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Innovazione transoceanica e spaziale

  • Pubblicato il: 16/02/2016 - 09:49
Autore/i: 
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IN QUESTO NUMERO
Articolo a cura di: 
Catterina Seia

 
 
«Nessuno è più forte di un esercito il cui momento è giunto»
Victor Hugo
 
 

L’Europa si allarga. Dalla Commissione Mista Italia-Usa per la cooperazione nei settori scientifico e tecnologico, è nato un accordo bilaterale tra Italia e USA sul tema Research & Innovation per i Beni Culturali. In questo ambito  è stata siglata una «joint declaration» per il  biennio 2016 – 2017 che ha dato vita a gruppi di lavoro tematici per la definizione delle attività da implementare nella futura collaborazione: questo significa scambi di esperienze, know how e costruzioni di percorsi scientifici di ricerca comuni. Si tratta di un accordo di grande importanza strategica che ha visto l'impegno e la decisiva regia del  nostro Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione e della Sezione Affari Scientifici dell'Ambasciata Italiana a Washington.
Il progetto è organizzato in  quattro sezioni  presiedute da altrettanti  co- chair , un  italiano e un americano, alla pari. A bordo grandi istituzioni culturali partners: Smithsonian Institute, National Gallery of Art, George Washington University and Library Of Congress per gli Americani, e per l'Italia, oltre a Confindustria, le Università, il Mibact e il CNR.
L’agenda operativa è tracciata, in un processo di internazionalizzazione che è fondamentale per la collaborazione tra ricerca e impresa e per facilitare il potenziamento delle infrastrutture di innovazione e tecnologie abilitanti nel Cultural Heritage. Lo spettro di interesse e azione è ampio: parte dall’heritage science, dalla conservazione - diagnostica, restauro - , abbraccia la valorizzazione con tutte le linee di fruizione  pensando all’engagement del pubblico in una visione olistica del patrimonio culturale. Il gruppo è multidisciplinare e include, tra gli altri, scienziati (chimici, biologi, psicologi ecc.), umanisti (storici e storici dell’arte, sociologi, linguisti ecc), esperti in information technology, economisti. Quest’accordo si è già tangibilmente tradotto in un «Transatlantic Forum» di cooperazione del network US con i progetti europei di ricerca (E-RIHS, DARIH, IPERION CH, PARTHENOS), in incontri epifanici con le eccellenze italiane come  l’Opificio delle Pietre Dure e la  visita al Campus di Ricerca di Sesto Fiorentino.
 
 «Per favorire questa osmosi abbiamo creato l'Alleanza Italiana per le Industrie Creative e Culturali (ICCIA), che dialogherà con la  European Creative Industries Alliance (ECIA) per fare rete con le best practice europee. Il tavolo è un terreno ideale di networking tra imprese start-up di new business, spin-off, Fondazioni e Associazioni che rappresentano l'imprenditoria: obiettivo la costruzione di un sistema italiano della creatività industry driven che possa competere con la sfida della globalizzazione».
Dichiara Patrizia Asproni,  co-chair di uno dei tavoli nati dall’accordo bilaterale Italia-Usa e chairperson di Ipoch2 (Italian platform for Cultural Heritage) di Confindustria, una delle tre  piattaforme nazionali preesistenti,  fondatori di ICCIA. Ipoch2 è l'unica in Europa sui Beni Culturali  e favorisce la  visibilità di un comparto ancora percepito in Italia  in modo frammentato. Al network di Ipoch2 aderiscono 450 soggetti, Università, Enti di ricerca - CNR, naturalmente-, Istituti culturali come la Venaria Reale, Amministrazioni locali,  network di Influencers (Associazioni di categoria), support group  (Camere di Commercio, Incubatori) e ben 140 imprese che hanno trovato in questo settore una via per il trasferimento  di competenze.  La seconda piattaforma è Spazio, punta di diamante della ricerca più avanzata per la geo referenziazione del patrimonio e una sua gestione «da remoto» nelle declinazioni più avanzate tecnologicamente. La terza piattaforma è Future for internet.
Ipoch2 guida il cluster dei Beni Culturali CultH (Italian Cluster for Cultural Heritage and Social Innovation for Growth and Jobs), il primo nucleo di soggetti promotori, pubblici e privati. Oltre ad IPOCH2 lo compongono Confindustria SIT, Confcultura, CNR, Università di Torino, Firenze, Trento, Ferrara, Seconda Università di Napoli. Il cluster parteciperà ai Bandi MIUR in procinto di essere banditi nell'ambito del Piano Nazionale della Ricerca.
Ricerca e tecnologia che con Asproni, a capo della Fondazione Torino Musei, approda nei musei gestiti dall’Ente con un progetto commissionato alla start up torinese LD Multimedia, che ha già creato il virtual tour della città  e sta lavorando ad un progetto antiterrorismo per il Ministro degli interni francese e ad un viaggio virtuale nella nuvola di Fuksas, a Roma. Dal 21 febbraio al MAO, museo di arte orientale nell’ottocentesco Palazzo Mazzonis ricco di 2000 tesori, il visitatore avrà un’opzione in più per far lavorare l’immaginazione dopo aver incontrato le opere: potrà fare esperienza della «prima applicazione al mondo di realtà virtuale con soggettiva stereoscopica in movimento a 360 gradi» con occhiali e joypad, su una pedana, ed  entrare nelle stanze segrete della Città Proibita di Pechino. Il viaggio che potrà proseguire a casa, scaricando una app sul proprio smartphone e con il cardboard, il visore di cartone prodotto sempre da LD Multimedia a prezzo popolare (da 5 a 9 euro), assemblato nelle carceri torinesi. Un nuovo asso per il Museo d’arte orientale più visitato d’Italia (100mila i visitatori nel 2015), che gli addetti ai lavori danno tra i potenziali vincitori dell’European Museum Award 2016. Ed è solo l’inizio. Sono in cantiere progetti altrettando sorprendenti per una visita sempre più immersiva.  Il futuro è arrivato.
 
 
In questo numero
L’artista del mese è il grande fotografo Federico Scianna, a 50 anni dalla pubblicazione del libro che lo ha consacrato,  «Feste religiose in Sicilia». Grande passo nella riforma delle Fondazioni di origine bancaria che, a venticinque anni dalla nascita, rivedono statuti, cambiano poltrone, alleggeriscono le quote detenute nelle banche conferitarie. Alberto Garlandini sulla grande sfida dei musei in tempo di crisi: attivare nuove dinamiche culturali.  
Francesco Florian offre spunti al dibattito sul «Decreto Franceschini» in merito alla gratuità delle cariche nei nuovi cda, a fronte del peso delle responsabilità. Claudio Bocci analizza la prima capitale italiana della cultura, Pistoia, dopo il 2015 assegnato alle finaliste a Capitale Europea 2019. La parola va a Paolo Verri che della partecipazione attiva e allargata ha fatto la cifra distintiva di Matera 2019. Linea seguita da Carlo Giovanni Villa che, ritornato a Vicenza, imprime una svolta alle politiche culturali cittadine con un progetto di rete. Adeste, il tender europeo sull’audience development, presenta a Lisbona gli esiti della ricerca sulle strategie e professionalità necessarie all’engagement culturale di pubblici sempre più ampi e diversificati nell’era digitale. L’innovazione crea nuova economia: dalla ricerca Ernst &Young e SIAE, ai casi concreti come Open Incet a Torino. Pioggia di libri: impegno civile per Michelangelo Pistoletto con Edgar Morin, il pluripremiato testo  del prof. Antonio De Rossi per rileggere la montagna nella contemporaneità, visioni digitali crossmediali e un welfare a base di relazioni con Johnny Dotti. Naturalmente parlano i giovani di giovani, con uno sguardo alle politiche, agli strumenti, ai programmi. Buona lettura.