La forza del vetro
Venezia. «Fragile?»: si interroga il titolo della mostra curata da Mario Codognato presso la Fondazione Cini (fino al 28 luglio), accompagnata dal catalogo edito da Skira. Un percorso dedicato al vetro e al suo impiego come ready made nelle arti visive del secolo scorso e del XXI. Ventotto le opere esposte, tutte di artisti internazionali, per le quali è stato impiegato questo affascinante materiale, fragile e trasparente, traducendo «le infinite potenzialità del vetro in una dialettica inedita che coinvolge inevitabilmente la nostra esperienza quotidiana».
Dall’«Air de Paris» di Duchamp che racchiude cinquanta centilitri d’aria della capitale francese, al «Terremoto in Palazzo» di Joseph Beuys realizzata su invito di Lucio Amelio dopo il terremoto dell’80 che colpì l’Irpinia; da «Glass-One and Three» di Joseph Kosuth all’ironico e surreale video «Ever is over all» di Pipilotti Rist. Fino a Mona Hatoum, Damien Hirst, Barry Le Va, oltre a Jannis Kounellis, Mario Merz, Giuseppe Penone, Gerhard Richter, Lawrence Weiner, Luciano Fabro, solo per citarne alcuni. Presente anche Ai Weiwei, con l'opera «Dust to dust» (Polvere alla polvere): un vaso di vetro, come ce ne sono tanti, in cui sono contenuti i resti di un vaso in ceramica risalente al Neolitico e distrutto dall’artista «che con questo gesto dissacratorio trasforma un’urna antica in un’urna moderna condensando la memoria della storia in una manciata di polvere, traslando il contenitore con il contenuto».
Ad accogliere il visitatore, generando un po’ di disorientamento, l’installazione di Matias Faldbakken, «Liquor Sculpture», composta da 32 bottiglie di liquori, di dimensioni variabili, disposte sul pavimento, tutte intorno al banco della biglietteria.
«Quando mi è stato chiesto di curare una mostra in questo contesto, spiega Mario Codognato nelvideo che accompagna l’articolo, ho pensato a una mostra che fosse complementare sia alla tradizione del vetro artigianale sia alla tradizione espositiva di questo materiale. E fare invece una mostra con i lavori di artisti che hanno usato il vetro di produzione industriale, il vetro come oggetto trovato, quindi con delle finalità totalmente differenti. E analizzare quali sono state le motivazioni dell’utilizzo di questo materiale».
«Fragile?» costituisce il secondo appuntamento di Le stanze del vetro, progetto pluriennale per la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana promosso dalla Fondazione Cini e dalla Pentagram Stiftung, fondazione privata di diritto elvetico che «ha per scopo statutario la promozione e il sostegno dell’arte e della cultura vetraria contemporanea e antica, in particolar modo veneziana». La prossima mostra in programma sarà curata da Marino Barovier e sarà dedicata a Napoleone Martinuzzi, artista che ha collaborato con la vetreria Venini dal 1925 al 1932.
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