Non solo design, più architettura
Milano. In Triennale la quinta «edizione» del Museo del Design è dedicata quest’anno al tema poco esplorato della grafica (fino al 24 febbraio 2013). Il museo, diretto da Silvana Annichiarico, ne ha affidato la cura a Giorgio Camuffo, Mario Piazza e Carlo Vinti e l’allestimento a Fabio Novembre. A presentarlo sarà il neopresidente della Triennale, Claudio De Albertis, costruttore e presidente dell’Associazione dei Costruttori, insediato il 7 febbraio scorso (cfr. lo scorso numero, p. 2), che succede a Davide Rampello (cfr. n. 317, feb. ’12, p. 9). Con lui parliamo delle novità che intende imprimere all’istituzione.
Ingegner De Albertis, quali sono le linee guida del suo mandato, che si avvia nel pieno della crisi?
Credo che nei momenti difficili ci si debba consolidare nel core business, che in questo caso è la nostra splendida sede storica. Un’istituzione come la nostra, che oggi si alimenta per quasi il 70 per cento con autofinanziamenti, deve poter ricorrere a sponsor e per farlo occorre valorizzare al massimo il brand Triennale che, grazie al lavoro di chi mi ha preceduto, si trova tra i primi a Milano e in Italia. Molte aziende desiderano legare il loro nome alla Triennale: noi lavoreremo intensamente su questo fronte per mantenere sempre alto il livello della produzione e, più ancora, della ben più costosa autoproduzione culturale, alla cui qualità tengo particolarmente. Con il consiglio d’amministrazione intendiamo porre nuovamente al centro di questo mandato (che scadrà nel 2013, Ndr) la ricerca su architettura e città. Il che non significa certo limitare il peso del design, anche perché il Museo del Design è una delle nostre eccellenze, reso tale anche della caratteristica, a mio parere geniale, di cambiare ogni anno i suoi contenuti e il suo allestimento.
Quindi la formula attuale sarà confermata?
Non glielo so ancora dire: con il direttore Silvana Annichiarico e il cda abbiamo infatti deciso di attivare un seminario: non bisogna mai dormire sugli allori perché la competizione sull’offerta è fortissima. E credo che dopo cinque anni sia giusto capire se, come e in che misura questa impostazione ha futuro.
Come lavorerete sul tema architettura-città?
Oltre a un ciclo di dibattiti con i protagonisti dell’architettura, avremo due importanti iniziative: l’edizione 2012, la quarta, della Medaglia d’Oro all’Architettura, a cui vorremmo dare una maggiore visibilità, anche grazie all’eccellenza della sua giuria: con Ennio Brion, presidente, sono presenti Ole Bouman, Luca Molinari, Massimiliano Fuksas, Fulvio Irace, Cecilia Bolognesi e Alberto Ferlenga. Ferlenga sarà anche il curatore della mostra di ottobre, accompagnata da numerosi dibattiti, sulle grandi infrastrutture del Novecento in Italia e all’estero, legate al tema del paesaggio e dell’ambiente. Ma prima ancora, dal 6 all’8 giugno, ospiteremo il convegno internazionale su media e città organizzato da Francesco Casetti, docente a Yale, oltre a un progetto di Aldo Bonomi, orientato sul versante del sociale nella città. E sempre per giugno, nel ventennale della Conferenza sul clima di Rio de Janeiro, Cristina Sassoon sta curando un’iniziativa su questo tema. Tutt’intorno c’è poi un palinsesto di mostre di fotografia, arte e design, già previste.
La chiusura di Triennale Bovisa sarà definitiva?
Quella fu un’idea molto brillante, che però, non va dimenticato, nacque come struttura temporanea. Tuttavia è evidente che una sede come quella, ideata per rivitalizzare una zona periferica, deve avere accessi gratuiti e una fitta programmazione di mostre ed eventi e che per farlo dovrebbe poter contare su un impegno delle istituzioni pubbliche di ben altra portata sul piano delle risorse. Come dicevo, intendiamo concentrarci sul core business: abbiamo perciò chiuso la sede in Corea. Quanto a New York, non è decollata. Ma non per questo Triennale è assente all’estero: il 28 aprile si inaugura la mostra nel Padiglione italiano di Shanghai, curata dalla Triennale, e a Parigi saremo all’Ambasciata d’Italia, dove esporremo pezzi del design italiano. Saremo poi due volte a Pechino tra il 2012 e il 2013 e a Taiwan a settembre 2012. E molti altri progetti sono allo studio.
© Riproduzione riservata