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Longhi e Morandi sotto l’oleandro

  • Pubblicato il: 13/06/2014 - 13:02
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
L.L.
Giorgio Morandi

Firenze. Nella registrazione della trasmissione «l’Approdo», nel giugno del 1964, Roberto Longhi ricorda Morandi davanti alla porta d’accesso del proprio studio, a Villa Il Tasso, affiancata, allora come oggi, da una pianta di oleandro. Ed è proprio in quel luogo, sede della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, che si tiene la mostra, realizzata in collaborazione con la collezione Merlini, che commemora il cinquantenario della scomparsa di Morandi.«Morandi Longhi. Opere, lettere, scritti», aperta sino al 22 giugno (catalogo Silvana), è curata da Maria Cristina Bandera, studiosa di Morandi oltre che direttrice della Fondazione. Entrambi nati nel 1890, il pittore e lo storico dell’arte intrattennero un legame improntato a una profonda e reciproca ammirazione, che si protrasse per trent’anni tra Bologna  e Firenze, dove Longhi si trasferì nel 1939.  Oltre ai dipinti conservati alla Fondazione, i paesaggi e le nature morte di Morandi appartenute a Longhi e i «Fiori» donati dal pittore al critico e alla moglie, la scrittrice Anna Banti, tornano a Villa Il Tasso anche opere quali «Il cortile di via Fondazza» (1935), appartenuto per lungo tempo a Longhi, poi donato al proprio medico curante e ora nella raccolta Merlini. Da questa collezione proviene anche la «Natura morta» del 1948, già appartenuta a Emilio Jesi e selezionata da Morandi per la propria sala alla IV Biennale del Brasile del 1957, per la quale ottenne il Gran Prix per la pittura. A ricordare l’importanza dell’incisione nell’opera morandiana sono poi allestite tre acqueforti donate dall’artista a Longhi e restaurate per la mostra da Mariella Gnani, curatrice della collezione Merlini. Completano la rassegna alcune lettere autografe di Morandi a Longhi oltre ad appunti manoscritti di quest’ultimo sul pittore.

da Il Giornale dell'Arte numero 343, giugno 2014