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La dimensione europea delle Capitali della Cultura: un incontro in campo neutro

  • Pubblicato il: 15/12/2013 - 18:53
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Articolo a cura di: 
Claudio Bocci

In un momento di vivace dibattito sul tema, l’Università di Salerno e l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia, hanno promosso un interessante incontro sulla dimensione europea delle Capitali della cultura, nell’intento di valorizzare la grande ricchezza prodotta dal processo che il protocollo europeo introduce con il percorso di candidatura. Al convegno, tenuto in campo neutro, hanno preso parte esponenti delle città che, recentemente, hanno superato il primo vaglio di selezione per aggiudicarsi il titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2019.
Incentrato sulle specifiche richieste del bando europeo che riguardano: a) la cooperazione tra operatori culturali, artisti e città nei paesi membri; b) la diversità culturale in Europa e gli aspetti comuni delle culture europee; c) la cooperazione culturale europea come fattore guida per lo sviluppo locale, l’incontro ha permesso un utile confronto tra le città candidate e rafforzato quello spirito di coopetition che le anima, suggellato nella recente ‘Carta d’Intenti’, sottoscritta a Ravenna ad inizio dicembre, con l’obiettivo di tenere viva la partnership anche dopo la designazione a Capitale Europea della Cultura 2019. L’intento è quello di intercettare la nuova programmazione dei fondi europei, di favorire la mobilità di produzioni culturali e di artisti ma, soprattutto, chiedere all’Esecutivo un impegno che sostenga le città nel complesso processo di candidatura (le Città candidate, in particolare, temono che la recente dichiarazione del Presidente del Consiglio Letta di indire una gara per la Capitale italiana della cultura possa generare confusione in un momento in cui occorre concentrare tutti gli sforzi per sviluppare il progetto ammesso alla seconda fase di selezione). Di grande interesse per riannodare i fili della progettualità prodotta dal modello ECoC (European Capital of Culture), l’intervento al convegno di Erminia Sciacchitano del Mibact che ha segnalato il forte elemento di connessione fra quanto richiesto dal protocollo europeo e la Convenzione di Faro, recentemente sottoscritta dal Governo italiano sulla partecipazione dei cittadini al patrimonio culturale e sul loro diritto ad influire alle scelte che riguardano la cultura, specie su scala territoriale. La rappresentante del Mibact ha poi evocato il rilevante appuntamento in agenda nella seconda metà del prossimo anno con la Presidenza italiana del Consiglio europeo auspicando che la cultura possa costituire la cifra dell’iniziativa italiana riportando al centro del dibattito europeo la connessione con l’innovazione sociale e lo sviluppo economico. La nutrita presenza olandese al convegno, a cui non ha fatto mancare i suoi saluti augurali ma non formali l’Ambasciatore in Italia Michiel Den Hond, si è aperta con l’intervento di Rudi Wester, direttore artistico di Leeuwarden, capitale europea della cultura nel 2018, che ha attribuito alla filosofia di fondo del percorso di candidatura tutto centrato sulla partecipazione e sul processo di integrazione della comunità frisone (la seconda in Olanda) portatrice di una sua lingua e di una sua specifica cultura. Nel disegnare il percorso artistico del bidbook di Leeuwarden, Rudi Wester ha auspicato un dialogo fruttuoso con la città italiana che sarà designata a fine 2014. Altrettanto interessanti gli interventi di Jean Pierre Magro, Direttore artistico di Valletta 2018 che, attraverso l’arte intende rielaborare un’idea di passato e costruire il futuro, e di Plamen Dzuhrov, membro del comitato promotore di Sofia 2019; quest’ultimo, in particolare, ha segnalato come l’occasione di ECoC, dovrà essere colta dall’intera Bulgaria, anche per rompere il silenzioso isolamento che avvolge il paese e fare della capitale della cultura un ponte permanente di apertura all’Europa. La capacità di incidere sui tratti identitari del percorso culturale e di riannodare le trame sociali della città avviato con la candidatura di Perugia è stato introdotto da Lucio Argano, project manager di Perugia/Assisi 2019. Il collegamento con la città del santo patrono d’Italia ha permesso di coniugare strettamente l’ispirazione complessiva del progetto a ‘città delle idee, del dialogo, dell’accoglienza’; Argano ha poi voluto sottolineare l’importanza del metodo ECoC come straordinaria occasione per affermare una cultura di progetto utile anche per superare la classica autoreferenzialità degli operatori, pubblici e privati, scarsamente abituati a lavorare insieme. Arion Berg, direttore artistico di Lecce 2019, ha declinato le varie forme di ‘eutopia’ a cui è ispirato il progetto della città del barocco, al fine di favorire, attraverso il processo di candidatura, inclusione sociale, creatività, sperimentazione artistica, sostenibilità ambientale, sviluppo economico, in tutto il tessuto del comprensorio Lecce-Brindisi. L’innovazione sociale è anche al centro dell’ispirazione di Siena 2019 presentata dal direttore di candidatura Pier Luigi Sacco. La costruzione di un nuovo futuro in chiave europea dopo la crisi che ha colpito la città-banca è la sfida che occorre vincere e a cui la candidatura può dare un rilevante contributo. Le linee strategiche del bidbook riguardano, in particolare: a) cultura e salute; 2) inclusione, accessibilità, multiculturalità; 3) turismo smart, nell’intento di “creare significato intorno alle pietre”. Nel suo intervento, Nadia Carboni, project manager di Ravenna 2019, ha ricordato come la scelta di impegnare la città romagnola a Capitale Europea della Cultura risalga al 2007 e come il progetto, che coinvolge un territorio vasto che va oltre i confini della città, abbia privilegiato un approccio partecipato da artisti, imprese, cittadini con l’impegno ‘tracciato’ di oltre mille persone coinvolte attivamente che hanno generato circa 400 idee recuperate nel dossier selezionato. La candidatura ha messo in moto un processo inarrestabile anche a Matera; Rossella Tarantino, responsabile del programma della ‘Città dei Sassi’, ha sottolineato il clima di straordinaria mobilitazione sociale che si respira su tutto il territorio regionale e come, proprio attraverso la cultura, Matera intenda proporsi a livello europeo come città della partecipazione e della produzione culturale innovativa, sostenibile e ‘abitata’. Il Prof. Mauro Menichetti, Direttore del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, nell’esprimere la grande soddisfazione per le grandi ricadute scientifiche del convegno, particolarmente utili per gli studenti dei corsi nel settore culturale, ha richiamato il concetto di ‘paesaggio culturale’ che, applicato alle città e accelerato dal modello ECoC, farà della dimensione urbane il propulsore dello sviluppo dei territori. Infine, il Prof. Fabio Borghese, responsabile di Creactivitas, il laboratorio di economia creativa del campus salernitano, ha sottolineato la stretta corrispondenza tra il convegno e Ravello Lab – Colloqui Internazionali che, in un’ideale staffetta, perseguono un lungo percorso di ricerca e di proposta. Anche il Sen. Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, nelle sue conclusioni, ha richiamato i lavori di Ravello Lab che, già dal 2010 hanno avviato una profonda riflessione sulle straordinarie potenzialità legate al modello ECoC e come dalle ‘Raccomandazioni’ che vengono rilasciate al termine del laboratorio di Ravello sia nato lo spunto per depositare, già nel 2011, un disegno di legge per introdurre anche a livello nazionale la Capitale Italiana della Cultural, di cui tanto si discute in questi giorni. L’idea, nata per sostenere ed estendere la qualità dei progetti culturali su tutto il territorio, ha trovato un ulteriore sviluppo nel corso dell’ultima edizione di Ravello Lab che ha lanciato la proposta di un Fondo per la progettualità culturale integrata e partecipata.

Claudio Bocci è Direttore Federculture – Consigliere Delegato Ravello Lab