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Cittadinanza attiva: la portata illimitata dell’azione dell’arte teatrale

  • Pubblicato il: 18/07/2017 - 18:15
Autore/i: 
Rubrica: 
CULTURA E WELFARE
Articolo a cura di: 
Antonio Taormina

Lo studio  recentemente diffuso, Teatro e salute mentale in Emilia-Romagna, da conto dello sviluppo del welfare culturale nella Regione anche grazie alla firma, nel 2016,  di un protocollo d’intesa tra la Regione,  Assessorato politiche per la salute e Assessorato alla cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità, l’Istituzione Gian Franco Minguzzi della Città Metropolitana di Bologna e  l’Associazione Arte e Salute ONLUS. “Quando l'arte teatrale viene promossa da soggetti capaci di farne occasioni di cittadinanza attiva e di integrazione sociale, la portata della sua azione diviene illimitata”.
Rubrica in partnership con Fondazione CRC.
 


Welfare culturale: da diversi anni l’ambito definitorio, i paradigmi e le aree d’intervento che ne conseguono, sono in Emilia-Romagna oggetto di confronto e riflessione tra operatori della cultura, studiosi di discipline diverse, personale medico.
 
Come è noto il sistema regionale si è caratterizzato nel tempo per la qualità dell’innovazione e della ricerca nella sanità e nei servizi sociali e educativi, così come per l’attenzione prestata in particolare alla protezione e all’integrazione dei soggetti più deboli; accanto alle istituzioni hanno svolto un ruolo centrale in questo campo le associazioni, il volontariato, la cooperazione sociale.
 
É in questo contesto che si sono sviluppati progetti di ricerca orientati all’utilizzo dei linguaggi del teatro, della musica, delle arti figurative, come opportunità di socializzazione e inclusione. Non a caso uno dei progetti individuati nella elaborazione, avviata nel 2012, del Piano Strategico Metropolitano di Bologna recava come titolo Welfare culturale: molteplici arti.
 
Alcune di queste esperienze, soprattutto in campo teatrale, hanno ormai una storia consolidata e una qualità riconosciuta a livello nazionale ed internazionale; sono entrate nei circuiti “ufficiali” fornendo un contributo importante nella ridefinizione dei linguaggi del palcoscenico e delle dinamiche della produzione, nel coinvolgimento di nuovo pubblico.
Ad oggi gli studi che affrontano il lavoro teatrale afferente a tale area, secondo una visione olistica che vada dagli aspetti propriamente artistici a quelli economici ed occupazionali, dai rapporti tra offerta e domanda ai percorsi formativi dei professionisti che conducono attività laboratoriali e produttive, e infine, delle modalità di relazione tra Istituzioni e organizzazioni dello spettacolo, non sono molti.
Si muove in tale direzione lo studio di recente diffuso, realizzato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso l’Osservatorio regionale dello Spettacolo, incentrato sul progetto Teatro e salute mentale avviato nel 2008 con il sostegno dell’Assessorato alla Sanità e dei Dipartimenti di salute mentale dell’Emilia-Romagna, che vede la presenza di alcune delle realtà principali del sistema teatrale della regione. Vi partecipano infatti, tra gli altri e in diversa misura, il Teatro Nazionale Emilia Romagna Teatro Fondazione (ERT), il Teatro Gioco Vita di Piacenza, la Baracca di Bologna, la Fondazione Lenz di Parma, così come realtà che pongono le interrelazioni  tra le arti della scena e la salute mentale al centro del loro impegno, prima tra queste la compagnia costituita dall’Associazione Arte e Salute Onlus, fortemente impegnata sul versante formativo e produttivo, che rappresenta il principale punto di riferimento a livello regionale per quest’area di attività.
 
Il progetto Teatro e salute mentale ha visto un importante sviluppo nel 2016 con la firma di un protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna - Assessorato politiche per la salute e Assessorato alla cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità, l’Istituzione Gian Franco Minguzzi della Città Metropolitana di Bologna, e appunto l’Associazione Arte e Salute ONLUS, a conclusione di un percorso che aveva visto diverse modalità di collaborazione tra i soggetti sottoscrittori dell’accordo. Tra le effetti del protocollo vi è la costituzione di un tavolo tecnico regionale finalizzato a valorizzare gli spettacoli realizzati nell’ambito del progetto – in massima parte interpretati da pazienti psichiatrici-attori – a favorirne la circuitazione in regione, a individuare di forme di finanziamento delle attività, ad  attivare strumenti di valutazione degli interventi.
 
La ricerca, che si avvale tra gli altri dei contributi di Claudio Bernardi, Massimo Marino, Nanni Garella, Ivonne Donegani, ed è a cura di Fabio Mangolini, delinea un panorama in continua evoluzione, sia nell’impianto metodologico sia rispetto agli impatti legati agli interventi, un disegno complessivo che ha portato alla realizzazione di laboratori e spettacoli, ma anche di rassegne, convegni, seminari. I dati statistici riportati testimoniano del ruolo assunto dal progetto Teatro e Salute Mentale nel tessuto regionale, sul versante sanitario e su quello teatrale.
Nel 2015 (l’ultimo anno analizzato complessivamente) sono stati attivati 22 laboratori, in gran parte finalizzati a esiti finali, ovvero 33 spettacoli, per un totale di 63 recite, con oltre 13.000 spettatori. Le attività, finanziate in buona parte dalle AUSL, ma anche, a differenza dei casi, da enti locali, fondazioni bancarie, cooperative sociali, sono state tenute da 14 compagnie (principalmente
costituite in forma di associazioni, culturali o di promozione sociale). A fronte di 181 pazienti, sono stati coinvolti 52 operatori sanitari e 43 operatori teatrali.
Per quanto concerne i percorsi del progetto regionale improntati alla formazione professionale, i risultati confermano il raggiungimento degli obiettivi, come afferma nel suo intervento il regista Nanni Garella – dal 2000 alla guida della compagnia creata da Arte e Salute  – già insignito nel 2004 di un Premio UBU per questa sua attività: «Non eravamo indirizzati all’arte-terapia, ma all’avviamento a un lavoro, creando, nella direzione indicata da Basaglia, occasioni di professionalizzazione e di riscatto di vita per queste persone». Ad oggi la compagnia ha allestito numerosi testi, classici e contemporanei, tra gli altri una rivisitazione del lavoro di Kantor La classe morta, insignito del Premio della Critica 2013; ha altresì varcato i confini nazionali, tra l’altro partecipando, in Cina, al Beijing Nanluoguxiang Performing Arts Festival.
Si legge nel contributo della psichiatra Ivonne Donegani, una delle artefici del progetto regionale: «Quando l'arte teatrale viene promossa da soggetti capaci di farne occasioni di cittadinanza attiva e di integrazione sociale, la portata della sua azione diviene illimitata».