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Manifesto

  • Pubblicato il: 28/05/2012 - 10:34
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Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
Manifesto "Vita"

Roma. Mercoledì 30 maggio alle ore 11 presso l'Istituto Luigi Sturzo di Roma (Sala Perin del Vaga, via delle Coppelle 35) si terrà  la conferenza stampa di presentazione del manifesto a sostegno dell'identità delle Fondazioni di origine bancaria pubblicato da Vita, il magazine italiano del non profit.
Interverranno all’incontro, fra gli altri, Giuseppe De Rita, presidente del Censis, Roberto Mazzotta, presidente dell'Istituto Luigi Sturzo, Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore, Riccardo Bonacina, presidente di Vita Società editoriale, Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Acri.
Il manifesto nasce a difesa delle Fondazioni di origine bancaria affinché rimangano autonome e terze rispetto a Stato e mercato.
Dopo la grande attenzione mediatica e il turbinio di «botta-risposta» suscitati dal «Manifesto per la cultura» del Sole 24 Ore, pubblicato lo scorso 19 febbraio, sembra proprio che questa modalità di dichiarazione di intenti e principi, dopo essere caduta un pò in disuso, sia tornata alla ribalta.
Così il Manifesto di «Vita», sottoscritto già da oltre 50 autorevoli rappresentanti del mondo del volontariato, della cultura e dell'economia, sottolinea come «le Fondazioni concorrono al rafforzamento della nostra democrazia e alla promozione dello sviluppo economico e sociale. Sostengono, in forma sussidiaria, l’autorganizzazione dei cittadini e la loro capacità di risposta ai problemi.
Una risorsa per la comunità, senz’altro.
Una nota di Acri, l'associazione delle fondazioni di origine bancaria, sottolinea come ogni anno le Fondazioni di origine bancaria nel loro insieme devolvono erogazioni filantropiche intorno al miliardo e mezzo di euro (1.366 milioni di euro nel 2010), indirizzandole prevalentemente al sostegno di arte e cultura (413 milioni di euro), assistenza sociale (175 milioni), ricerca (171 milioni), formazione (148 milioni), volontariato (131 milioni), sviluppo locale (124 milioni), sanità (114 milioni), ambiente (34 milioni). Per una migliore operatività le Fondazioni di origine bancaria si sono dotate poi, lo scorso 4 aprile 2012, della «Carta delle Fondazioni», «linee guida per un orientamento comportamentale comune capaci – secondo il Presidente Guzzetti - di dare sistematicità alle migliori pratiche già sperimentate».
 
Buoni propositi che il Manifesto ribadisce, affermando che «le Fondazioni devono continuare a essere libera e autonoma espressione delle collettività di riferimento e ad operare sempre meglio a sostegno di iniziative di sussidiarietà». 
Manifesti, carte, dichiarazioni che veicolano principi e propositi più che ambiti, vagheggiati, ma che inevitabilmente, senza la volontà di processare le intenzioni, portano a pensare ad una «controffensiva» in risposta ai numerosi attacchi cui le ex fondazioni bancarie sono ultimamente oggetto.
D’altra parte le fondazione di origine bancaria, accusate di essere centri di potere politico, obsolete nella gestione e non eccellenti in trasparenza, tra Imu, commissariamenti e buchi di bilancio non se la passano un granché bene.
Che il manifesto faccia chiarezza, non solo pubblicità.
 
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