Nuove energie per Mestre
Venezia. Era il 2010 quando – durante la 12. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia - Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton, dello studio anglo-berlinese Sauerbruch Hutton, sono stati proclamati vincitori del concorso internazionale per la progettazione di M9, il nuovo museo- polo culturale che sorgerà nel cuore di Mestre. Quest’anno, in occasione della 14. edizione dell’evento veneziano e dell’avvio dei lavori relativi alla riqualificazione della zona, la Fondazione di Venezia con la mostra – evento collaterale alla 14. Biennale Architettura di Venezia - sul progetto che aprirà al pubblico il 7 giugno fino al 28 settembre presso Fondazione di Venezia, nella sua suggestiva sede su Rio Novo, dà il via alla condivisione che prelude all’attivazione della fase operativa.
Si va ben oltre il museo. L’intervento, pensato per riqualificare un’area cittadina di oltre 9.200 mq di area cittadina , prevede la realizzazione di un nuovo museo, il restauro di un preesistente convento seicentesco e il rinnovamento di un edificio amministrativo edificato negli Anni ’60.
Il principio che sottende l’intera iniziativa è il ripensamento di Mestre come manifesto del Novecento, terraferma di Venezia legata in maniera esemplare alla sua storia di immigrazione ed emigrazione, al polo di Marghera e a una densità imprenditoriale tra le più alte d’Europa.
Partendo quindi da un’analisi del contesto urbano, delle motivazioni politiche dell’intervento e del progetto culturale stesso, la mostra presenta le diverse parti dell’M9 District, nella sua associazione di produzione culturale, attività museali e servizi e strategie di retail innovativo per rendere sostenibile la complessa operazione di riqualificazione.
Nella prima sezione della mostra sono quindi illustrati i principi progettuali di natura architettonica, strutturale e impiantistica, il retail concept, il disegno urbanistico, le misure adottate per garantire la sostenibilità energetica, i contenuti del museo, i criteri di exhibition e interaction design, mentre in una seconda ci si sofferma sul rapporto tra istituzioni culturali e interventi di rigenerazione urbana, con un focus sui più interessanti progetti realizzati in quest’ambito dallo studio Sauerbruch Hutton.
In particolare il museo, primo in Europa completamente dedicato alla storia e alla cultura del Novecento, è costituito da un edificio principale - destinato alle sue funzioni pubbliche quali l’esposizione permanente dedicata alla storia, uno spazio espositivo per mostre temporanee, un auditorium, aule didattiche, una caffetteria, un bookshop, una mediateca e il foyer - affiancato da un altro minore, riservato invece ai servizi di back-office. Entrambi sono stati concepiti in modo da rispettare le architetture circostanti, di cui ricalcano volumi, proporzioni, materiali e colori. Una piazza tra i due edifici, definirà infine la fruizione di nuovi spazi pubblici attraverso la destinazione dell’area - che prosegue all’interno del chiostro dell’antico convento restaurato - a ristorazione, negozi ed eventi di varia natura.
Un museo «non - museo», di nuova generazione, dedito alla narrazione più che alla conservazione, che farà dell’interattività il principio cardine attraverso cui presentare un patrimonio composto da immagini, filmati e alta tecnologia in continua evoluzione in una cornice caratterizzata da eccellenza del comfort ed ecosostenibilità degli edifici, tratti distintivi dell’operare dello studio anglo-berlinese.
Una scommessa tanto affascinante quanto impegnativa quella di Fondazione di Venezia quindi, ma che ha già promesso al museo l’ottenimento della certificazione LEED Gold - Leadership in Energy and Environmental Design – riconoscimento che pochi altri musei italiani possono avere il privilegio di vantare.
© Riproduzione riservata