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Lara Almarcegui al Pastificio Cerere

  • Pubblicato il: 21/10/2011 - 21:49
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Elisa Del Prete
Postcard from… Lara Almarcegui un progetto di Marcello Smarrelli a cura di Vincenzo de Bellis

Roma. Il problema della formazione in Italia è una ferita aperta. Se si parla di arte contemporanea, ancor più dolorosa. Chi si forma solo in Italia, artista, critico, curatore o art manager, raramente è in grado di competere coi colleghi stranieri, né pare stimata una sua collocazione adeguata sul territorio da parte delle amministrazioni, locali e nazionali. Per non parlare dell'educazione all'arte nelle scuole, raramente in grado di offrire strumenti per lo sviluppo di uno spirito critico di un potenziale pubblico. Esistono tuttavia proposte innovative per una formazione di tipo alternativo a quella istituzionale accanto alle solite visite guidate e ai corsi per manager della cultura.
La Fondazione Pastificio Cerere di Roma sta sperimentando diverse di queste pratiche, dalla formula della residenza come esperienza di crescita professionale, al learning by doing, all'attivazione di dispositivi nello spazio pubblico in grado di innescare processi di consapevolezza nel tessuto sociale locale. Nata da un'ex-semoleria, ma soprattutto dalla volontà di Flavio Misciattelli (oggi Presidente) di creare uno spazio che potesse diventare punto di riferimento della creazione contemporanea in Italia e all’estero, la Fondazione opera infatti da ormai sette anni nel quartiere di San Lorenzo attivando relazioni con le istituzioni pubbliche, il territorio, le scuole, ma soprattutto promuovendo progetti formativi alternativi per il pubblico come per gli art professionals. «La vocazione didattica caratterizza da sempre sia la Fondazione Pastificio Cerere sia il mio percorso professionale...- dice Marcello Smarrelli, direttore artistico - Per me l’arte non si può più ridurre a mera forma d’intrattenimento, piuttosto costituisce un modello etico perché sprona le persone a pensare, a farsi domande, a guardare le cose da altri punti di vista». Da qui la necessità di promuovere un'attività espositiva per lo più site specific, che parta dal contesto o che al contesto sia rivolta, attraverso progetti in grado di raggiungere un pubblico vasto ed eterogeneo. «Postcard from…» è un progetto realizzato in collaborazione con l'azienda A.P.A. (Agenzia Pubblicità Affissioni) che prevede una serie di interventi artistici itineranti pensati per gli spazi solitamente destinati all'affissione pubblicitaria. «Mi piace pensare che mentre le persone camminano oppure sono in auto, in bici o sui mezzi pubblici, magari con la testa occupata da pensieri legati al lavoro, alla scuola, alla sfera personale, a quello che faranno durante la giornata, un’immagine insolita possa far nascere nelle loro menti pensieri nuovi, curiosità, idee, riflessioni...» dice ancora Smarrelli. Il prossimo postcard che girerà per Roma sarà di Lara Almarcegui, di cui il Pastificio propone, per la prima volta in Italia, una mostra personale a partire dal 10 novembre (fino al 28 gennaio 2012) interamente focalizzata sulla città di Roma. La mostra fa parte del programma proposto dal curator in residence Vincenzo De Bellis, invitato dalla Fondazione per un anno con l'incarico di proporne la programmazione. «Uno degli obiettivi che mi ero dato era di lavorare site specific – dice De Bellis - La mostra di Lara non si può non leggere in relazione a quella che l'ha preceduta di Reto Pulfer...entrambi hanno reagito fisicamente allo spazio del Pastificio. Ho scelto di ridurre al minimo il programma scegliendo di concentrarmi su due artisti internazionali, uno molto giovane e una più matura, uno che lavora sul testo e sul linguaggio in modo tridimensionale, l'altra che pur utilizzando spesso il linguaggio ha un lavoro esclusivamente architettonico. Le due mostre sono come uno Yin Yang».
Il lavoro dell'artista spagnola Almarcegui è iniziato a gennaio scorso con varie visite alla città e prenderà forma sia in una «Guide to Wastelands of the River Tevere, 12 Empty Spaces Await the 2020 Rome Olympics», frutto delle ricerche fatte in loco e omaggio agli spazi in fase di transizione del parco fluviale a nord-est del Tevere, che nell'installazione per il Pastificio «Construction Rubble of Pastificio’s exhibition space» in cui l'artista riflette sulla storia di questa sede espositiva e sulle sue future potenzialità architettoniche.
Attraverso il confronto con progetti artistici site specific, con la realizzazione di pubblicazioni ad hoc, gli studio visit e i cicli di conferenze, il curator in residence non solo cresce professionalmente, ma lavora concretamente per dare sia uno spessore intellettuale al programma della Fondazione che per proporre un indirizzo strategico, «una guida, un posizionamento, una nuova identità a questo luogo così speciale ma anche così fortemente condizionato dal suo passato» (De Bellis). E lo stesso Smarrelli, interrogandosi sugli intenti della Fondazione ribadisce come per loro «la mostra sia la parte conclusiva di un processo formativo più ampio. Siamo convinti che l’arte contemporanea rappresenti un validissimo strumento per la crescita culturale di tutti ma è necessaria una mediazione, altrimenti rischia di risultare ostica».

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