Prato, la città toscana che parla i linguaggi del contemporaneo: un rinascimento del futuro?
In attesa della riapertura al pubblico del Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci, annunciata per Settembre 2016, le parole dell’Assessore alla cultura Simone Mangani tratteggiano la visione prospettica delle politiche culturali del Comune di Prato, che puntano a creare un sistema integrato sull’arte contemporanea per l’intera Regione Toscano
Prato. Abbiamo incontrato l’Assessore alla Cultura del Comune di Prato, Simone Mangani, nei giorni del Forum dell’arte contemporanea, pochissimi giorni dopo la scomparsa di Elena Pecci, memoria storica del Centro Pecci, alla quale il Forum è stato dedicato. In una cornice tematica così connotata, non s’è potuto evitare di parlare della costituzione della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana, organismo che governerà il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci e della strategia di posizionamento sul contemporaneo che la città sta intraprendendo. Anche perché l’incontro è avvenuto fra le sale della mostra di Palazzo Pretorio aperte al progetto“Synchronicity”, curato dal conservatore del Centro Pecci Stefano Pezzato, che porta in dialogo con le collezioni storiche della città 40 lavori contemporanei selezionati dal patrimonio del Centro Pecci stesso ovvero richiesti in prestito dai numerosi collezionisti italiani. Una mostra simbolica, che punta sul dialogo fra il passato e il futuro, con discrezione, senza rotture semantiche nell’esposizione museale, ma naturale continuità delle ricerche fra Maestri del passato e artisti contemporanei in una sincronicità di temi. Capolavori di Lippi, e Donatello, ma anche Andy Warhol, Lucio Fontana, Robert Rauschenberg , Marina Abramovic, Marchel Duchamp, Yves Klein, Bruce Nauman , Vito Acconci, Vanessa Beecroft, Santiago Serra , Matthew Barney, molti prestati da Istituzioni e collezionisti del territorio, a segnare davvero la continuità del collezionismo e della passione per l’arte. Per Prato l’arte contemporanea non rappresenta una scelta di posizionamento presa a tavolino, ma un percorso ultradecennale con la manifestazione di una “affinità elettiva”. Dal 1988 opera l’Associazione Luigi Pecci per la gestione del Centro, che ha lavorato per anni a fianco del Comune. La Regione Toscana, fresca di nomina di Roberto Ferrari alla Direzione Cultura e Ricerca, ex AD di Struttura Consulting Srl, si è già avvalsa della collaborazione del Centro per il coordinamento del Bando da 400.000 euro totali sotto il nome di Toscana Contemporanea: 24 progetti legati alla valorizzazione del patrimonio culturale. Il Centro stesso è in fase di ampliamento, con riapertura prevista entro l’autunno del 2016. Una scommessa giocata dal Comune di Prato, che punta sul fare rete con la formula della Fondazione mista Pubblico/Privato.
Quando è cominciato il percorso di posizionamento sul contemporaneo?
A Prato è iniziato negli anni '70, quando la città accolse Henry Moore e la sua “forma squadrata con taglio” che tutti possono ammirare in Piazza San Marco. Nel 1988, la costituzione dell’associazione per la gestione del Centro intitolato a Luigi Pecci, primo centro in Italia dedicato esclusivamente all’arte contemporanea. E non è un caso se un altro pratese, Giuliano Gori, ha ridisegnato l'arte ambientale – in Italia e non solo – con la Fattoria di Celle. Doppio salto mortale e ci troviamo nel 2010, anno nel quale la Regione ha individuato nello stesso Centro Pecci l’attrattore regionale per l’arte contemporanea. Dopo aver fortemente contribuito al restauro ed alla gestione del Centro, la Regione – in questo 2015 – ha incaricato il Pecci di gestire il bando Toscana Contemporanea, valutando gli applicants e confermando i 24 progetti finanziati.
Il comune è storicamente presente nel Centro Pecci fin dalla costituzione dell’Associazione, ente giuridico che ancora oggi – in attesa che entri in gioco la neonata fondazione- manda avanti la gestione. Il contributo annuale è importante (1mln e 150mila euro), a dimostrazione di quanto l’AC creda nel contemporaneo e lo veda come strumento di ripensamento, riposizionamento e rilancio della città.
Come è nasce la Fondazione?
La Fondazione per le arti contemporanee in Toscana è nata – auspice la Regione Toscana - da un accordo fra il Comune e l’Associazione Luigi Pecci, presieduta per Statuto dal Sindaco di Prato, Matteo Biffoni. Stiamo preparando la domanda di riconoscimento giuridico della Fondazione da parte della Regione, cosi da farla entrare in funzione al più tardi nel mese di gennaio 2016. Nel frattempo abbiamo chiuso una questione aperta dal 2006 e relativa alla proprietà della collezione permanente del Pecci: proprietà indivisa, 8/13 del Comune di Prato, 5/13 dell'Associazione Centro per l'arte Contemporanea Luigi Pecci. La collezione sarà ovviamente data in uso permanente alla Fondazione, così come l’edificio Gamberini-Nio – la cui proprietà rimarrà in capo al Comune di Prato. Abbiamo infatti scelto di costituire una Fondazione di partecipazione, con un fondo iniziale di 50mila euro: alla Fondazione sarà trasferita tutta l’azienda “Centro Pecci”.
La Presidente della Fondazione sarà Irene Sanesi, Dottore commercialista e revisore contabile, consulente nell’ambito dell’economia gestionale e della fiscalità per la cultura, tra settore pubblico e privato, attuale presidente dell’Opera di Santa Croce a Firenze. La Fondazione avrà un Collegio dei Fondatori (organo di indirizzo che accoglierà il Sindaco di Prato o suo delegato ed il Presidente dell'Associazione o suo delegato). Nel Consiglio d'amministrazione, invece, accanto alla presidente ci saranno tra gli altri Fabio Gori, figlio di Giuliano Gori fondatore della Fattoria di Celle, e Fabio Donato, professore del dipartimento di economia dell’Università di Ferrara e membro del comitato Horizon 2020. Un membro del cda sarà nominato dall’Associazione Luigi Pecci entro l’anno.
Il Segretario della Fondazione coadiuverà la Fondazione, ed in particolare il Direttore, in materia di bilancio e le politiche del personale.
Come costruirete sistema con le altre Istituzioni?
Abbiamo già siglato un accordo di programma fra Regione Toscana, Comune di Prato, Comune di Pistoia, Fondazione Marino Marini San Pancrazio, per la valorizzazione di un sistema integrato, che lavorerà anche sul potenziamento dei trasporti pubblici e della comunicazione (una web TV, tra le altre cose in programma). Mentre l’ampliamento del Centro Luigi Pecci a cura dell’architetto Maurice Nio, che disegna la nuova area rispetto alla sezione storica di Italo Gamberini, aggiunge quasi 4000 mq di ulteriore area espositiva. Non cerchiamo di costruire una politica che intercetti unicamente i flussi turistici che affollano le città d’arte toscane, ma di costruire un sistema integrato e sostenibile che dialoghi innanzitutto con l’area metropolitana PT-PO-FI e con il territorio regionale, vista la presenza reticolare di parchi per l’arte contemporanea, e che dialoghi con la popolazione residente e che possa educare anche i turisti a una tipologia di offerta differente da quella rinascimentale.
Prato rappresenta anche una cospicua comunità cinese. Come lavorate in questo senso?
Abbiamo una sfida interessante e probante, che è quella dell’integrazione della comunità cinese, molto rappresentata e caratterizzata nel nostro territorio. Oltre ventimila persone, alcune migliaia di aziende, attive in particolare nel settore del pronto-moda. Senza voler entrare in questa sede nel merito degli innegabili problemi di convivenza, che ci sono stati e che ci sono, mi fa piacere rilevare che alcune proposte di collaborazione sono state avviate, penso in particolare a Piazza dell'Immaginario, progetto già alla sua terza annualità e promosso da Dryphoto, ma la strada è lunga. Non abbiamo ancora scoperto artisti rilevanti attivi con produzioni mature, ma ci sono molti giovani talenti che si stanno formando nell’ Accademia. Non perdiamo di vista questo potenziale.
Simone Mangani (1973) e' Assessore alla Cultura del Comune di Prato. E' stato Consigliere comunale dal 2009 al 2014, per il Gruppo consiliare Pd. Avvocato. Con 3 figli. È laureato in Giurisprudenza e ha un Master di I Livello. Interessi personali: teatro e lettura.
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