Cappellini e capolavori
Milano. Due le mostre che il Museo del Novecento presentafino al 3 marzo: negli Archivi Ettore e Claudia Gian Ferrari«Programmare l’arte», in arrivo dal Negozio Olivetti di Venezia , che qui si completa con le bellissime opere di arte cinetica e programmata del Museo. Al piano terreno,«Claudia Gian Ferrari gallerista, collezionista e storica dell'arte». E anche mecenate, visto che al M900 ha legato archivio e biblioteca della storica galleria di famiglia, al Fai il meglio della sua preziosa collezione di arte della prima metà del XX secolo, e al MaXXI e al Macro di Roma importanti opere d’arte contemporanea. Sotto il titolo «Collezionare il Novecento», nell’allestimento (un po’ invasivo) di Daniel Libeskind, che nelle sue linee spezzate sembra evocare l’inestinguibile energia che permise alla gallerista, scomparsa nel 2010 a 64 anni, di esercitare, sempre al massimo livello, tutte quelle passioni, scorrono 15 opere d’arte contemporanea che le appartennero, ora donate dalla famiglia al museo.
Insieme a opere di Agnetti, Calzolari, Fontana, Manzoni, Paolini e Zorio, la mostra include materiali dell'archivio storico, già nel Museo, e ad alcuni degli abiti di Issey Miyake e dei bizzarri cappellini della Gian Ferrari, da lei donati al Museo della Moda in Palazzo Morando(cfr. l'articolo in «Vernissage»). Al suo versante di studiosa fanno capo opere di Arturo Martini, De Pisis, Morandi, Cagnaccio di San Pietro, Pirandello e Sironi. Infine, l'omaggio dei suoi artisti-amici più cari: Luigi Ontani e Claudio Parmiggiani, a cui si devono due emozionanti salette monografiche.
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da Il Giornale dell'Arte numero 327, gennaio 2013