I marmi di Michelangelo fusi in bronzo
Seravezza (Lu). Nel centro storico della cittadina nella quale Michelangelo operò fra il 1518 e il 1520 per avviare l'estrazione dei pregiati marmi bianchi dalle cave del vicino Monte Altissimo, sono esposte sette repliche a grandezza naturale di altrettanti capolavori michelangioleschi (il «David», la «Pietà», il «Mosè», il «Giorno», la «Notte», l'«Aurora» e il «Crepuscolo», nella foto) realizzate in bronzo con l'antica tecnica di fusione a cera persa.
«Michelangelo, la replica del genio» si svolge nell'ambito dell'iniziativa nata dalla collaborazione tra Fondazione Terre Medicee e Fonderia d'Arte Massimo Del Chiaro (fino all'8 luglio), per il progetto «Le vie dei marmi» col coordinamento di Franco Carli, Roberto Del Chiaro e Stefano Roni.
Il percorso espositivo «Del Chiaro Art Connection» tocca gli spazi urbani e monumentali più significativi di Seravezza, tra piazza Carducci, il Duomo e le Scuderie Medicee per culminare al Palazzo Mediceo, dove sono le repliche delle quattro sculture che, nella Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo a Firenze, sormontano le tombe di Giuliano e Lorenzo de' Medici. Vero fulcro della mostra, le repliche sono realizzate su gessi d'epoca rinascimentale di proprietà della Fondazione Accademia di Belle Arti di Perugia, da alcuni attribuiti allo stesso Michelangelo, ma forse opera di Vincenzo Danti. Queste statue in bronzo sono destinate a lasciar presto l'Italia per la Cina dove saranno protagoniste, insieme ad altre già giunte a destinazione, di vari eventi espositivi da Shanghai a Pechino e altre città, nell'ambito del progetto «Michelangelo in Cina» frutto della collaborazione tra l'Istituto Italiano di Cultura di Shanghai e il museo Heng Yuan Xiang, che comprende 24 opere, realizzate negli studi della Fonderia di Massimo Del Chiaro, dal 1949 tra le massime autorità internazionali nella fusione d¹arte a cera persa.
L'azienda, fondata nel 1980 a Pietrasanta, coniuga un'alta competenza tecnica a una sensibilità artistica maturata grazie alla stretta collaborazione con i maggiori artisti contemporanei (da De Kooning ad Arman, da Fabro a Cucchi, da Penone a Beuys, da Botero a Marc Quinn).
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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 1 aprile 2012