Profumi classici e contemporanei nel cuore di Roma
Roma, via del Corso, metà degli anni '90. Nelle sale di Palazzo Ruspoli gli amanti dell'arte incontravano Nefertari ed Alessandro Magno. Oggi, negli stessi spazi, anche i bambini possono dialogare con Shannon Ebner. Tra residenze d'artista, profumi classici e collisioni contemporanee, ci addentriamo nella Fondazione Memmo, assieme ad Anna D’Amelio e Maria Fabiana Marenghi Vaselli, ideatrici del programma Fondazione Memmo - Arte Contemporanea, che ci presentano la Fondazione.
«La Fondazione Memmo - Arte Contemporanea è un'apertura all'oggi in continua armonia con la nostra tradizione espositiva. Se prima il nostro obiettivo principale era quello di alimentare la "conoscenza" verso culture passate, ora puntiamo a far riscoprire il circuito italiano agli stranieri, attraverso uno scambio con la realtà locale. Le residenze d'artista sono per noi il mezzo, le mostre che ne scaturiscono il fine».
Nonostante la recente apertura al «contemporaneo» la Fondazione Memmo si connota dal 1990 per l'impegno nella diffusione dell'arte antica tout court.
«Negli anni '90 la nostra era l'unica fondazione privata a Roma che organizzava mostre a livello museale internazionale. Gli spazi espositivi a Roma erano pochissimi: le Scuderie del Quirinale non esistevano, Palazzo delle Esposizioni era chiuso, le fondazioni bancarie o private non svolgevano queste attività. Sotto certi aspetti siamo stati dei pionieri, come ad esempio quando introducemmo per la prima volta, con la mostra di Nefertari, la realtà virtuale in un’esposizione. Fuori avevamo file di visitatori che giravano l'isolato, attratti dal fascino della cultura Egizia. »
L'artista Shannon Ebner, ora in mostra nelle sale della prestigiosa sede di Palazzo Ruspoli sino al 27 giugno, presenta Auto Body Collision, al termine di un periodo trascorso in residenza.
«Uno degli obiettivi principali della Fondazione Memmo - Arte Contemporanea è dischiudere agli artisti il nostro Paese e in particolare Roma. La Fondazione invita oggi artisti di fama internazionale in residenza per un periodo di ricerca, consigliando itinerari, organizzando visite e incontri con persone che possano rispondere al meglio ai loro interessi. Promuove, inoltre, la produzione delle opere d'arte in città per stimolare gli artisti, sostenendo il tessuto sociale locale. L'artista con cui abbiamo inaugurato la prima mostra di arte contemporanea, Sara VanDerBeek, deve alla sua esperienza nei siti archeologici e nelle chiese romane, la scoperta del marmo e un nuovo utilizzo della luce. L’artista attualmente in mostra, Shannon Ebner, invece ha avuto con Roma una vera e propria collisione simbolica e materiale a forte impatto. Per noi la diffusione, lo sviluppo e la promozione della città e del nostro patrimonio artistico antico e contemporaneo è prioritario.»
L'impegno della Fondazione è ora esteso anche ai più piccoli: «one way kids» gratuito e multilingue: il vivaio per Nutrire il Pianeta.
«I laboratori per bambini sono per noi una novità e stiamo avendo molti riscontri positivi. Al momento i laboratori sono studiati per bambini dai 3 ai 10 anni, ma stiamo già lavorando per creare dei laboratori per gli adulti. Anche noi abbiamo bisogno di aiuto per far volare la fantasia, comprendere e imparare i nuovi linguaggi artistici. »
L'apertura transnazionale.
«Nel 2013 e 2014, la Fondazione Memmo ha partecipato al Global Private Museum Summit a Londra in occasione di Art 14, confrontandosi con fondazioni private straniere provenienti da tutto il mondo. Molte le fondazioni, soprattutto dall’Asia, che guardano al nostro modello occidentale per capirne la pratica e anche le decisioni relative a sponsor, educazione, etica e identità. L'intento è quello di aprire il dialogo e future collaborazioni con realtà estere simili alla nostra. »
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