di nuovo armonia tra tradizione e modernità, evidente in particolare nell’opera di Felice Casorati, Achille Funi, Mario Sironi, Carlo Carrà, Adolfo Wildt e Arturo Martini, artisti «teorizzati» dal critico d’arte Margherita Sarfatti, sostenuta all’epoca dal regime mussoliniano. E proprio l’ideologia, il mettere l’uomo di nuovo al centro del mondo immaginandone la superpotenza in grado di sconfiggere chiunque, venne utilizzata dal fascismo com’è evidente in soprattutto nell’architettura pubblica e nella pittura murale. Per questo in mostra opere e materiali documenteranno alcune storiche rassegne: la I (1926) e la II (1929) «Mostra del Novecento Italiano»;  la Mostra della Rivoluzione Fascista allestita a Roma nel 1932-1933 in occasione del decennale della marcia su Roma, la V Triennale di Milano, la rassegna «dell’E42» di Roma. Mazzocca mette in scena tutti i grandi temi di questo ventennio, con la presenza non solo di dipinti e sculture ma anche di cartoni per affreschi, opere di grafica, cartelloni murali, mobili, oggetti d’arredo, gioielli, abiti, con il fine di offrire una visione a tutto tondo del rapporto tra le arti e le espressioni del costume e, per l’appunto della vita. Sono presenti lavori di Severini, Casorati, Carrà, De Chirico, Balla, Depero, Oppi, Cagnaccio di San Pietro, Donghi, Dudreville, Dottori, Funi, Sironi, Campigli, Conti, Guidi, Ferrazzi, Prampolini, Sbisà, Soffici, Maccari, Rosai, Guttuso, Martini, Andreotti, Biancini, Baroni, Thayaht, Messina, Manzù, Rambelli, Piacentini, Cambellotti, Pagano, Montalcini, Muzio, Gio Ponti e i gioielli realizzati da Alfredo Ravasco rappresentanti di Metafisica, Realismo Magico, grandi mitologie del Novecento e correnti delle arti «minori». Che naturalmente tanto minori non sono se, come si vede qui, documentano con grande precisione anni difficili per l’Italia e il mondo ma entusiasmanti dal punto di vista artistico.

Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre
Musei di San Domenico
dal 2 febbraio al 16 giugno 2013
Forlì, piazza Guido da Montefeltro
Informazioni: Tel. 199.75.75.15, www.mostranovecento.it

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