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La fantasia del medico del demonio

  • Pubblicato il: 11/11/2011 - 09:02
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Giovanni Pellinghelli del Monticello
La Rocchetta Mattei. Foto L. Marchi

Grizzana Morandi (Bo). Sull’Appennino bolognese, il comune di Grizzana Morandi è celebre sia per il pittore a cui ha dato la nascita, sia per un monumento unico in Italia: la Rocchetta Mattei, costruita nella seconda metà del XIX secolo come manifesto del gusto eclettico e onirico del conte Cesare Mattei. Dopo i danni subiti durante la seconda guerra mondiale, la Rocchetta cambiò varie proprietà fino all’acquisto nel 2006, in stato di abbandono, da parte della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha avviato un accurato processo di restauro di ormai prossima conclusione.
Nato a Bologna nel 1809 da famiglia agiata, Cesare Mattei nel 1837 fu tra i fondatori della Cassa di Risparmio in Bologna e nel 1847 ottenne da Pio IX il titolo di conte. Deputato al Parlamento di Roma nel 1848, già nel 1850 si ritirò dalla vita politica per dedicarsi allo studio della medicina. Superando le teorie di Hahnemann, ideatore dell’omeopatia, elaborò una nuova scienza medica che chiamò elettromeopatia e nel 1881 iniziò la produzione di rimedi elettromeopatici esportati in tutto il mondo, con grandissimo successo tanto da poter contare fra i suoi pazienti il futuro ultimo re di Baviera Ludovico III, lo zar Alessandro II e l’allora principe di Piemonte Umberto, nonché da esser citato da Dostoevskij in I fratelli Karamàzov, quando il demonio, tormentato da tremendi reumatismi, dichiara: «…ho scritto al conte Mattei a Milano, che mi ha mandato un libro e delle gocce, che Dio lo benedica!».
L’attuale gruppo di edifici si colloca sui resti di un complesso altomedievale andato distrutto nel 1293: Mattei scelse il luogo per la facilità d’accesso, la scenografia del rialzo roccioso isolato, la confluenza dei fiumi Limentra e Reno. La Rocchetta Mattei è fusione di stili: dal medievale al gotico fiammeggiante al moresco, viaggio di fantasia dall’Andalusia araba alle miniature di Pol de Limburg: all’ingresso principale un ippogrifo guida al Cortile d’onore scavato nella roccia in cui due gnomi cariatidi sostengono il portale e da cui si sale alla Loggia carolina in stile orientale. La Scala della torre porta con un ponte levatoio alla Camera da letto di Mattei con finestre piccole e soffitto a stalattiti. Di fronte la Scala delle visioni, con la volta affrescata con l’allegoria della nuova scienza elettromeopatica che vince la vecchia medicina, per cui si sale alla Sala inglese in cima al torrione principale. Dalla Loggia carolina si arriva anche alla Camera bianca e alla Camera turca e dopo un breve tratto di roccia che funge da balconata naturale si trova il Cortile dei leoni, riproduzione del cortile dell’Alhambra di Granada. Da qui si entra nel Salone della pace, che celebra la fine della Grande guerra, e poi nella Sala della musica e nella Cappella, riproduzione della Cattedrale di Cordova. Accanto il Salone dei Novanta, così chiamato perché Mattei, che morì nel 1896, avrebbe voluto celebrarvi il suo 90° compleanno con un banchetto con altrettanti coetanei.

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da Il Giornale dell'Arte numero 314, novembre 2011