Bologna ricorda Luciano De Vita
A Bologna ricorre il detto che la città sia sempre stata amara con i suoi figli artisti.
Eppure le numerose mostre retrospettive che la città realizza sui «bolognesi» e che regalano il più delle volte letture inedite, ri-scoperte dei valori che compongono la storia della comunità, sono seguitissime dai cittadini e dai turisti.
Oggi, nella centralissima via delle Donzelle, sede della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, è allestita fino al 30 ottobre 2011, una ricca mostra dedicata ai primi quindici anni di lavoro, dal 1950 al 1965, di Luciano De Vita.
Nato ad Ancona nel 1929, De Vita si trasferì a Bologna nel 1949, dopo aver vissuto gli orrori della guerra in un campo di concentramento, e divenne assistente di Giorgio Morandi all'Accademia di Belle Arti. Fu proprio Morandi a intuire nelle acqueforti di De Vita, talvolta cupe ma sempre raffinate, le doti di un maestro.
«Luciano De Vita. Ritratto dell’artista da giovane» racconta il fervore dell’artista alla ricerca della sua strada espressiva: studi scenografici per il teatro, le già mature incisioni, i dipinti e le sculture, tutte opere costruite su quella sottile linea di confine tra luce e ombra che fu il campo principale del suo interesse.
Dal 1962 De Vita insegnò a Brera e collaborò con diversi teatri per la scenografia di opere come Turandot, Otello, Aida. Rientrò all’Accademia di Bologna nel 1975 dove rimase fino al 1992, anno della sua scomparsa, come titolare della Cattedra di Tecniche dell’Incisione.
La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 10,00 alle 19,00 ed è chiusa nel mese di agosto
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