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La carta proibita di Peggy Guggenheim

  • Pubblicato il: 14/10/2011 - 01:39
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Laura Lombardi
Peggy Guggenheim tra alcune opere della sua collezione

Lucca. Le opere su carta collezionate da Peggy Guggenheim rappresentano un nucleo cospicuo se si pensa che alla sua morte erano più di settanta, senza contare quelle già donate a musei internazionali. La mostra che si tiene sino al 15 gennaio al Lucca Center of Contemporary Art, «Carte rivelatrici. I tesori nascosti della Collezione Peggy Guggenheim» (catalogo Silvana) realizzata in collaborazione con la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, a cura di Maurizio Vanni e con il coordinamento scientifico di Thereza Pedrosa, segue il filo degli interessi di Peggy (nella foto) dalle prime acquisizioni. Si tratta, tra le altre carte, di «Idee per scultura» e «Senza titolo» di Henry Moore, «Blu nel blu» di Kurt Schwitters, «Oceano 5» di Piet Mondrian, «Verso l’altro» di Vasilij Kandinskij e «Il postino Cheval» di Max Ernst. Vi sono poi le opere esposte alla Biennale di Venezia del 1948 come «Le driadi» di Roberto Sebastián Matta, all’epoca escluso dalla mostra perché giudicato da Rodolfo Pallucchini, allora segretario generale della rassegna, troppo sessualmente esplicito. Tra le rarità, «Le grand passage» di Alexander Calder e la «Testa dada» di Hans Richter.
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da Il Giornale dell'Arte numero 313, ottobre 2011