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L’esordio di Gabriella Belli a Venezia. Parola chiave: programmazione

  • Pubblicato il: 16/12/2011 - 09:39
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Lidia Panzeri
Gabriella Belli

Venezia. Il museo Correr e Ca’ Pesaro: sono queste i due settori dei Musei Civici veneziani su cui vuole concentrare il suo impegno, almeno nell’immediato futuro, Gabriella Belli, dal 1° dicembre nuovo direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia.
A cominciare dal restyling del Museo Correr, riprendendo il progetto risalente agli anni Sessanta di Carlo Scarpa e solo parzialmente attuato. Progetto naturalmente, precisa la Belli, aggiornato secondo le moderne indicazioni museografiche. Sarà il luogo dei grandi eventi espositivi, il punto di riferimento per tutti gli altri musei cittadini. Sempre a proposito del Correr continueranno a essere restaurate, grazie ai finanziamenti dei Comitati francesi per la Salvaguardia dell’Unesco, le sale, stile impero, di Palazzo Reale.
Anche Ca’ Pesaro sarà ripensato nel suo ruolo di museo dell’arte moderna e contemporanea, non solo per quanto concerne l’attività espositiva, ma anche col riordino delle collezioni, cercando di incrementare queste ultime con una politica di prestiti a lungo termine. È un progetto pluriennale, che avrà una sua prima realizzazione nel 2013. Sarà l’anno di svolta della nuova direzione, stante che il 2012 è già delineato e avrà come perno espositivo la grande mostra antologica dedicata a Francesco Guardi nel terzo centenario della nascita, in programma a settembre a Ca’ Rezzonico, il Museo del Settecento veneziano: un centinaio di opere tra disegni e tele, con prestiti prestigiosi.
La parola chiave è programmazione: pluriennale e su progetti che abbiano la certezza del finanziamento, condivisi con le altre istituzioni, non solo cittadine o venete, ma anche nazionali e internazionali, in una visione dinamica delle collezioni.
E il contemporaneo, il campo di specializzazione della Belli? «Venezia ha un’ottima offerta culturale in questo campo, precisa, e la Biennale si rivela una realtà straordinaria, un banco di prova importante anche per le partecipazioni straniere. Con in più il fatto che il contemporaneo si intreccia con la storia della città».
A cominciare da Palazzo Ducale, con un nuovo curatore, Camillo Tonini, già responsabile delle collezioni storiche e dei cataloghi dei Musei Civici. Un museo di se stesso, ad esclusione o, quanto meno, con limitazione drastica di eventi espositivi.
Intanto Walter Hartsarich, il presidente della Fondazione, ha reso noto che il bilancio del 2011 si chiude con un fatturato di 24 milioni di euro (erano 20 nel 2010) e un +35% nelle vendite dei bookshop.
Preoccupa, invece, il calo di visitatori nel mese di novembre, non tanto per il dato in sé, quanto come possibile indice di una più vasta crisi economica.

da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 14 dicembre 2011