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L’OPERA METROPOLITANA. NUOVE FORME DI COOPERAZIONE

  • Pubblicato il: 16/06/2015 - 00:09
Autore/i: 
Rubrica: 
EDITORIALI
Articolo a cura di: 
Giuliano Segre

«Opera metropolitana, Eventi e progetti di musica per il territorio»: il matrimonio felice tra la Fondazione Teatro La Fenice e la Fondazione di Venezia.  Un modello?

Nel corso del 2014 è stata avviata l’«Opera metropolitana, Eventi e progetti di musica per il territorio», iniziativa nata dalla collaborazione tra la Fondazione Teatro La Fenice e la Fondazione di Venezia. Riassumendo dal punto di vista numerico le tre edizioni, si evince che l’Opera Metropolitana ha toccato 24 location diverse, 13 Comuni in tutta la provincia di Venezia per 62 appuntamenti complessivi e con un pubblico che ha sfiorato i 7.000 spettatori.
Diciannove anni fa gli enti pubblici dedicati alla conservazione e alla trasmissione della cultura italiana della musica lirica (e più recentemente sinfonica) vennero trasformati in Fondazioni. La parola magica già allora stava diffondendosi nel Paese: nei primi anni Novanta ottantotto banche italiane, alcune anche molto importanti, trovarono il loro processo di privatizzazione nella figura delle fondazioni (poi definite “di origine bancaria”); nel 2004 la Biennale diviene Fondazione; e il processo continua: l’anno scorso venne resa pubblica la valutazione Istat sulla presenza nel sistema istituzionale italiano di oltre 6.600 fondazioni: moltissime dedicate alla cultura.
Il primo contatto della Fondazione di Venezia con la Fondazione Teatro La Fenice avvenne quando era sindaco Massimo Cacciari. Era comparsa una norma che sembrava stringente: o qualche privato avrebbe erogato alla fenice un contributo pari (oggi) all’8 per cento della quota stanziata dallo Stato attraverso il Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), oppure il teatro veneziano avrebbe perso tutti gli incrementi di FUS futuri. Cacciari ci convinse che l’unico «privato» esistente sul mercato era la Fondazione di Venezia e noi ci convincemmo volentieri.
 
L’impegno era rilevante e si è sempre mantenuto da allora intorno al milione di euro all’anno, ma alla legge abbiamo dato una risposta veneziana di consistenza: il fatto è che la «tremenda» sanzione minacciata, consistente nel non ricevere più gli incrementi del FUS, è immediatamente caduta nel nulla poiché il fondo da allora è sempre sostanzialmente diminuito.
Occorreva perciò valorizzare altrimenti il pesante contributo della Fondazione alla Fenice: in tempi recenti non vale più il comportamento antico del principe munifico e benevolente che distribuisce denaro per il diletto suo o del popolo: così non si ottiene vero progresso, rapidamente il denaro finisce e il diletto con esso. Così a dicembre del 2012 i due enti stipularono un patto per un servizio di alta qualità al territorio: insieme avrebbero progettato e attuato una stagione lirico-sinfonica, significativamente intitolata «Opera Metropolitana», articolata nei luoghi che il territorio stesso avrebbe trovato più opportuni. La Fondazione di Venezia ritenne che i migliori rappresentanti del territorio fossero le Fondazioni di Comunità che a partire dal 2000 essa aveva sostenuto in quattro grandi aree della provincia di Venezia. Le Fondazioni (Terra d’Acqua, Santo Stefano, Clodiense, Riviera-Miranese) reagirono attivandosi e oggi registriamo un bilancio estremamente positivo. Ora si tratta di articolare una connessione importante con l’altro grande progetto che da tempo la Fondazione di Venezia offre sul territorio, incluso questa volta anche il capoluogo. Le stagioni di «Giovani a Teatro», che offrono vantaggi di prezzo, ma anche allargamenti culturali ai frequentatori di età giovanile dei teatri di prosa, potranno collegarsi con il progetto della Opera Metropolitana, raddoppiandone l’interesse.
 
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