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I locali dell’ex-semoleria riadattati ad ateliers sono stati occupati da artisti emergenti

  • Pubblicato il: 04/05/2011 - 19:06
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Catterina Seia
Flavio Misciatelli

Un luogo simbolo della Roma creativa, trova oggi un nuovo vigore con un intenso programma di divulgazione, nel risveglio della capitale nel contemporaneo. Quali le ragioni di un posizionamento così netto nella formazione e quale la vostra peculiarità rispetto alle realtà museali?
Per comprendere il perché del netto posizionamento della Fondazione Pastificio Cerere nell’ambito della formazione, linea guida di tutte le nostre attività per il 2011, bisogna analizzare il processo di riconversione dell’antica fabbrica a luogo per l’arte. Fin dagli anni settanta, i locali dell’ex semoleria, riadattati ad ateliers, sono stati occupati da artisti emergenti che hanno trovato in questo edificio una loro dimensione creativa in cui potersi esprimere con libertà. Il Pastificio Cerere ha, dunque, da sempre una connotazione formativa a 360 gradi, resa ancora più specifica da progetti come, tra gli altri, 6Artista, Curatore in Residenza e Curare l’Educazione?. La nostra peculiarità è che qui le persone e gli artisti vivono insieme la quotidianità, avendo anche la possibilità di confrontarsi cosa non possibile nelle istituzioni museali, per loro stessa natura.

Perché la scelta di questo veicolo giuridico?
Agli inizi, l’idea era di aprire una galleria d’arte. Abbiamo poi compreso che la creazione di una Fondazione era il modo più giusto per organizzare tutta la conoscenza creatasi spontaneamente nel corso degli anni all’interno del Pastificio Cerere. Era, inoltre, un modo per permettere ai fruitori di accedere liberamente a uno spazio deputato all’arte contemporanea, separato dagli studi degli artisti, non aperti al pubblico in quanto luoghi in cui custodire gelosamente le creazioni. La Fondazione è a carattere regionale e ha un patrimonio esclusivamente economico anche se, negli anni, abbiamo iniziato ad acquisire una nostra collezione.

I programmi sono stati avviati con attori del territorio pubblici e privati? Quale modellopropone di cooperazione pubblico privato?
Abbiamo in mente di creare un network di fondazioni pubbliche e private che insieme costituiscano un’unica organizzazione avente la forza di ripensare il no profit italiano. Lo scopo è quello di permettere a persone o società che abbiano voglia di sostenere le attività culturali di avere gli stesso vantaggi che altri Paesi, europei e non, riservano a questo tipo di iniziative.

Mostre in corso: Reto Pulfer fino al 30 giugno 2011
www.pastificiocerere.com
 

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