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La cultura dei piccoli

  • Pubblicato il: 17/06/2017 - 10:36
Autore/i: 
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
Martha Friel

Le abitudini di consumo e di fruizione culturale dei bambini e delle loro famiglie sono un tema poco esplorato, ma molto importante per supportare politiche mirate di audience development.  Quanto vanno al museo i bambini italiani? Con chi? Perché? I musei vengono percepiti come “kids friendly”? Il Centro Studi Silvia Santagata-EBLA, impegnato nel progetto di costruzione di un Osservatorio sulle produzioni e i consumi culturali under 18, in partnership con la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo ha analizzato l’esperienza al museo di oltre 1.000 famiglie e di 1.900 bambini.
 
  
Il mondo della cultura – dai musei ai teatri alle biblioteche - è oggi sempre più interessato al pubblico dei bambini che, con le loro famiglie, sono un bacino di visitatori ampio e importante da attrarre e da fidelizzare.
Parallelamente, la crescente consapevolezza dei genitori sul ruolo che la cultura gioca per lo sviluppo psico-sociale della persona ha portato a un aumento della domanda di servizi culturali dedicati ai più piccoli.
In questo contesto sono ormai centinaia i musei italiani e le istituzioni culturali che offrono attività didattiche, corsi e progetti educativi destinati ai più giovani e che si sono attrezzati con spazi e personale dedicato.
 
Guardando anche solo al mondo dei musei e delle aree archeologiche italiane, degli oltre 4.900 istituti italiani censiti quasi 2.800 svolgono attività didattiche tra laboratori, corsi e progetti educativi e più di 1.500 offrono percorsi  e materiali informativi dedicati ai bambini (Mibact, 2015). Forse ancora troppo pochi, secondo alcuni, ma certamente molti di più di 10 anni fa.
 
Anche un crescente numero di istituzioni dello spettacolo guarda oggi con interesse al target bambini, basti pensare al progetto “Grandi Spettacoli per Piccoli” del Teatro alla Scala o alla programmazione per famiglie di molti teatri italiani e anche di alcune società concertistiche.
 
Le proposte sono molto variegate e non si tratta di un’offerta dedicata solo ai bambini in età scolare bensì anche alla fascia dell'infanzia: esempi ne sono iniziative come “Nati con la cultura”, promosso da Fondazione Medicina a Misura di Donna e da Palazzo Madama a Torino oggi cresciuto a livello regionale con Abbonamento Musei, manifestazioni quali “Uovo Kids” a Milano o spazi museali dedicati ai piccolissimi come il  “Maxi Ohh!” del MUSE-Museo delle Scienze di Trento.
 
Inoltre, se fino a oggi tale offerta è stata indirizzata soprattutto a un’utenza residente, il mondo della cultura comincia a guardare con interesse anche ai milioni di turisti che ogni anno visitano l’Italia (molti dei quali con bimbi al seguito!).
 
A fronte di questo scenario di offerta sempre più articolato, il quadro della domanda è molto meno chiaro e mancano a oggi dati sistematizzati e ricerche specifiche a livello nazionale.
 
Il mercato potenziale per le istituzioni culturali è indubbiamente assai vasto. Nel 2016 in Italia, su 60,6 milioni di abitanti, gli under 18 erano 10,6 milioni, gli under 12, 7,1 milioni: numeri importanti e particolarmente interessanti anche per l'alta probabilità di contatto tra istituzioni culturali e giovani nella fascia scolare, ossia dai 6 anni.
 
Con questa consapevolezza, il Centro Studi Silvia Santagata-EBLA - attivo da anni nella ricerca sulla fruizione culturale, l'accesso alla cultura e lo sviluppo locale basato su cultura e creatività - si è impegnato nel progetto di costruzione di un Osservatorio sulle produzioni e i consumi culturali under 18, un laboratorio di raccolta, analisi e diffusione di dati e di informazioni relativi all’offerta di cultura, nel senso vasto del termine, per bambini e ragazzi in Italia, e alle relative abitudini di consumo.
 
Nell'ambito di questo progetto, dal 2014, il Centro Studi Silvia Santagata-EBLA  ha stretto una partnership con la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo (www.famigliealmuseo.it), manifestazione su scala nazionale durante la quale tutti i musei aderenti organizzano attività specifiche per le famiglie con bambini di età prescolare o di scuola primaria e dunque occasione unica per conoscere meglio caratteristiche e attitudini delle famiglie nei musei italiani.
E' stata così analizzata l’esperienza al museo di oltre 1.000 famiglie e di 1.900 bambini per provare a rispondere ad alcune prime domande: quanto vanno al museo i bambini italiani? Con chi? A che età? Quanto i bambini influenzano le scelte dei genitori? I musei italiani vengono percepiti come “kids friendly” dalle  famiglie? Come i musei promuovono l’accesso culturale dei più piccoli?
L'indagine, ha rilevato come la partecipazione abbia riguardato per lo più di famiglie con uno o due figli, residenti o provenienti dal bacino di pubblico locale dei musei.
Un dato interessante è costituito dal fatto che chi ha partecipato alla Giornata F@Mu è un frequentatore abituale di musei: il 76% dei rispondenti era già stato in museo o aveva visitato una mostra con i propri figli almeno una volta nei 12 mesi precedenti e il 17% più di 5 volte.
I musei aderenti alla Giornata sono stati però in grado di attrarre anche persone che sono entrate in un museo per la prima volta proprio in occasione di F@Mu 2015. Complessivamente 445 bambini sono dunque entrati per la prima volta al museo proprio grazie all'iniziativa e il 47% di loro ha tra i 4 e i 12 anni e nel 30% dei casi vive nel Sud Italia. In generale, la frequenza di visita dei musei con la propria famiglia tende ad aumentare con l'età dei bambini: oltre il 50% di chi ha più di 12 anni è infatti già stato al museo.
L'analisi ha permesso anche di individuare i soggetti della famiglia attivi nel promuovere la partecipazione culturale dei più piccoli con un ruolo forte di entrambi i genitori e delle mamme in particolare, ma non manca la presenza anche di nonni e zii: il 30% dei bambini si è recato al museo con la mamma, il 57% con entrambi i genitori ma soltanto il 10% solo con il papà.
Uno degli obiettivi dell'indagine è stato quello di rilevare anche il gradimento dei visitatori per i principali servizi dei musei rivolti alle famiglie e di approfondire le motivazione alla base della  scelta di visitare un museo con i propri figli, temi su cui non esistono a oggi dati a livello nazionale.
Il 43,1% dei rispondenti ha dichiarato di tenere moltissimo in considerazione le preferenze dei propri figli nella scelta del museo da visitare e il 64% ha segnalato come la sua scelta sia molto influenzata anche dall'offerta di una specifica proposta a misura di bambino.
La professionalità del personale risulta il maggior punto di forza dell'offerta museale italiana per le famiglie, distaccando ampiamente tutte le altre componenti dell'offerta su cui esiste anche molta variabilità tra un istituto e l'altro.
 

 
Infine, nell'ambito delle giornate F@Mu è stato somministrato un questionario anche a oltre un centinaio di musei aderenti all'iniziativa e distribuiti su tutto il territorio nazionale, per indagare le attività organizzate per l'evento, ma anche per comprendere meglio i servizi già presenti e rivolti al piccolo pubblico e alle famiglie.
L'88% degli intervistati svolge già con regolarità attività dedicate ai bambini e alla famiglie più volte l'anno (nel 50% dei casi), il 71% possiede uno spazio per la didattica e il 56% prevede sconti dedicati alle famiglie.
Per la giornata F@Mu i musei intervistati hanno organizzato in prevalenza laboratori e visite guidate prevedendo ingressi gratuiti e sconti ad hoc e la giornata è stata, in molti casi (per il 30% circa degli intervistati) un'occasione per attivare collaborazioni con il territorio e con altri musei sia in termini di promozione sia per iniziative e attività.
Tali dati  - che sono l'esito di una prima analisi  - saranno ulteriormente arricchita con i dati della prossima edizione della Giornata F@Mu che si terrà in tutta Italia l'8 ottobre 2017.

Per ulteriori informazioni e dati sulla ricerca leggere qui

Ph: Palazzo Vecchio, Firenze, foto di Lorenzo Valloriani per Mus.E
 
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