Da Casa del Fascio (mai utilizzata), a cinema parrocchiale, a biblioteca comunale
Piazzola sul Brenta (Padova). Dopo venticinque anni di parziale abbandono, e scarsissima manutenzione, risorge a nuova vita la Casa del Fascio progettata da Quirino De Giorgio nel 1938, grazie alla realizzazione della nuova biblioteca del comune padovano inaugurata il 16 giugno (su progetto di Andrea Viviani), nel quadro della realizzazione per tappe del Centro culturale Andrea Mantegna. Progettato nel 1938 e realizzato tra il 1940 e il 1946, l’edificio non è mai stato utilizzato per la sua funzione originaria, per ovvii motivi. Basato su di un impianto a L che maschera così lo scarso spessore dei due corpi, affacciati uno a nord e l’altro a ovest, con un porticato colonnato che sembra applicato all’edifico, il progetto originario prevedeva una grande sala delle adunanze (a doppia altezza) nel corpo ovest e altri locali di servizio in quello nord, sviluppato su due piani (bar e abitazione del gestore). Nel punto d'intersezione delle due ali, gli spazi principali di collegamento verticali. L’edificio è entrato a far parte del patrimonio ecclesiastico nella seconda metà degli anni ’50; la grande sala è stata così trasformata in cinema parrocchiale (realizzando i locali tecnici per il sistema di proiezione e tamponando le aperture originarie sul fronte porticato), attivo fino agli inizi degli anni ’80, quando l’amministrazione comunale è diventata proprietaria degli spazi. L’intervento svuota la sala, ripristinando così sia il grande volume aperto sia le aperture originarie lungo il fronte ovest, predisponendola alla nuova funzione. L’adeguamento alla normativa antisismica impone l’inserimento di una gabbia metallica come struttura supplementare, motivo di approfondimento progettuale molto dettagliato, mentre le necessità funzionali suggeriscono l’apertura di un grande lucernario sulla porzione ovest del tetto. In particolare, il progetto recupera “gli assetti e le aperture previsti da Quirino De Giorgio liberando i volumi esterni e interni da tutte le superfetazioni, mantenendo comunque tracce della sua storia passata (è stato demolito il palcoscenico e il boccascena interno così come il controsoffitto in tavolato di cotto [...] ma sono stati mantenuti i fori di proiezione aperti sul muro opposto), realizzando alcune memorie di cose che lui aveva pensato ma di cui non è rimasta traccia, come il podio sulla scalinata ovest che il progetto ha riproposto in due podi obliqui e distinti.” Il progetto della biblioteca s'inserisce nella cornice d'interventi destinati alla cultura che l’amministrazione comunale sta effettuando, che comprendono anche la costruzione di un nuovo auditorium, a nord-est dell’edificio di De Giorgio, oltre che la sistemazione degli spazi esterni di collegamento con la grande piazza semicircolare prospiciente Villa Contarini. Dopo un’iniziale ipotesi di mantenimento della funzione cinematografica, il tema si è trasformato: “Il progetto vuole invece ricavare negli spazi del vecchio edificio una moderna biblioteca, ricca di sale letture aperte alla stampa locale come a internet. La costruzione di un nuovo edificio da adibire ad auditorium polivalente, a doppia sala, sarà in grado di soddisfare la richiesta di film, ma anche la necessità di svolgere convegni, mostre, performance teatrali e musicali, in uno spazio concepito unicamente per tale scopo”. Nell’ex cinema troveranno spazio, oltre alla Biblioteca, referente delle 11 biblioteche del bacino bibliotecario locale, altre funzioni pubbliche: centro pubblico di connettività, informagiovani, spazio ludoteca, emeroteca e aula studio. L'ala restaurata è stata completamente isolata termicamente dall'interno, adeguandosi alle norme della legge 10 sul consumo energetico; è stato realizzato un impianto di riscaldamento/raffrescamento a pavimento (il quale è in legno industriale) con caldaia a condensazione a basso consumo. Le vetrate sono tutte a camera, di tipo ibrido stop sol / basso emissive. I lavori, dall’importo di 1,2 milioni, sono stati sostenuti dall’amministrazione comunale e da un contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (500.000 euro).
da Il Giornale dell'Architettura, edizione online, 24 giugno 2013