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Il teatro Ragazzi e Giovani è casa

  • Pubblicato il: 16/04/2016 - 00:27
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Catterina Seia

La Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani compie dieci anni. «Un modello unico in Italia che si rapporta alla pari con l’Europa» ci dice  Graziano Melano,   direttore artistico  dell’ente dagli esordi e in carica fino al 2017,  protagonista della  genesi di una istituzione che ha educato al teatro generazioni e portato spettacoli del mondo. Un’icona del teatro del territorio
 
 
 
Torino. Compie dieci anni la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani e conta 400mila  spettatori  su oltre 2000 le rappresentazioni. Una «casa» calda ed accogliente nata dalla riconversione di una palazzina uffici dell’Azienda elettrica municipale nella periferia sud della città, di proprietà comunale,  con 400 posti in due sale. Tournée internazionali (Canada, Australia, Stati Uniti) degli spettacoli prodotti.  www.casateatroragazzi.it | www.favolefilosofiche.com.
 
Nel 2004, quattro realtà storiche nel panorama del Teatro Ragazzi (Teatro dell’Angolo, Assemblea Teatro, Onda Teatro e Stilema/Unoteatro) hanno dato vita ad una Fondazione di partecipazione, Teatro Ragazzi e Giovani, riconosciuta Onlus nel 2006. Nel 2007 la Regione Piemonte diventa socio partecipante, seguita nel 2009 dalla Città di Torino. Nel 2012 prende avvio l’iter della modifica statutaria, conclusa nel 2015, per rivedere le caratteristiche strutturali e di governo della Fondazione, nell’equilibrio delle rappresentanze, anche alla luce del ruolo che riveste nel panorama locale e nazionale. In base alle nuove previsioni statutarie, i due Enti locali figurano quali fondatori istituzionali e vedono ciascuno un proprio rappresentante nel Collegio dei Fondatori e del Consiglio di Amministrazione.  Enti pubblici che investono. Nell’esercizio 2014/2015 le attività della Fondazione sono state sostenute dal Mibact (382.390 euro, in incremento sull’anno precedente grazie al riconoscimento quale Centro di Produzione Teatrale, dalla Regione Piemonte (386.333 euro), dalla Città di Torino (148.600 di contributi per attività, oltre all’uso gratuito della sede), dalla Compagnia di San Paolo (180mila euro), oltre ad altri Enti locali (38.300).
La modifica statutaria rafforza istituzionalmente la missione originaria: diffondere in modo capillare la conoscenza del linguaggio teatrale presso il pubblico in età scolare e pre-scolare, con particolare attenzione all’evoluzione del linguaggio artistico e padagogico ed alla produzione di utilità sociale.
Incontriamo Graziano Melano mente e guida della creatura per ripercorrere la genesi di un modello.
 
 
Come si diventa  Graziano Melano?
Sono arrivato al Teatro Ragazzi negli anni 70, dopo aver  frequentato la scuola per attori del Teatro Stabile. All’università ho incontrato  Gian Renzo Morteo,  riconosciuto come uno dei principali teorici anche dell'animazione teatrale  nella storia del teatro. Giovanni Moretti, che era il suo assistente ed in seguito  è diventato anche docente, aveva in quegli anni fondato a Torino una piccola realtà, la Compagnia dei Burattini. Con pochi altri abbiamo iniziato un percorso che ha portato nel  '76 alla nascita del  Teatro dell'Angolo,  con la creazione di una cooperativa. La cooperativa ha avuto circa 30 anni di vita. E’ arrivata fino al 2004 - producendo spettacoli rappresentati  in tutto il mondo. Per una decina d’anni ho svolto il ruolo di attore e  poi, come accade nelle strutture agili si apprende ad organizzare  e a dirigere.  Infatti ho diretto il Teatro dell'Angolo fino al 2004.
 
 
Com’è nata la Casa del Teatro  Ragazzi e Giovani?
Alla fine degli anni ’90  ho individuato lo spazio. Un luogo di archeologia industriale che negli anni '30 era un'officina dell'Azienda Elettrica Municipale e serviva allo Stadio Comunale.  Ho avuto  la fortuna di incontrare assessori molto sensibili, come Fiorenzo Alfieri, Ugo Perone, Paola Pozzi e  in Regione Giampiero Leo, che hanno  trovato le risorse per realizzare il progetto in un momento in cui c'erano.
La  Città ha investito- 7 milioni di euro per la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani. La storia del  Teatro dell'Angolo, in quegli anni, era una garanzia. La “crema”  del Teatro Ragazzi italiano.
 
 
Con chi avete avviato l’avventura?
Quando il  progetto si è concretizzato, attraverso la ristrutturazione e poi la creazione della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, è stato condiviso anche da  alcune compagnie, come Uno teatro, Onda Teatro, Assemblea Teatro, che hanno dato il loro apporto all’iniziativa.
E’ iniziata una nuova sfida, cioè  fare arrivare il pubblico in questo luogo e di farlo conoscere.
 
 
Vi siete mossi  a favore della creatività infantile e giovanile anche oltre i confini territoriali.
Nel frattempo  ho fatto parte di molti organismi internazionali, come l'Associazione Mondiale del Teatro Ragazzi, il gruppo di lavoro del Consiglio d'Europa che ha svolto la ricerca sulla creatività giovanile in tutti i paesi europei. Ho avuto l’opportunità di  visitare i teatri di tutto il mondo, capirne le esperienze. Dal '98 al 2008 ho avuto la fortuna di essere chiamato dal preside, allora, del DAMS, Roberto Alonge, a tenere la cattedra di teatro di animazione. Questo percorso  mi ha consentito di comunicare ai giovani, studenti, che poi in parte erano di Scienze dell'Educazione, cioè i futuri maestri. Parte di questi giovani sono rimasti poi con noi.
 
 
Questo progetto,  frutto di una visione degli artisti,  ha incrociato  le politiche, integrandole: istruzione e produzione culturale. E’ un tema caldo oggi. Come avete fatto?
Negli anni in cui si è presentato il progetto, a fine anni '90, fino alla sua inaugurazione, che è avvenuta nel 2006, si sono messi a frutto i progetti realizzati nel tempo, a Torino, nel campo dell'animazione teatrale e del Teatro  Ragazzi. Festeggiamo proprio ora i 10 Anni  della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani.
Due gli obiettivi: far vedere il teatro ai bambini, ai ragazzi e ai giovani e farli partecipare, esprimere. Questo fenomeno ha caratterizzato  per 30 anni Torino.  Quando è nato, in pieno boom industriale,  la città viveva il flusso delle immigrazione.  Alla fine  degli anni '90 è iniziato un altro tipo di immigrazione. Il teatro è stato strumento di ascolto, dialogo e inclusione.
Il contesto è cambiato, ma  l'animazione teatrale ha creato vari gruppi di compagnie che lavoravano in modo  collettivo e che nel tempo si sono evolute a livello organizzativo.
Il Teatro è sempre stato parte della politica della Città di Torino, ma anche della Regione Piemonte. Proprio in quegli anni abbiamo avviato diffusione su tutto il territorio, nelle periferie, nei comuni diffusi. Un lavoro che  prosegue.
La Casa del Teatro Ragazzi è il luogo della sintesi di questo percorso.
 
 
Un’attività  che  esce dalle mura del teatro ed entra nella vita.
E’ sempre stata la sua connotazione, sia con gli spettacoli che percorrono tantissimi teatri, dal comune che ha l'auditorium a quello che ha il piccolo teatro, in tutta Italia e spesso all'estero,  soprattutto in Francia - il paese più vicino a noi - ma anche in Svizzera,  nel Nord America. Il teatro per ragazzi torinese è un fenomeno che continua ad avere una notevole esportazione.
Poi c’è l’attività di laboratorio, anche all'interno delle scuole che hanno continuato negli anni a credere nell’importanza del linguaggio teatrale per i bambini e per i ragazzi.
 
 
Se dovessimo dare qualche numero, quante persone coinvolgiamo annualmente?
La Casa del Teatro Ragazzi e Giovani  ha circa 40.000 spettatori annuali, tra la nostra programmazione per le scuole e nel tempo libero, in collaborazione con gli assessorati cittadini alla Cultura, alle Risorse Educative e vari eventi ospiti. In Regione abbiamo circa 50.000 spettatori nelle varie rassegne, scolastiche e per famiglie. Fondamentale è il riconoscimento del MIBACT, della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo.
 
 
Quale arco della vita coprite?
I bimbi possono essere coinvolti a partire dai 2 anni, dalla scuola dell'infanzia, anche se a volte abbiamo anche piccini del nido. Poi l’impegno prosegue nella primaria e nella media inferiore, toccando anche le scuole superiori, per le quali abbiamo progetti molto ambiziosi.
 
 
Sono state fatte delle valutazioni di efficacia della metodologia sulle capacità relazionali ed espressive dei giovani coinvolti?
Abbiamo riscontro dell’efficacia del metodo, nel corso degli anni,  dagli insegnanti che sono a contatto diretto quotidiano con i bambini.  Molti  insegnanti ci hanno  testimoniato l'utilità di questi interventi  sia per scopi didattici, ma anche  liberatori di certe capacità di bambini, di ragazzi,  a volte refrattari a materie scolastiche. Attraverso il teatro cominciano ad esprimersi,  si  riscontra  un miglioramento, sia relazionale con i compagni di classe, che nel rendimento scolastico.
 
 
Un ruolo di  trasversalità,  un aiuto nell’ abitare se stessi e abitare il mondo.
Sì. Il teatro è il mondo. Ed è anche una scuola. Nel corso dei secoli  si sono avvicendate  tecniche  un tempo  più legate al teatro di testo, ma in Italia molto anche al teatro gestuale. Abbiamo l’eredità della commedia dell'arte che si è nutrita  del  teatro, tra virgolette, popolare, come il circo-teatro, oppure il teatro di immagine, che deriva ovviamente dalle nuove tecnologie, in cui  le immagini interagiscono con gli attori in carne ed ossa. Ciò che è straordinario dal punto di vista artistico è che  i bambini, i ragazzi, nonostante che siano nativi digitali, sono affascinati  dall'attore, dall'attrice, dalla danzatrice, dalla scena, dallo spettacolo dal  vivo. Immediatamente interagiscono, con un rapporto nuovo  rispetto alla quotidianità con l'immagine attraverso lo schermo del pc , dell'i-phone.  Si ritorna  a caratteristiche un  ataviche dell’essere umano. La relazione.  Il fascino dell’ascoltare  un racconto,  una voce, vedere un corpo in movimento,  scenografie creative, anche se povere di mezzi.
Secondo me il segreto nel teatro per i ragazzi è proprio questo:  attingere al fantastico e all'immaginario infantile e nutrirlo ovviamente di conoscenze, che ci arrivano dal teatro.
Ospitiamo molti artisti che  lavorano con piccoli gruppi, come due persone in scena e con  oggetti spesso di  arte figurativa, in un processo  di sperimentazione continua. Chi fa teatro per ragazzi non può pensare di fare una scuola di teatro, prendere un testo e rappresentarlo. Deve conoscere il mondo.
 
 
Quali sono, sotto il profilo artistico, i filoni di ricerca su cui si sta muovendo?
La ricerca artistica si basa sul fatto che di fronte a noi abbiamo veramente un panorama molto variegato di   compagnie, molte  di giovani. Lavoriamo su un repertorio che abbiamo creato negli  anni. Ad   esempio lo spettacolo "Pigiami",  in scena da 30 anni,  nato  a contatto con i bambini, ha già avuto due generazioni di attori.
Sono spettacoli che diventano repertorio, come il lavoro di ricerca che svolgono Sandro Pisci e Pasquale Buonarota, sulla favola filosofica, che ha creato varie produzioni, Cerchiamo anche di alimentare e aiutare la creatività dei più giovani. Un altro filone è quello del Circo Teatro, con  Olivia Ferraris e Milo Scotton, che sono ormai due stelle nel settore, con grandi abilità tecniche. Inoltre la grande freschezza di giovanissimi attori, come Claudia Martore, Claudio Dughera e Daniel Lascar, che cresciuti nella nostra Piccola Accademia, con la regia di Luigina Dagostino, mettono in scena e portano in tour in Italia spettacoli tratti dalla grande letteratura, come il recente Don Chisciotte. Infine un importante ritorno, quello di Nino D’Introna, che ha diretto per anni il THEATRE NUOVELLE GENERATION di Lione, ricevendo vari riconoscimenti e che ha messo in scena la nostra ultima produzione, Paracadute. Infine il nostro ruolo è anche di aiutare le giovani realtà, le giovani compagnie, i giovani artisti che riteniamo interessanti.
Sicuramente i filoni sono tantissimi: si va dal romanzo trasposto al libro illustrato per i bambini.
Non ci sono limiti. C’è un ambito che ci è caro. Il  teatro sociale, per i Ragazzi e Giovani, anche in collaborazione con la Fondazione Paideia. Il discorso teatrale  tocca temi come l'autismo, la violenza, l'emarginazione, il bullismo. Inoltre abbiamo iniziato un percorso di realizzazione di un Festival internazionale, The Children’s World, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura e con Intesa San Paolo.
Infine, dopo la prima positiva esperienza di attvità con i Musei Reali, ai Giardini Reali, con  l’attuale presidente della Fondazione TRG, Alberto Vanelli, stiamo progettando varie iniziative nei parchi delle Residenze Sabaude.
 
 
Anche Il dialogo interculturale è al centro della vostra ricerca.
In effetti stiamo realizzando, in collaborazione con il Centro Interculturale della Città di Torino, un Laboratorio con i giovani, che si concluderà con uno spettacolo che verrà rappresentato alla presenza delle famiglie di provenienza dei giovani stessi e aperto al pubblico cittadino. L’apertura verso il pubblico degli adolescenti e dei giovani caratterizzerà anche il cartellone della prossima stagione, con spettacoli teatrali, ma anche musicali e di danza.
 
Una lezione di audience engagement.
 
 
 
 
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