MUSEO EGIZIO. Alta velocità della cultura con gli «Immortali»
Torino. Agosto 2013. Presentati i primi 1000 mq del percorso di rinnovamento del museo, a cura dello StudioIsolaarchitetti: un ipogeo espositivo per i mille reperti più rappresentativi della collezione (tra i quali la dama Hel, i coniugi Pendua e Nefertari) sotto il cortile interno del seicentesco palazzo del Collegio dei Nobili. Teche di vetro permettono la visione a tutto campo, raddoppiata da un soffitto specchiante, in linea con lo stile che Dante Ferretti aveva a suo tempo adottato per lo statuario.
50 milioni è il budget complessivo della ristrutturazione, sostenuto dai soci della Fondazione Museo delle Antichità egizie (25 Compagnia di San Paolo, 5 Fondazione CRT, 10 Città di Torino, 7 Regione Piemonte, 3 Provincia di Torino). «Definito all’inizio dei lavori, nel 2004, ha permesso a tutti di lavorare con tranquillità» ha sottolineato Luca Remmert, Vice Presidente della Compagnia-realtà non tanto usuale in Italia. Un cantiere che «non ha bloccato, nemmeno per un solo giorno, l’apertura al pubblico», ha detto la Presidente Evelina Cristillin.
Dal 2006, ante Olimpiadi invernali, passando da 230mila a 600mila visitatori, il museo-con una collezione seconda solo al Cairo per ricchezza e qualità- ha conquistato la nona posizione in Italia e la 94ma nel mondo.
L’ampliamento, che occuperà i locali che ospitavano la Sabauda, consentirà anche ai visitatori di passare tra i depositi a vista. Verrà completato entro la primavera 2015, alla vigilia dell’Expo, con «obiettivo 1 milione di visitatori, considerando che la Freccia Rossa collega Torino a Milano in 50 minuti» ha dichiarato il sindaco Piero Fassino parlando di «alta velocità della cultura», già sperimentata con successo con il festival MITO.
Torino avviato una strategia analoga a Londra che, entro il 2016 investirà oltre 600milioni di euro sui suoi più importanti musei: Tate Britain, Serpentine, Imperial War, Design, Victoria & Albert, Hayward Gallery, Royal Academy. La cultura conta.
Il museo inizia la sua vita nel 1824 con la collezione di 5268 reperti venduta da Bernardino Drovetti a Carlo Felice di Savoia, integrata nel 1832 viene integrata con le opere raccolte presso il museo dell’Università. Ernesto Schiapparelli, che guida la struttura dal 1894, organizza scavi a Eliopoli e Giza. Oggi l’Egizio conta 6500 oggetti esposti, oltre ai 26mila nei depositi.
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